Capitolo 22- Spiegati Meglio

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-Eh?- facciamo io e Valentine praticamente in coro, io battendo le palpebre ripetutamente, lui semplicemente sembrando quasi caduto dalle nuvole

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-Eh?- facciamo io e Valentine praticamente in coro, io battendo le palpebre ripetutamente, lui semplicemente sembrando quasi caduto dalle nuvole.

-Credo di essere io il domatore- ripete Oliver, deglutendo, gli occhi grigi che sono diretti verso il basso.

-Come puoi dirlo?- domando io, con l'agitazione che ammonta man mano - Cosa te lo fa credere? E perché ce lo stai dicendo?-

Valentine si alza in piedi, lasciando che la sedia dondoli dietro di lui per lo scatto svolto, non staccando lo sguardo dal biondo neppure per un istante, quasi non dandosi neanche tempo di battere le ciglia.

- Al contrario di voi, molte cose io le ricordo. - inizia a parlare Oliver, rimanendo immobile dove si trova, strappando via da me una grossa ondata di nuovo shock, tale da farmi boccheggiare come un pesce fuori d'acqua - Se non probabilmente tutte. Non lo so. Potrei averne perso qualcuno, ma appunto non ho idea di quali, sinceramente -

Io e Valentine stiamo zitti come vere e proprie tombe, aspettando che lui proceda e ci dia quindi delle spiegazioni, cosa che lui fa immediatamente.

- Non ho accennato nulla riguardo a questo in precedenza perché... Ecco... Avete subito iniziato a dire che probabilmente chi ricordava le cose era un traditore e roba del genere. - borbotta - E mi ha fatto venire del panico, in parte... Mentre dall'altro lato... Ero davvero confuso. Questo perché... Fino a ieri, credevo che questa situazione non fosse davvero reale.-

"Non fosse reale? Cosa vuol dire?"

-Spiegati meglio- asserisce Valentine, tornando a sedersi, l'aria di chi sta valutando e cercando di decifrare ogni parola, lo sguardo assottigliato ed una serie di rughe che gli percorrono la fronte.

-Okay. Allora... mi sa che devo iniziare dal principio- batte nervosamente le dita della mano sinistra sul dorso della destra -Ma per farlo, vi devo raccontare un po' di me, credo. E non so se calcolerete per davvero quello che vi dirò, ma... Ve lo dico perché sento il bisogno di parlarne. Lo stare zitto su questo fatto mi stava uccidendo. - Ci guarda entrambi, poi prende una grande, grossa quantità di ossigeno.

- Sono figlio di una famiglia molto ricca, una delle più ricche di America. O almeno, mia madre è molto ricca, mio padre invece è un uomo della servitù con cui mia mamma ha tradito quello che teoricamente è suo marito per un matrimonio combinato . Ho una sorella minore di nome Iris, che ha cinque anni in meno di me ed è interamente una Harris, al contrario mio.
È una ragazzina molto ingenua e per certe cose abbastanza viziata, che spende e spande per qualsiasi cosa le capiti tra le dita e che la intrighi. -

Oliver prende di nuovo fiato dopo aver concluso tale parte di discorso, chiudendo e riaprendo gli occhi.

-Non so quanti giorni fa, non ne ho idea, lei ha portato a casa un videogioco strano, con una copertina strana. Così strana che subito mi sono allarmato, anche perché poteva esserci di tutto lì dentro e l'unica cosa che non volevo era di ritrovarmi mia sorella traumatizzata perché magari un bastardo aveva trovato divertente scambiare un videogioco con un porno e darlo ad una dodicenne. Perciò da fratello maggiore ho deciso di controllarlo, utilizzando il casco di realtà aumentata. Poco dopo averlo acceso ed aver inserito i miei dati, poiché senza non si apriva proprio niente, mi sono ritrovato nella "stanza da letto" in cui siete capitati tutti voi. Sono stato uno degli ultimi ad arrivare, infatti non ho neppure fatto in tempo ad entrare che subito ci hanno costretti a giocare al Laser Game... -

-Quindi... -

-Sì. Siamo tutti chiusi in un videogioco. E io credevo all'inizio che voi foste tutti dei semplici personaggi creati dal gioco, ne ero praticamente certo e per certi versi ero intrigato dalla situazione. Poi però... Ieri sera, quando sono rientrato nella mia stanza, credendo che sarei potuto uscire normalmente... È successo qualcosa di altrettanto strano. Sono uscito sì, ma pochi istanti dopo mi sono ritrovato di nuovo qui, come se vi fosse stato un black out del mio cervello. Senza più la possibilità di uscire dal gioco e quindi bloccato dentro di esso come tutti voi.-

-E quindi... Quello che ti fa credere di essere il domatore. La memoria. - commenta sempre Valentine, la testa inclinata verso sinistra.

-Esattamente. Ero insicuro per i primi istanti, ma calcolando me stesso, nei peccati capitali non mi ci ritrovo particolarmente. Forse un po' in ira, su certe cose, ma non abbastanza a mio parere... E riguardo al camaleonte, non so che dirvi, se non del fatto che non sono un traditore e non ho intenzione di uccidere qualcuno. Non credo di avere neppure abbastanza fegato per poterlo fare. Che poi, che mi crediate o meno, dipende da voi-

Cade del silenzio, parecchio silenzio: Oliver passa lo sguardo da me all'albino in continuazione, come sperando in una risposta da parte di uno dei due.

Io sinceramente non so cosa dire.

Sembra tutto così assurdo! Ma allo stesso tempo ha senso e non so perché, davvero.

È come una sottospecie di istinto interiore che mi dice che ha ragione, che non sta mentendo.

Poi non so se questo suddetto istinto mi stia prendendo il culo o meno, ma sinceramente spero di no, anche perché Oliver mi sta simpatico e sapere di avere un nemico in meno da scovare ed affrontare mi rassicura, soprattutto se il mio cervello lo vede ancora come una parte della 'squadra' in cui ci siamo divisi.

-Ti credo- rispondo infatti io - Tutto sembra già parecchio strano di sé, non sarebbe poi così bizzarro aggiungere una ennesima stranezza all'elenco, no?-

Il volto di Oliver si accende in un sorriso che sa di pieno sollievo, facendomi un cenno con il capo, questo prima di andare a dirigere lo sguardo a Valentine.

L'albino sta riflettendo: ha una mano sotto il mento ed un che di impossibile da comprendere in faccia.

Sia io che il biondo aspettiamo che dica qualcosa e questo accade dopo una decina di secondi.

-Questo spiegherebbe perché non abbiamo odori, penso. - azzarda - E il perché sia comparso un letto nelle nostre stanze, completamente dal nulla. Tutto è possibile se sei in un videogioco, dopotutto - alza il volto, andando ad incrociare lo sguardo dell'altro - D'accordo. Ti credo anche io. Non sono sicuro al cento percento del fatto del tuo essere il domatore, anche perché magari ti potrebbero aver messo dei ricordi falsi, perfino, ma ti credo. -

 -

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Ventiquattr'ore 2- SinsWhere stories live. Discover now