Capitolo 43- Vuoi Davvero Saperlo?

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È strano svegliarsi senza percepire il vibrare della piastrina, davvero molto strano

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È strano svegliarsi senza percepire il vibrare della piastrina, davvero molto strano.

Quando mi tiro su dal letto, con una quasi totale calma nei movimenti , me ne rendo conto.

A tratti mi chiedo se io mi sia svegliato prima della vibrazione, ma ne dubito alquanto, poiché altrimenti non mi sentirei pieno di forze al punto tale da non avere bisogno di restare a letto più di così, neppure per godere del calore delle coperte.

Per questo mi alzo, pronto a viaggiare verso il bagno per sciacquarmi la faccia e rimuovere tutti i risidui del sonno dal mio volto... E forse dal corpo stesso in sé, con una doccia fredda, pur sapendo che mi toccherà reindossare sempre la felpa nera che ci hanno ceduto, che lo voglia o no.

Ma nel momento in cui mi sono alzato e ho raggiunto la sala per dirigersi verso il bagno, noto come Coleen sbuchi dalla porta di destra e schizzi di corsa lei in bagno, venendo seguita da Bethany e Mob, lasciandomi accigliato e confuso a dir poco.

"Cosa diavolo sta succedendo?" mi chiedo, battendo le palpebre più e più volte, deglutendo a vuoto, l'idea generale della doccia che scoppia come una bolla di sapone.

Riprendo a camminare - mi ero fermato, nolente o volente - e man mano che cammino accelero il passo, non sapendo se provare a dirigermi a dietro dei tre o se evitare.

Finisco comunque con il farlo, passando attraverso la cucina e la stanza con l'enorme quadro, vedendo quella del bagno spalancata.

Dall'odore che si inizia a sentire e dal rumore generale, ci vuole poco per capire che, dietro una delle sei tende, Coleen stia vomitando.

La cosa mi fa ancora più confusione, tanto da mandarmi letteralmente in tilt.

Se chiedessi qualcosa, però, da come mi sono comportato tre giorni fa... Non credo che mi risponderebbero molto volentieri, anzi.

Rimango dunque lì, aspettando e non proferendo parola alcuna, vedendo poi poco più tardi Coleen, l'occhialuta e Mob scivolare al di fuori dal primo dei sei bagni, gli ultimi due che sorreggono la rosa, pallida come un lenzuolo.

Il gruppo, appena mi vede, si ferma sul posto e ciascuno di loro ha espressioni diverse dipinte in volto.

Bethany ha uno sguardo seccato, molto seccato, come se stesse per sputarmi una frase acida addosso ed appare così gelida che mi viene spontaneo spostare il mio osservare da un altra parte.

Mob d'altronde mi fissa come se cercasse di capire le mie intenzioni, la fronte così aggrottata che mi viene da chiedermi se sia anche solo possibile vedere di peggio, questo prima di tornare con la sua attenzione a Coleen e trascinando anche la mia su di lei per certi versi.

La ragazza ha un aria che sa palesemente di offeso quando i nostri occhi si incrociano e posso solo sentire del senso di colpa salire a galla ed annegarmi la gola con il ricordo della scena in cui Anjelica la ha spinta per il nervosismo della situazione.

-Cosa è successo?- chiedo, distogliendo lo sguardo e grattandomi la testa, sentendo un improvviso fastidio praticamente ovunque, al punto tale che mi sento come se avessi le pulci da tutte le parti - Deve essere il nervosismo a farmelo sentire in tal modo -.

-Hah. Vuoi davvero saperlo? Non hai la tua ragazza a cui prestare attenzione? - fa subito la castana dorata con tono estremamente sarcastico, tanto che mi da i nervi, ma lo ignoro, rispondendo praticamente subito.

-Sì. Lo ho domandato per questo -

Segue del silenzio dal trio, poi a parlare è proprio Coleen.

-Mi da fastidio la vista del sangue. Tutto qui- sussurra, sempre bianca come un cadavere, gli occhi neri che si chiudono di netto, con un lento mandare giù la saliva.

"Sangue? Davvero, cosa diavolo..."

L'immagine della porta di destra da cui sono uscite mi balena nella mente e così, invece che chiedere altre domande che probabilmente riceverebbero solo risposte aspre, mi avvio in tutta fretta per raggiungere la destinazione, passando velocemente  la sala, raggiungendo prima la stanza con i libri e poi... Quella della porta.

Mi paralizzo all'entrata nel visualizzare tutti i materassi sul pavimento e soprattutto al notare prima una figura sdraiata in uno dei cinque letti, con - notate in seguito - Oliver e Stephanie.

Quest'ultima appena mi vede si alza in piedi, fissandomi con dell'assassino e velenoso, così serio e minaccioso da farmi trattenere il fiato, gli occhi palesemente rossi dal pianto.

Anche il biondo si alza, accostandosi dall'altro lato, come per dirmi di non avvicinarmi troppo.

Ma ignoro sia lei, sia lui, facendo qualche lento passo in avanti per osservare meglio la figura nel letto, che il mio istinto sa alla perfezione chi sia, ma che voglio rendere il più chiaro possibile.

E se prima provavo solo dell'accenno di senso di colpa davanti allo scenario di Coleen, ora mi sento anche peggio, tanto che il mio stesso stomaco sembra ribaltarsi.

Valentine mi sta antipatico, okay, posso dire che di non sopportare il suo atteggiamento ... Ma non gli avrei comunque augurato mai una situazione del genere.

Sono sollevato dal fatto che, nonostante tutte le bende che lo avvolgono e quello che è sangue colato sul materasso, stia respirando, seppur sembri a tratti che sia immobile e basta.

-Vorresti farci il piacere di andartene?- chiede la corvina con tono disgustato ed aggressivo, avanzando pure lei di qualche passo, tanto da essermi davanti, le braccia incrociate e lo sguardo furente -Non c'è posto qui per te. Anche se improvvisamente ti fosse salito il desiderio di dare una mano, saresti inutile. Sei arrivato tardi per questo. -

Sto zitto, non mi azzardo neanche a spiccicare parola, ma non mi muovo da dove sono, vedendo l'inchiostro degli occhi della giovane che mi lanciano ancora dello sprezzante addosso, il tutto mentre Oliver si piega sull'albino, coprendolo lentamente con una coperta, andando poi ad appoggiare la mano sulla sua fronte per sentirne la temperatura.

-Allora? Hai intenzione di startene davvero qui come uno stoccafisso? Vai dalla tua amata e smettila di disturbarci. Noi non abbiamo tempo da perdere -

Scuoto la testa e mi sposto, ma non esco: vado piuttosto a sedermi per terra contro il muro, accettando le ennesime occhiatacce senza proferire parola.

Ventiquattr'ore 2- SinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora