Capitolo 99- Squarcio

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Quella scena

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Quella scena. 

L'assistere all'essere che scaraventa Coleen ovunque e soprattutto ripetutamente, come se fosse uno sport o qualcosa del genere, tramite la sua lunga coda mi fa chiudere le mani a pugno così tanto forte che mi pianto addirittura le unghie nella carne, il mio respiro che si fa affrettato a dismisura, arrivando perfino a sembrare che proprio non ci sia neanche.

La disperazione mi annebbia il cervello, accompagnata dalla nebbia già presente, probabilmente dovuta alle tre ferite che sorgono sul mio fianco, ma questo solo per alcuni secondi.

Non riesco a trattenere la rabbia a fissare di nuovo il volto della testa rossa una volta dopo che i suoi sei occhi guizzano nei miei, brillando in una maniera che sembra quasi dire 'riprovaci pure, così la facciamo finita. Vi divorerò entrambe e di voi non rimarranno neanche le ossa', tutto mentre digrigna i denti e si copre il naso brevemente per nascondere il fatto che sia, per via della caduta, spaccato.

Mi getto addosso a lui con ferocia, il coltellino ben stretto nel pugno, le mani che non mi tremano più nonostante tutto e la mia gamba sinistra che interviene, quasi praticamente all'istante, nel mentre che egli avanza a sua volta: va infatti a fargli uno sgambetto che lui evita, provocandogli comunque un inclinazione, un inclinazione di cui ne approfitto per far sfrecciare il coltello in sua direzione.

Ancora una volta, egli si difende, utilizzando la coda, ma con una rapidità che non avevo idea mi appartenesse, faccio saltare la mia stessa lama da una mano all'altra, avendo già un vaga idea del fatto che avrebbe ripetuto la stessa tattica difensiva.

E con la seconda mano infatti vado a tranciargli la coda a metà, facendola ricadere a terra e strappando urla estremamente acute all'essere, il quale si contorce a tal punto che sembra si stia dimenando da una presa solida da cui vuole sfuggire a tutti i costi.

Nel suo dimenarsi è totalmente distratto, perso in una sofferenza tale che sembra addirittura che io lo abbia castrato invece di tagliare una semplice fonte di equilibrio... Ma non mi sento in colpa per questo fatto, non me ne sento neanche un pochino, cosa che mi dirige all'istante a focalizzare la sua gola, a concentrarmi su di essa, a notare i pattern dei suoi spostamenti e poi a prevederne dunque uno, andando a provocare un profondo taglio sul suo pomo d'adamo, uno squarcio che schizza sangue da tutte le parti praticamente all'istante.

Uno squarcio che lo porta ad avvicinare le mani al proprio collo, cercando di bloccare il flusso e quindi di smetterla di soffocare nel suo stesso liquido vitale, fallendo miseramente, cosa di cui mi sento parecchio soddisfatta, non avendo nemmeno un briciolo di ripensamento o di disgusto nei miei confronti.

Una cosa strana, contando l'inizio, ma forse vederlo ferire la ragazza dai capelli rosa, la quale è tutt'ora priva di sensi, accasciata sul legno, mi ha fatto più effetto di quanto mi sarei immaginata agli inizi, abbastanza da togliere anche solo la più piccola fiaccola di pietà che magari sarebbe potuta nascere ad assistere alla sua pena.

Agonizza per una altra decina di secondi prima di crollare al suolo, provocando un ennesimo buco dei suoi e soprattutto scivolando nel vuoto fino a finire direttamente nell'acqua che  sta al di sotto, risultando estremamente vicina, talmente tanto da farmi trattenere il respiro.

E proprio in quel momento, nel momento in cui lascio perdere sotto per girarmi e tornare da Coleen, uno, la mia ferita decide di rompere ancora le scatole, provocando una fitta così intensa che sembra che mi si stiano stringendo le interiora, due, l'adrenalina mi esce man mano dalle vene, lasciandomi debole e pesante, il mio intero corpo che sembra addirittura gridare al più piccolo spostamento.

Come se non bastasse, sono tornati perfino i giramenti e con maggiore prepotenza, abbastanza da farmi cadere a mia volta in avanti, sentendo il legno spaccarsi e quindi cadendo giù nell'acqua salata, fredda come il ghiaccio, mista al sangue caldo dell'essere che io stessa ho sconfitto pochi istanti prima.

Ogni singola parte del mio essere viene aggredita dal liquido, viene morsa dalle onde che mi entrano nelle narici e nella bocca, anche se sto cercando disperatamente di tenerla chiusa.

E sprofondo, non riesco a nuotare, non riesco a muovere nessuno dei miei arti, né i superiori né gli inferiori, semplicemente finisco più in basso, sempre più in basso, senza avere la possibilità di reagire.

Bolle escono dalle mie labbra e sento i polmoni andarmi a fuoco per mancanza d'aria ed il desiderio di salire a galla mi infiamma il petto.

Questo accade per tre minuti, anche se per me in realtà sembra un infinità di tempo, perché tutto in seguito sparisce e mi sento risucchiare dall'alto.

Poi cado, di nuovo... E mi schianto su delle piastrelle, tossendo e ripiegandomi su me stessa dal dolore che è così intenso nel suo essere mischiato alla sofferenza dovuta alle lesioni ricevute che mi sembra di essere finita all'inferno e mi lascio scappare un grido di dolore prima di non avere proprio più aria per poter anche solo emettere un lamento, nemmeno uno piccolo piccolo.

Riesco, dopo aver preso un attimo o due di respiro, costringendomi a non perdere i sensi ancora, ad alzare un pochino la testa, vedendo la figura di Coleen che è sdraiata accanto a me, ancora priva di sensi e quindi immobile come una statua... O come un morto, addirittura.

Vaga preoccupazione insorge per un istante o due nella coltre dei miei pensieri, ma realizzo che fortunatamente sta respirando, seppur in maniera un po' lenta... E con una chiazza di sangue che le percorre il mento e leggermente la camicia bianca.

Deglutendo a stento, sentendo il mondo che mi gira attorno come una trottola impazzita, provo a spingermi in avanti, a trascinarmi verso di lei per controllare, per vedere se ha una qualche ferita grossa od una scheggia di legno nella pelle, ma nulla da fare, non riesco a reggere la fatica.

Semplicemente svengo, la mia vista che trema e si annulla, lasciandomi lì, a terra.

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Ventiquattr'ore 2- SinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora