Capitolo 52- Non È Questo Il Punto

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Beth alza la testa

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Beth alza la testa.

I suoi grandi occhi celesti mi fissano, prima parecchio confusi, poi lei aggrotta la fronte e scuote la testa lievemente.

-Non ti avevo detto di lasciarmi stare?- chiede con tono alquanto ironico, un po' come la sua espressione mi appare, aspettando dopo in totale silenzio la mia risposta.

Io annuisco semplicemente, senza attesa alcuna.

-E allora perché non lo fai? Mi stai solo disturbando- sbotta, girando la faccia verso il muro.

-Volevo sapere come stavi- rispondo - La tua espressione ed il tuo uscire così in fretta dalla stanza mi ha abbastanza preoccupato. - faccio una pausa, una pausa in cui il mio sguardo guizza sul corvino, il quale è troppo vicino per non star ascoltando.

Scacciarlo mi sembra crudele, ma mi sento parecchio a disagio a dover parlare con Bethany così.

-Vorrei davvero sapere cosa ti sia successo. - asserisco, ruotando i miei stessi pollici, vedendo la ragazza aprire bocca in fretta come per rispondere acidamente, ma la blocco con il riprendere il discorso il più in fretta possibile - Ma capisco che potresti non volerne parlare.- dico quindi, notando come Beth torna a chiudere infatti bocca, sgranando leggermente le palpebre.

- Dopotutto sono cose tue e ci conosciamo a malapena da cinque giorni scarsi, non mi sembri la tipa che inizia a parlare di qualcosa che sente o che è dedicata a lei con facilità... E lo comprendo. Anche io generalmente preferisco non espormi, se lo faccio adesso è solo perché sento che non siamo nella situazione adatta a trattenerci ed isolarci. Diventa più pericoloso... E se vogliamo sopravvivere tutti dobbiamo essere capaci di affidarci almeno un po' gli uni con gli altri. -

Deglutisco e sento gli occhi di Beth che tornano quasi a studiarmi, attendendo che continui nel discorso.

Un discorso che, sinceramente, non ho idea da dove sia saltato fuori: all'inizio mi ero sentito con una plateale mancanza di terminologia, adesso sto dicendo qualsiasi cosa che mi passi per il cervello... È già tanto che abbia un senso, davvero. E che io non abbia iniziato a balbettare come uno scemo.

-Ma non è questo il punto- una parte di me vorrebbe poterle afferrare una mano, non ho idea di che manie espansionistiche stiano cercando di afferrarmi, perciò tengo le mie braccia - entrambe! - strette in una morsa tale che queste paiono fare una W - Volevo dirti... Che se hai bisogno di parlare o altro... Io sono disposto ad ascoltarti. Qualunque cosa sia. -

Lei mi fissa ancora. Sento l'imbarazzo iniziare a prendermi dalla testa ai piedi, tanto che subito mi gratto la testa e mi chiedo quanto strano io sia apparso, se magari per lei sto vaneggiando o simili.

-Che poi tu non voglia proprio, beh, non mi offenderò. Cioè, sono a tua disposizione, ma sei tu quella che deve decidere, non voglio obbligarti. - concludo, riuscendo a mantenere un apparenza quasi tranquilla, abbozzando un sorriso leggermente teso, il tutto mentre mi rimetto in piedi - sì, perché nel tutto mi sono praticamente messo piegato sulle mie stesse ginocchia, solo per potere più o meno essere alla sua stessa altezza, una cosa che infatti mi fa urlare le gambe quando me ne torno in posizione originale -.

Bethany annuisce soltanto, poi asserisce un - Okay - ed un - Grazie- con forse un tono un po' meno innervosito e sarcastico rispetto a prima, anzi, sembra quasi rilassato e pensieroso, abbastanza da farmi tirare un sospiro di sollievo interno.

Non so quale problema abbia, non so cosa le stia dando fastidio e non voglio forzarla a parlarmi: quando sarà pronta e soprattutto quando vorrà, sarò disponibile ad aiutare ed ascoltare, che il discorso duri cinque minuti o sei ore di fila.

Mi volto e prendo dunque ad avviarmi per tornare da Steph, Valentine, Coleen e Mob, lanciando solo un occhiata indietro per qualche secondo, prima da Dylan - notando come lui si guardi le mani con insistenza - e poi di nuovo da Beth, riuscendo a catturare come lei chiuda gli occhi, sospiri un poco ed inesorabilmente si alzi... Andando ad avvicinarmisi ed afferrarmi il bordo della stoffa della felpa.

Non sembra disposta a trattare della cosa, ma a tornare dal gruppo nella stanza della porta forse sì: ha il viso che pare dipinto di varie striature di rosso, le quali vanno perfino a coprirle le orecchie e sembrano scivolare anche lungo il suo collo, aumentando di intensità man mano che i secondi passano.

-Grazie davvero... Oliver- stringe leggermente la mia felpa con la mano, diventando quasi bordeaux, un mix che, non ho idea del motivo, mi porta ad arrossire a mia volta come un pomodoro.

E per qualche altro motivo che non so assolutamente capire, tanto che per un istante mi chiedo se sono ubriaco o se sia soltanto una cosa normale, la mia mente si sofferma su un unico pensiero.

Bethany... È davvero molto carina.

Tra quei capelli castano chiaro, gli occhi grandi e simili ad un cielo senza nuvole, coperti da quelle lenti circolari, le goti rosse e morbide, le labbra schiuse...

"Oh, Dio, cosa sto pensando? Mi sta dando di volta il cervello? "

Mi costringo a ricacciare via l'idea in fretta, desiderando potermi schiaffeggiare una mano sulla faccia.

Se lo facessi, sicuro come la luce del sole, lei mi guarderebbe tra il male ed il confuso.

-Di niente- dico, preferendo tenere con frustrazione la W di contenimento piuttosto che finire magari con il cercare in maniera estremamente piena di disagio di fare qualsiasi cosa che potrebbe saltarmi per la testa.

Funziona, grazie al cielo, ed insieme riusciamo a tornare verso la stanza con la porta, con lei che si stacca dalla stoffa, guardando altrove, ed io che mi mordicchio il labbro inferiore fino a sentire quasi il sapore di metallo in bocca, tutto a causa delle pellicine che si strappano una dopo l'altra.

-E... Ehm... Scusami- aggiunge - Per... Averti risposto male prima...ecco- borbotta lei, apparendo visibilmente a disagio - Non avrei dovuto-

-È okay. Mi sono sentito dire molto peggio. E poi non è che mi hai insultato o simili...-

- Scusami lo stesso. Non te lo meritavi - insiste, il tono fermo e serio, questo prima di attaccare probabilmente la frase centrale e sembrare quasi sorpresa per qualche attimo - Di molto peggio...? -

- Posso dire che mia mamma e il mio teorico padre non avranno mai il premio dei migliori genitori dell'anno- tiro per le corte.

-Mi spiace-

Agito la mano, come per dirle di non farci troppo caso, cosa a cui dopo un po' di incertezza riesce a fare, spostandosi gli occhiali sul naso con un movimento di anulare.

Quando raggiungiamo la stanza con i materassi, la visuale di Stephanie, Mob e Coleen, una che se ne sta seduta ansimando, una che si tiene la pancia e l'ultima che ha un aria quasi stralunata ci confonde entrambi a dir poco.

Ventiquattr'ore 2- SinsWhere stories live. Discover now