23 (parte 2)

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La campanella suona l'inizio della ricreazione tra le esclamazioni di sollievo dei miei compagni, e le due professoresse se ne vanno, parlottando tra loro. La Oliter si gira ben due volte verso BB prima di scomparire dietro la porta, ma quest'ultimo non la degna di uno sguardo. I prof sono rimasti d'accordo che avrebbero discusso quel pomeriggio il lavoro da sbrigare per l'organizzazione della festa e che poi ne avrebbero parlato anche a noi. L'aula si svuota per metà e Kyle mi fa vedere una bottiglietta vuota per dirmi di vederci alle macchinette.

Sbuffo, alzandomi controvoglia. Ho riflettuto sul comportamento di BB per tutto il tempo e più ci pensavo, più la rabbia montava. Inoltre, le risate da oca della Bertini e della sua amica non mi hanno certo aiutata a mantenere la calma. Ad ogni modo, non mi importa un bel niente del loro parere o di quello di chiunque altro nella mia classe. La cosa che mi ha dato molto fastidio è stato il fatto che BB lo abbia fatto apposta. Mi ha umiliata davanti a tutti, ma soprattutto è stato un affronto che egli voleva fare proprio a me. Non capisco il suo cambio repentino di umore. Il giorno prima mi rassicura e il giorno dopo fa sì che tutta la classe rida di me, e probabilmente anch'egli con gli altri. È stato davvero crudele e desidero capire il motivo che lo ha spinto a comportarsi così.

Prendo il mio cellulare e mi avvio verso la porta. BB si schiarisce la gola proprio quando passo davanti alla cattedra. Gli rivolgo uno sguardo di sottecchi: voleva attirare l'attenzione, è ovvio. Tuttavia, non mi guarda e continua a leggere un test appena ritirato. Faccio per proseguire, ma ripete lo stesso verso di prima. Mi spazientisco e incrocio le braccia al petto, incenerendolo con lo sguardo.

«Ha qualcosa da dirmi prof?» gli chiedo acida.

Lui si guarda attorno prima di incrociare il mio sguardo con occhi innocenti. «Reputa che io debba dirle qualcosa, Difetti?»

Il suo comportamento mi stizzisce e abbasso la voce quando ribatto: «Che cosa le prende oggi?».

Il suo sguardo muta e assume l'aria di uno che sa che ha fatto qualcosa di sbagliato. Nonostante ciò, resta impassibile davanti al mio sguardo indagatore.

«Non so di cosa lei stia parlando.»

Torna a correggere il test e io attendo che i pochi alunni rimasti in classe escano, lasciandoci soli.

«Come si è procurato quell'occhio nero?»

Mi sono spinta troppo oltre e me ne rendo conto solo dal cambiamento del suo sguardo, che diventa più freddo di prima, duro come pietra, mentre ribatte prontamente: «Le ho già detto di lasciar perdere la ricerca, giusto?».

Annuisco, non capendo dove voglia andare a parare. Poi prosegue, sporgendosi in avanti sulla cattedra: «E allora perché mi sta facendo l'interrogatorio?».

Abbozza un sorriso forzato, come a sviare l'attenzione dal fatto che abbia appena ignorato le mie domande. Borbotto delle lamentele, mentre lui comincia a cercare un test in particolare tra la pila di fogli che ha appena raccolto. Quando lo trova, me lo porge.

«Credo che lei debba provvedere ad aumentare i suoi voti, piuttosto che perder tempo. Perché oggi ha preso la prima insufficienza dell'anno e vorrei fosse l'ultima. Non so se ci siamo intesi...» sottolinea, battendo un indice sul mio voto scritto in alto a destra sul foglio e in rosso.

Lo prendo con uno scatto ed esamino rapidamente ogni correzione. Ve ne sono pochi, ma la mancanza di contenuti ha decisamente svalutato la valutazione finale. Osservo il mio 4 e sbuffo fragorosamente.

«Intesi?» domanda di nuovo il prof, osservando la mia reazione.

Annuisco, guadandolo male e me ne vado senza neppure salutarlo.

La prima volta ti travolgeWhere stories live. Discover now