Capitolo 35- Ho Paura

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La porta si chiude davanti ai nostri occhi e cala un pesante silenzio

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La porta si chiude davanti ai nostri occhi e cala un pesante silenzio.

-Se questo è capitato... È solo colpa di voi due- sbotta la corvina nei confronti di Anjelica e Dylan, lanciando uno sguardo velenoso alla castana rossiccia, la quale non la ascolta, anzi, sembra piuttosto non tenere conto di niente e nessuno -Se non aveste perso tempo a fare la coppietta, probabilmente non sarebbe mai comparso lo Smile. Ed altrettanto probabilmente avremmo sì continuato la partita, ma almeno l'unica persona che sembrava sforzarsi davvero per risolvere i problemi di questo posto non sarebbe stata gettata lì dentro! Io spero vivamente che ne esca fuori, lo spero per lui, lo spero per noi tutti e lo spero per voi due, perché sappiate che se non lo fa... - la vidi stringere fortemente i pugni - Farò in modo che ve ne pentiate. -

I due non commentano, non azzardano a proferire parola... E questa probabilmente è una delle uniche cose che abbiano fatto di corretto, perché poco ma sicuro se avessero tentato anche solo ad accennare un termine, sarebbe stato il turno della corvina quello di alzare le mani.

Anche io sono molto arrabbiato, lo sono perché trovo che quello che hanno fatto ci abbia danneggiati tutti, in un modo o nell'altro e... Ho paura per quello che potrebbe accadere a Valentine.

Ho paura che quella porta lo abbia inghiottito per sempre e che, dopo di lui, faccia la stessa cosa con ognuno di noi, uno dopo l'altro, con solo io che assisto fino agli ultimi, rimanendo nella solitudine più totale.

Ho paura di vedere Stephanie sparire, magari domani o dopodomani, forse perché facciamo qualcosa che il gioco non gradisce, forse perché ne ha semplicemente voglia... E questo terrore mi divora il cervello, tanto che sinceramente avrei bisogno di un abbraccio in questo momento, avrei bisogno di qualcuno che mi svegli da quello che sembra un sogno, ma che non lo è affatto.

Se fossero tutti frutto della mia fantasia, se fosse solo uno scherzo masochista che il mio cervello sta giocandomi per cacciarmi fuori da giorni come quelli che ho vissuto alla baita, beh, vorrebbe dire che nessuno rischia per davvero, che posso aprire gli occhi e trovare davanti Iris, con quei suoi occhi rotondi e verdi, con quei suoi capelli biondo platino, simili ai miei per la capacità di finire sempre sugli occhi.

Però non è frutto della mia fantasia, magari lo fosse... E l'idea mi fa rimpiangere quei periodi di noia totale passati a non fare praticamente nulla, cercando di non ascoltare i soliti discorsi sempre e solo basati di politica fatti da mia madre, ma soprattutto mi fa rimpiangere quei bellissimi pomeriggi passati ad equitazione.

Ho sempre avuto un debole per gli animali a quattro zampe... E i cavalli sono i miei preferiti: in specifico, quello che si potrebbe definire l'amore della mia vita, è un arabo purosangue di nome Klaine.

Klaine, già : un quadrupede dal manto nero come la pece che avrebbe dovuto appartenere proprio a mia sorella, ma che con lei aveva un rapporto decisamente meno stretto, difatti la più piccola risultava a dir poco insensibile con la bestiola - una bestiola che lei stessa aveva richiesto al padre, perlopiù - e di tutta risposta il cavallo arabo era diffidente nei suoi confronti.

Con me invece è sempre stato tutta un'altra storia: diventavamo un tutt'uno e potevamo stare ore e ore a cavalcare senza stancarci mai per davvero, realizzando delle ore passate solo per via di cause secondarie.

"Vorrei poter guardarlo, accarezzarlo e cavalcarlo per l'ultima volta" penso, non riuscendo a trattenere un sospiro rassegnato al notare come su nove, cinque di noi se ne vadano come se niente fosse, lasciando solo me, Steph, Mob e Coleen.

-Cosa significava secondo te quell'Opzione tre che lui ha detto prima che giungesse la freccia?- mi chiede Stephanie stessa, lanciandomi uno sguardo carico di emozioni, tra cui leggo confusione e tristezza amara, come se la rabbia mostrata nei confronti della coppietta stesse man mano sfumando per venire sostituita solo da preoccupazioni dedicate all'albino.

-Non saprei, di preciso. Ho notato che continuava a fissare in basso... E non capisco perché dire quello, davvero non lo so...- inizio, mordicchiandomi il labbro inferiore per nervosismo.

Una vocina nella mia testa mi dice che se avessi l'intelligenza di Valentine probabilmente lo avrei risolto in pochi secondi, perché dopotutto, una persona che di colpo ti formula un piano dal nulla, che usa un brain storming per giungere ad una conclusione su un numero dentro ad una scatola, che ruota tutti i pezzi di un puzzle notando la differenza delle sfumature d'azzurro... Bhe, sarebbe capace di fare due più due molto velocemente.

Ma io non ho il suo cervello... E quindi la risposta non mi pizzica, tanto che scuoto la testa con esasperazione.

-Possiamo solo aspettarlo dunque. Aspettare che esca da quella porta e chiederlo direttamente a lui- fa Mob - Penso che dobbiamo avere fiducia in lui e sperare che ne esca con tutto il cuore. Anche pregare se siete credenti e se lo trovate necessario.-

-Io da qui non mi muovo in ogni caso- dico io stesso - Non voglio abbandonare questa stanza. Non lo trovo giusto.-

-Nemmeno io- asserisce Stephanie - È come se venisse dato per scontato che non ne uscirà vivo. E senza di lui... Non credo che andremo molto lontano.- fa una pausa - Per me è già un amico. Non gli volto le spalle-

-Uh... A questo punto vado a prendere i materassi?- chiede Coleen - Perché se non ci scolliamo da qui in quattro, a meno che non vogliate dormire per terra... Ci servirà qualche cosa su cui sdraiarci o sederci nell'attesa-

-Ti do una mano- concordo, sorridendole - Voi tenete la porta aperta, noi andiamo a prendere appunto i letti, poi facciamo scambio.-

-Chiarissimo- asseriscono Steph e Mob all'unisono, annuendo entrambe - E qualcuno dovrà anche andare a prendere il cibo, sennò  in secondo caso digiuneremo per un giorno intero e non credo sarebbe una cosa molto divertente. -

-Okay- Coleen mi sorride, questo prima di esclamare un - Andiamo!- e fare un piccolo saltello, le braccia dietro alla schiena.

-Andiamo- concordo, avviandomi all'istante con un passo accelerato.

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Ventiquattr'ore 2- SinsWhere stories live. Discover now