Capitolo 92- Istinto

20 5 8
                                    

Per quanto si impegnino a correre più velocemente di lui, sembra che non sia abbastanza, anche perché egli avanza come un animale, la coda che va a destra e manca mentre che procede, facendo grossi tagli e buchi nel legno del pavimento quando la punta della sua coda, affilata come un coltello, la va a sfiorare o proprio si immerge nel legno per sbaglio nel suo ripetuto saltare per oltrepassare i cadaveri.

Cadaveri tra cui le due giovani si sono districate già in precedenza , non facendo quasi caso a dove mettevano i piedi e quindi a cosa pestavano, mentre adesso oltrepassano le ultime sedie rimaste nella sala, Stephanie che ancora stringe a più non posso il braccio di Coleen e quest'ultima che si fida ciecamente della prima, preferendo non girarsi neppure un istante a vedere l'essere.

L'essere che, perlopiù, sta diminuendo la distanza da loro di secondo in secondo, come accorciando un filo di lana tirandolo a sé per cucire : le due lo sentono, sentono la sua presenza, come se stesse già con il fiato sul loro collo, ad alitare calore che, di tutta risposta, fa venire loro la pelle d'oca.

Possono sentire soprattutto il loro stesso battito cardiaco rimbombare nei loro petti, come un fastidioso tamburo dal ritmo in accelerata e la paura le inonda - dalla testa ai polpastrelli delle dita dei piedi - al sapere che non gli ci vorrà molto ad azzerare completamente le distanze, non quando lui si muove come se avesse quattro zampe e loro sono su due semplici gambe umane, cercando di fare i passi più veloci e lunghi che è loro possibile, temendo il rischio di cadere a terra, di scivolare per un qualsiasi motivo, come mai prima di quel momento.

Sanno che potrebbero morire da un momento all'altro, tutte e due ne sono più che certe, è un fatto che ruota a ripetizione nella loro testa: la situazione è così critica che rende quasi impossibile il sopravvivere e lo scappare soltanto non aiuta, non aiuta quasi per niente.

Quando raggiungono la porta che le dovrebbe rigettare - una volta superata - davanti alle tre entrate, affianco alla scialuppa, non possono neanche aprirla che lui è già lì, pronto a saltar loro addosso da bestia quale è.

Stephanie lo schiva, scostandosi di lato e, poiché tiene ancora stretto il polso di Coleen con forza e frustrazione, talmente tanta forza che alla rosa potrebbe bloccarsi il flusso del sangue nelle vene della mano, anche lei riesce ad evitare che la bestia insanguinata le si getti contro per un soffio, lanciando un urlo acuto, forse un po' stridulo, quando sente le sue lunghe unghie graffiare e strappare la cucitura sul fianchetto della sua felpa, quasi raggiungendole le carni.

Quasi cade nello spostamento, riesce ad evitare il crollo solo perché aggrappata alla corvina, ma questo non cambia il modo orribile il cui il suo piede atterra, provocandole una storta a cui geme di dolore.

Non ci vuole molto prima che il demone dai capelli rossi torni all'attacco, puntando proprio a lei, che in un istante soltanto, viene spinta via da Stephanie di istinto, facendola cadere il più vicino possibile al muro alla loro destra ed il più lontano fattibile dall'aggressore.

Stephanie tira poi fuori il coltello che aveva gettato nella tasca in precedenza, sentendo le braccia tremare vistosamente.

La giovane corvina non sta pensando. Non sta nemmeno chiedendosi perché lei stessa abbia preso l'arma così facilmente, senza mettersi a valutare altre opzioni.

È più un istinto, l'ovvietà, una vocina che le dice che, senza neppure tentare di difendersi da quell'essere, saranno entrambe aggiunte alla pila di cadaveri della stanza e tutto finirà così.

E la vocina, sempre la stessa, al centro della sua testa, rifiuta questo fatto: vuole sopravvivere a tutti i costi, anche a prezzo di fare qualcosa di totalmente inumano, perché lo è, inumano, l'assassinio, ma non ha importanza in questo momento.

Farebbe davvero di tutto pur di non essere divorata viva e di non vedere magari Coleen fare questa stessa sorte prima di lei.

Non vuole sentire le sue urla, non vuole essere impotente e disperata, non vuole, quindi metterà da parte i dettagli, li ignorerà tutti, dal primo all'ultimo, pur di uscirne.

Con il corpo che sembra caldo come non credeva fosse possibile, le ciocche di capelli che le finiscono davanti agli occhi, il sudore che le bagna la fronte ed il collo e la lama stretta saldamente nel pugno, Stephanie reagisce istantaneamente quando il demone la attacca, mollandogli un calcio dritto dritto nello stomaco.

Il colpo, comunque, non lo ferisce, non abbastanza: lo fa indietreggiare per quattro, cinque passi, ma non perde l'equilibrio e si riprende da esso quasi all'istante, caricando l'avversaria senza ripensamenti, facendo subito per colpirla con gli artigli utilizzando entrambe le mani e poi perfino sfrutta la propria coda come una frusta.

Essa sibila nell'aria e schiocca, va a schiantarsi ripetutamente nel pavimento attorno alla corvina ed ad aumentare i buchi, tanto che il legno è ridotto ad un colabrodo... Ed acqua marina inizia a filtrare da essi, seppur non in grande quantità.

Stephanie, di risposta agli artigli della mano sinistra, si piega e li schiva, sentendo comunque qualche ciocca di capelli venirle tagliata, mentre la mano sinistra viene fermata dal suo agitare il coltello: Ella formula infatti un arco e gli provoca un taglio sul palmo, non troppo profondo, ma comunque abbastanza da strappargli del vero e proprio dolore dal volto, un volto che fino a pochi istanti prima era stato quasi totalmente immerso di pazzia, pazzia pura trasmessa da ogni suo singolo occhio e dal sorriso più che largo che gli attraversava la faccia, mostrando una serie di canini terrificanti, ancora sporchi di sangue e da bava che gli dava l'aria di un animale - come se già non la avesse avuta in precedenza - con la rabbia.

È la corvina stessa ad attaccare, in seguito, non lasciandosi tempo di riprendere fiato, preferendo agitare l'arma anche nell'altro verso e poi ripetere l'azione una terza volta, ma questa in orizzontale, invece di essere soltanto un modo per tenerlo lontano e graffiarlo a malapena, riesce a provocargli un taglio più grosso dalla spalla fino al ventre.

Anche il demone però risponde, a questo, poiché i suoi artigli le vanno ad infilzare il fianco

E di immediata risposta, Coleen appare alle spalle della testa rossa e lo colpisce con una padella.

E di immediata risposta, Coleen appare alle spalle della testa rossa e lo colpisce con una padella

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Ventiquattr'ore 2- SinsWhere stories live. Discover now