31 (parte 2)

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«Non dovrebbe dare troppa confidenza alle persone, perché alla fine scoprono cose che lei non vorrebbe mai che si sappiano in giro.»

La voce di BB è terribilmente seria e cattiva. Sì, solo ora capisco cosa c'è dietro quel suo sguardo maturo e distaccato e no, non l'ho mai visto prima d'ora. Cattiveria. Solo questa e nient'altro. Se da un lato sento montare la rabbia dentro di me, dall'altro non riesco a non chiedermi perché si stia comportando così. Un motivo dev'esserci, proprio come il giorno in cui mi ha umiliata davanti a tutti i miei compagni.

«Che cosa diavolo sta dicendo?» ribatto, cercando di controllarmi. Deve soltanto fare lo stesso, deve rimangiarsi quello che ha detto e spiegarsi meglio, ammettere che non ha la più pallida idea del motivo che lo ha spinto a dire quella cosa e che in realtà si è inventato tutto. È semplice, possiamo comportarci tutti in maniera matura e uscirne illesi.

Zara me lo ha ribadito più volte: BB è un uomo che conosce perfettamente il male che le parole possono fare e sono sicura che ha una spiegazione per questo.

«Quello che ha sentito. Dovrebbe fidarsi meno delle persone. Lei è troppo ingenua.»

Scoppio a ridere. Sul serio, tutto ciò mi diverte. Il suo tono è diverso dal solito, come se non si faccia alcuno scrupolo a trattarmi male.

«Io sarei ingenua?» ripeto, ridendogli in faccia.

«Mara, non ascoltarlo. Non sa quello che dice» si intromette Jordan e dal suo tono di voce direi che non stia capendo di cosa diavolo sta parlando il fratello, ma ad ogni modo vuole evitare che continui con questa sceneggiata. E piacerebbe anche a me, dato che non lo seguo proprio e non ci capisco più niente.

«E invece sì che lo sa» dico, continuando a guardare BB negli occhi. «Coraggio, dica pure quello che ha scoperto, prof. Perché è da lei che mi sta mettendo in guardia, giusto?»

La mia voce risulta più tagliente di quanto avrei mai creduto, ma non mi importa. Non sembra che egli si stia trattenendo, perciò giocherò al suo gioco e non sarò da meno.

«Perché crede che abbia scoperto qualcosa? Perché avrei dovuto fare ricerche su di lei?»

Lo scruto attentamente. La sua postura dritta, le spalle tese, lo sguardo impassibile e l'atteggiamento di uno che sa sempre tutto. Poi le parole di Zara mi ritornano alla mente come ad aiutarmi a capire meglio, ad aprirmi gli occhi e a fare chiarezza.

"È tipico di Bruno. Studiare le persone con raccapriccianti test per capire se le tesi formulate sulla gente che ha davanti siano fondate o meno."

Studiare le persone... comincio a capire che forse non sono l'unica ad aver fatto delle ricerche.

«Perché io le ho fatte» ribatto semplicemente, prendendo a riflettere ad alta voce.

Lo sguardo di BB muta e i suoi occhi cominciano a guardarmi in modo diverso, come a valutare se stia bluffando o meno.

«Aspetta. Che ricerche hai fatto?»

La voce di Jordan mi fa capire che mi ero dimenticata della sua presenza. Tuttavia, adesso non è il momento di dare spiegazioni. Devo capire cosa sa BB oppure se sta mentendo. E in tal caso, perché lo sta facendo?

«Le avevo detto di smetterla. Non doveva più indagare, il compito era stato annullato» dice BB, senza lasciar trapelare alcuna emozione dalla sua voce.

«E lei invece? A lei qualcuno le ha mai dato questo compito? Oppure studia le persone che ha davanti indipendentemente dal loro consenso?» chiedo, aspramente.

BB comincia a guardarmi con occhi indagatori, probabilmente domandandosi se la mia domanda sorga da qualcosa in particolare. Ammetto che la conservazione avuta con Zara mi ha dato molta più sicurezza per quanto riguarda le risposte schiette che posso dargli, ma devo stare attenta affinché non scopra che ho parlato con lei. Anche se non so quanto possa essere importante tutto ciò, arrivati a questo punto.

«Compito? Studiare le persone? Di che diavolo state parlando?» continua a chiedere Jordan.

«Jordan, tuo fratello studia le persone lo sai?» gli spiego, con tutta l'intenzione di mettere in cattiva luce BB. Non so perché lo faccia. Probabilmente non voglio dire a Jordan che ho scoperto tutto quello che ha passato la loro famiglia. Mi vergognerei troppo ad ammetterlo con lui, anche perché si sentirebbe tradito e lo ferirei.

«Cos'è che fai, Bruno? Allora è per questo che le ronzavi sempre intorno. Io credevo...»

«Che cosa credevi, Jordan? Che fossi interessato ad una mia alunna? Tu non sai chi è lei!»

«Smettetela di parlare di me come se non ci fossi. Sono qui e sento tutto!» sbraito io, ferita, probabilmente per la seconda o terza volta. Non so, ho perso il conto.

Mi volto verso BB imbestialita. Ho talmente tante cose da urlargli in faccia, da sputargli addosso come se fosse il mio peggior nemico, che temo dovrò scegliere le più importanti, altrimenti non finirei mai.

«Professore, lei è davvero una persona orribile! I suoi stratagemmi, i suoi studi... non tutte le persone desiderano farsi studiare, non tutti devono per forza nascondere qualcosa. E ad ogni modo, che male c'è in un segreto? Tutti noi abbiamo i nostri fantasmi, ma non per questo meritiamo di essere studiati come topi da laboratorio!» urlo, davvero arrabbiata e cattiva e ferita.

Mi fa male qualcosa, non so di preciso cosa però. So solo che sto soffrendo tanto mentre mi avvicino a BB con tutta l'intenzione di dargli uno schiaffo.

Stringo i pugni e adesso solo pochi centimetri mi dividono dalla sua guancia. Il prof guarda le mie mani lungo i fianchi, ma non si muove.

«Mara, lascialo stare. Non lo ha fatto con cattiveria e sono sicuro che non sappia un bel niente. Quello che dice non è vero, è tutto una grande bugia» dice Jordan alle mie spalle, con tono calmo, ma senza avvicinarsi minimamente a noi.

Continuo a guardare duramente negli occhi BB, che adesso non sembra più tanto impassibile come prima.

«È vero? Sta mentendo?» gli chiedo, quasi mormorando.

I suoi occhi diventano meno chiari e si incupiscono, rattristandosi. Serra la mascella e non dice nulla. Semplicemente, chiude gli occhi e non mi degna di alcuna risposta.

Probabilmente si aspetta uno schiaffo o qualcosa del genere, ma mi rendo ben presto conto che non desidero fargli del male fisico. Non è da me voler ferire gli altri, ma in questo momento lui lo ha fatto con me e credo di volergliela far pagare in qualche modo.

Riapre gli occhi, confuso, e solo ora io mi allontano da lui di un passo. Lo guardo cercando di esprimere tutta la rabbia e il disprezzo che provo in questo momento attraverso i miei occhi, mentre mi avvicino alla porta.

«Ci vediamo a scuola» dico a Jordan uscendo dalla cucina e lui annuisce, abbozzando un sorriso per niente sereno.

Prendo le mie cose e me ne vado, sbattendo la porta alle mie spalle.

Adesso so cosa fare con Zara e non esiterò un secondo in più a muovermi. Prima mi tirerò fuori da questa storia e meglio sarà per me.

La prima volta ti travolgeWhere stories live. Discover now