33 (parte 2)

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BB fa due gradini verso di me, ma non mi raggiunge. Si blocca a metà strada, con la mano posata sul corrimano e un piede sul gradino superiore, e mi guarda dal basso.

Nei suoi occhi leggo qualcosa di insolito, come una sorta di titubanza. Provo a mettere meglio a fuoco il suo sguardo. Sarà la distanza oppure il fatto che mi trovi molto più in alto di lui, ma mi sembra di percepire un'emozione diversa sul suo viso, come timore. È intimorito da me?

«Che cosa deve dirmi?» domanda, senza osare muoversi dai primi gradini della scala.

Lo studio da lontano, osservo il suo sguardo perplesso e decido di raggiungerlo. Quando i gradini tra noi diventano pari a zero e io mi trovo su quello su cui si è fermato lui, mi sento di aver già perso un punto a mio vantaggio. L'altezza conta molto in queste circostanze.

Racimolo le parole che ho pensato di usare per dirgli dell'incontro. O meglio, per non dirglielo. Ma quello che trovo nella mia mente è solo un immenso caos nel quale decido che sì, dovrei essere ormai abituata a destreggiarmi.

Tuttavia, un istante dopo mi ritrovo a dire qualcosa che non corrisponde per niente ai miei pensieri. La mia bocca parla da sola, senza considerare minimamente il mio cervello, spinta da un impulso partito da dentro, da molto in profondità.

«Che cosa succede tra lei e Jordan?» domando con voce seria, matura, che non mi sembra neppure la mia.

Capisco subito che ho appreso qualcosa di importante da Zara senza neanche averlo fatto apposta: essere maturi gioca a proprio vantaggio. Infatti, BB mi osserva attentamente prima di rispondere, come se mi vedesse per la prima volta in un modo diverso, come se non capisse da dove provenga la risolutezza della mia voce, l'impassibilità del mio sguardo e la mia fermezza nel mantenere i miei occhi fissi nei suoi.

Ebbene, mi ha detto che sono un'ingenua... beh, d'ora in avanti non lo sarò più!

Si siede sul gradino e sposta i piedi sul secondo più in basso per stare più comodo. Non mi dice di fare lo stesso, ma mi invita a farlo con i soli occhi prima di spostare lo sguardo in un punto lontano davanti a sé.

«Cosa dovrebbe stare succedendo?»

Classico di BB: rispondere ad una domanda con una domanda. Ma questa volta non gli permetterò di lasciarmi prendere in giro e comincerò già da oggi a fargli vedere che non ha capito un bel niente di me, di come sono fatta. Crede di conoscermi perché sa sempre quale sarà la mia prossima battuta? E questo gli dà in qualche modo il diritto di darmi dell'ingenua e trattarmi come se non meritassi nient'altro che essere trattata come se fossi un oggetto, proprio com'è successo poco fa?

Allora, mio caro BB, non hai capito un bel niente.

«Lei non ha capito niente» mi lascio sfuggire ad alta voce, dando forma al mio pensiero.

Il prof leva uno sguardo sorpreso e confuso su di me. Apre la bocca per ribattere qualcosa, ma alla fine la richiude e le sue labbra si piegano in un ghigno simile ad un sorrisetto.

Capisco che sono andata troppo oltre, che ho esagerato. Mi siedo al suo fianco, cercando recuperare in qualche modo.

«Non volevo dire quello che ho appena detto. Io intendevo...» mormoro, ma le parole mi muoiono sulle labbra. Mi sento morire dentro dall'imbarazzo e mi maledico per non sapere mai quando è il momento di frenare la mia bocca e i miei pensieri.

BB prende a ridere sommessamente al mio fianco, mentre china il capo e poi lo scuote ripetutamente. Quando lo rialza, i suoi occhi si posano su di me e, seppure il suo viso sembri divertito, c'è qualcos'altro che invece lo rende cupo e spento in profondità. Qualcosa di molto lontano, appena percettibile, uno strato molto sottile nascosto da quel suo sorriso divertito, i quali dettagli hanno un non so che di artificiale.

La prima volta ti travolgeWhere stories live. Discover now