30 (parte 2)

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«È stato Bruno ad ucciderla. La figlia di Bravi è morta per causa sua» ripete Zara, fissando un punto nel pavimento.

«Che cosa vorrebbe dire? Cos'è successo il giorno dell'incidente?» chiedo, inorridita dalle sue parole e desiderosa di sapere la verità una volta per tutte.

Ormai sono pronta a tutto. Anche se so che BB non può averlo fatto, anche se io voglio credere che egli non sia un uomo tormentato per quello che ha appena detto Zara, devo essere pronta ad accettare qualsiasi verità, anche la più scomoda, la più brutta, la più dolorosa.

«Tu non sai niente, vero?»

È invece quello che ribatte Zara alla mia domanda, incrociando il mio sguardo dopo tanto tempo. I suoi occhi indagatori lasciano il posto a quelli di una persona che ha capito tutto e che non tenta in alcun modo di nasconderlo. Ma cosa avrebbe capito? E perché io non sento più il bisogno di nasconderle il vero motivo che mi ha spinta a venire qui?

«Oppure sì» mormora, abbozzando un sorriso amaro. Scioglie le gambe e si alza con quello che sembra essere uno sforzo sovrumano. Si dirige alla scrivania e tira fuori da un cassetto un pacchetto di sigarette nuovo. Lo scarta e ne prende una, ma non l'accende. La stringe tra due dita e la fissa come se non capisse di cosa si tratti, ma poi la richiude nel pacchetto.

«Facciamo un accordo» dice, con quello che non è un tono che accetta repliche o lascia intendere che sia contemplato un "no" come risposta. Torna a sedersi sul divanetto e accavalla le gambe al contrario rispetto a prima.

«Tu mi dici chi sei veramente, chi ti manda e che cosa vuoi sapere da me. Voglio la completa verità in cambio della verità che vuoi sentirti raccontare.»

«Come il signor Bravi» noto, quasi sussurrando le mie parole.

«Come il signor Bravi» ripete, mostrando il sorriso di una che ha la situazione in pugno.

Ce l'ha?

Sì, ma solo perché l'ho voluto io. Senza egoismo, senza superbia. L'ho voluto perché ho sentito di poterlo fare, di potermi far scoprire da lei, senza un motivo preciso. Probabilmente l'ho deciso nel momento esatto in cui Zara ha accusato BB di un reato come l'omicidio. Io so che la verità è ben più di questa sua semplice accusa e sono pronta a qualsiasi cosa pur di scoprirla.

«D'accordo» dico, ricambiando il suo sguardo con altrettanta aria di sfida.

Lei sorride, sporgendosi verso di me interessata a quello che devo dirle. Rifletto bene sulle mie risposte e poi comincio, soppesando le mie parole.

«Le ho detto la verità sul mio nome e non mi ha mandata nessuno. Sono venuta qui di mia spontanea volontà.»

«Perché?»

La guardo diffidente, ma solo per un attimo di titubanza. «Dovevo fare delle ricerche. Io non ho sempre vissuto in questa città. Ci sono nata, sì, ma all'età di cinque anni io e mia madre ci siamo trasferite altrove. Poi, oltre un mese fa siamo tornate e adesso abitiamo a casa di mia nonna.»

«E perché hai cominciato queste tue ricerche?»

Zara segue con attenzione ogni mia parola, ma non c'è astio o pregiudizio nel suo sguardo. Solo pura curiosità.

«Nella nuova scuola ho conosciuto Bruno Bravi.»

Sentendo il nome di BB, Zara sobbalza leggermente e le sue spalle si irrigidiscono.

«Lei lo conosce bene, vero?» oso domandare, ma Zara non lascia trasparire nulla dai suoi occhi gelidi come la neve.

Alla fine annuisce, sconsolata, e rilassa nuovamente le spalle, cedendo ai ricordi.

La prima volta ti travolgeWhere stories live. Discover now