Capitolo 31- Neppure Per Quello

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Dopo la notizia giunta da Summer, né io né Nat eravamo più riusciti a rimanere calmi

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Dopo la notizia giunta da Summer, né io né Nat eravamo più riusciti a rimanere calmi.

Ci avevamo provato, continuando a girare per New York fino ad essere completamente esausti, con la speranza che così una volta tornati all'hotel ci saremmo addormentati sul colpo e non saremmo invece finiti col cacciarli in discorsi preoccupati... Ma non era andata esattamente in questa maniera.

Sì, eravamo arrivati alla stanza, ci eravamo fatti delle docce, eravamo andati a letto.

Però nessuno dei due si era addormentato, anzi.

Avevamo passato la notte a rigirarci tra le coperte, a chiederci a vicenda se eravamo ancora svegli, guardando l'orologio a ripetizione.

Alla fine eravamo crollati in definitivo solo per qualche ora e ci eravamo svegliati a pomeriggio inoltrato, con la pioggia che picchiettava fuori in un rapido ed irregolare ritmo : io avevo finito con il prendere il cellulare per esasperazione, non avendo idea di cosa fare di altro, anche perché non avevo voglia di scivolare fuori dalle coperte con quel freddo tremendo che mi divorava le carni.

Mi misi a svolgere ricerche su giornali per vedere se la notizia era scivolata fuori, o se ancora una volta avevano cercato di offuscarla per non destare preoccupazioni.

Nat invece aveva appoggiato il mento al mio braccio, il tutto mentre la mia mano libera dal telefono le accarezzava la spalla con lentezza.

Le dita di quella occupata invece scorrevano tra le scritte generali dei giornali, questo senza però ricevere nulla di ciò in cui speravo.

Tra le notizie vi erano assassinii, violenze, rapine... Ma nessun rapimento di possibili sei o sette persone.

-Spero stia bene- borbottò Natalie al mio fianco con tono inquieto e perplesso, quasi tentennante perfino, il tutto mentre il suo sguardo si faceva un pochino perso - Stephanie non era una cattiva ragazza, ma anche se lo fosse stata non augurerei a nessuno una situazione del genere... Vorranno forse un riscatto?-

-Forse... Non lo so. Potrebbe anche essere altro, ma non sapendo quali sono le altre vittime, non si può neanche fare un collegamento decente .- dissi a mezza voce, abbastanza pensieroso - Inizio a domandarmi se non dovremmo magari tornare a casa tua e cercare di saperne qualcosa di più. Indagare è un lavoro di polizia, però... Mi mette ansia non essere a conoscenza di nulla-

L'espressione della ragazza sapeva parzialmente di protesta - forse per il fatto che in teoria il viaggio qui a New York sarebbe dovuto durare un mese e non così poco, anche perché avevamo affittato l'hotel per tale periodo e ci sarebbe toccato disdire tutto, scusarci ed andarcene come se fossimo stati dei criminali o simile - , ma allo stesso tempo mi dava ragione, dimostrato dalla lieve smorfia sul suo volto.

-Se no cerchiamo una di quelle biblioteche con i computer, attiviamo una chiamata su Skype. Non mi piace molto come app... Però... Possiamo provare a fare qualche domanda generale... Non lo so. Mi sembra quasi stupido e... Non abbastanza per una cosa del genere- asserì lei a bassa voce - Dopotutto Summer è stata la prima ad aiutarci in questi anni, la prima che ci copriva con Alex e che in generale ci ha sempre dato appoggio. Mi sento in dovere di fare lo stesso-

-Torniamo a casa, quindi?- chiesi, cercando come una conferma nel discorso in generale giunto da parte sua, guardandola fisso.

Lei tacque, pensandoci su in maniera intensa, tanto da ritornare e prendere delle ciocche e risistemarle poi al loro posto quasi subito, un abitudine che no, non aveva perso minimamente -... Sì. - fece poi, annuendo appena, questo prima di mordersi il labbro e riprendere a parlare - Torniamo a casa. Ti prometto che il prossimo viaggio che faremo non sarà corto come questo e che non verrà concluso per nessuna ragione al mondo-

-Neppure per un possibile matrimonio tra Alex e Summer?-

-Neppure per quello! Lo ritardano di qualche settimana, in quel caso! Cioè, che ragionino prima di posizionare una qualsiasi data di matrimonio! Anche se, secondo me, loro sarebbero il tipo di coppia da sposarsi a Las Vegas perché ubriachi fradici-

Risi, divertito a dir poco dal tono stizzito della rossa nella frase appena detta.

Le diedi un bacio sulla guancia, accarezzandola con delicatezza, strappandole un ovvio sorriso in cui, perlopiù, mi strinse le braccia alla vita, seppur non in maniera troppo forte da farmi male - se lo avesse fatto qualche anno fa, quando ero sul punto di distruggermi ogni osso per la magrezza generale, probabilmente in quel caso mi avrebbe distrutto, altro che. Ma appunto ero riuscito, oltre a farmi crescere i capelli, a mettere su un po' di grasso dove serviva, così da non risultare un complesso assurdamente scheletrico - per poi strusciare lievemente il volto contro il mio petto - un gesto che per qualche motivo mi faceva sempre arrossire, seppur lo facesse spesso. Forse avrei dovuto essere abituato alla tenerezza ed alla bellezza di vedere Nat così stretta a me, ma sembrava che ogni volta, ogni giorno, invece di spegnere il suo sfarfallare, questo aumentasse solamente -.

-Dopo questa cosa da risolvere, quale sarà la meta? Torniamo di nuovo a New York o...? - si interruppe da sola, guardandomi con dell'interrogativo

-Pensavo forse di gettarmi sul Giappone. Più Kyoto che Tokyo all'inizio. Sarebbe un bel modo di pulirci i polmoni da qualsiasi gas di troppo delle città. E sono innamorato dell'idea di dormire nei templi, nel camminare in mezzo ad alberi e costruzioni come quelle.-

-Ti piacerebbe viverci, a Kyoto?- chiese, sorridendomi con leggero divertimento nello sguardo, giocherellando poi con i miei capelli, quasi avvitando una ciocca attorno al suo dito indice.

-Forse. Lo ho sempre visto come posto paradiso, sinceramente -

-E si nota parecchio - lei ridacchiò, andando a baciarmi ancora - Avresti dovuto vedere come ti luccicavano gli occhi al solo parlarne-

Arrossii a tale commento, non riuscendo comunque a non sorridere - Vorrà dire che i miei stessi occhi mi danno ragione. Contento che la mia stessa parte del corpo non contraddica ciò che dico-

-Contenta anche io- concordò lei, un sorrisetto sulle labbra - A questo punto mi hai fatto venire voglia di Kyoto anche a me.-

-Ti interessa tutto quello che mi interessa - dissi, ridacchiando.

-Solo perché lo spieghi in maniera tale che non posso non fare altrimenti! - disse lei, intrecciando le sue gambe con le mie al di sotto delle coperte, questo prima di tirarsi un poco su e lasciarmi una carica effusione a fior di labbra - Inizio ad avere fame. Usciamo a prendere qualcosa?-

Annuii, un sorrisetto sul volto che non si cancellava minimamente.

Ventiquattr'ore 2- SinsWhere stories live. Discover now