1.9 • CONTROLLO

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Intorno a me c'era solo pietra scura.

Il buio non mi consentiva di capire dove mi trovassi ma, a giudicare dal rumore del mare in tempesta che echeggiava tra le pareti rocciose, doveva trattarsi di una scogliera. I miei vestiti e i capelli mi si erano appiccicati addosso e congelati e mi consentivano a stento di muovermi. Mi sentivo stanca. E avevo sete.

Rei era seduto accanto a me, premuto contro il mio fianco, bagnato ma stranamente tiepido a contatto con la mia pelle gelata. Un lampo rischiarò il cielo, illuminando il suo volto stanco.

«Ania» disse, puntandomi addosso gli occhi di un ragazzo appena adolescente, eppure profondi come quelli di qualcuno che ha sofferto abbastanza per una vita intera, «non ti lascerò mai più, te lo prometto».

Del tuono, però, neanche l'ombra. E poi mi svegliai in un letto non mio.

«Ania!» Yumi era sopra di me e mi fissava da distanza ravvicinata

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«Ania!» Yumi era sopra di me e mi fissava da distanza ravvicinata. «Devon, corri! Si è svegliata! Come ti senti?»

«Sono all'ospedale?» domandai.

«No, niente ospedale» si affrettò a rispondere Yumi. «Sei nella stanza di Gilbert. Ti ricordi? Il genio della giuria».

Non avevo mai fatto un sogno tanto realistico; poteva trattarsi di un ricordo?

Yumi mi portò un bicchiere d'acqua e sia lei che Devon si misero a sedere sul mio letto. Scrutando attentamente i loro volti preoccupati, all'improvviso, mi ricordai di Nerissa. La mia rabbia incontenibile. Quel sangue.

«L'ho uccisa» dissi, avvertendo una morsa allo stomaco.

«Certo che no, sta' tranquilla» mi rassicurò Yumi e poi mi abbracciò quasi a stritolarmi. «Non le hai fatto niente».

«Niente?» intervenne Devon. «Barba di Giove! Come niente? L'hanno dovuta portare in infermeria!»

«Devon!» lo redarguì Yumi, carezzandomi i capelli. «Guarirà, non è niente di grave. Ci vuole ben altro per ammazzare quella là. E comunque se l'è cercata».

«Se l'è cercata? Ma stai dicendo sul serio?»

Yumi gli voltò le spalle.

«Io me ne vado» disse Devon, alzandosi in piedi. «Scusa, Ania. Riprenditi presto».

«Non ti preoccupare, davvero. Hai perso il controllo. Può succedere. Hai molto potere e non sei in grado di gestirlo» disse, dopo che Devon ebbe lasciato la stanza.

Si stava sforzando di apparire tranquilla ma la sua voce tradì un tremito. Poi, come se le fosse venuto in mente all'improvviso, aggiunse:

«Non avrai problemi con la legge, perché pare che un po' di instabilità sia normale, alla rimozione dei bracciali».

«Yumi» dissi, cercando di respirare, «la ragazza di cui sia Devon che Rei sono innamorati è lei?»

Yumi sospirò.

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