2.27 • REIJIRO

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Non ricordavo quanti anni avessi quando mi resti conto, per la prima volta, che non tutti amavano Rei quanto lo amavo io. Forse undici o dodici: troppi per entrare alle terme senza strophium ma troppi pochi per fornirgli qualcosa di concreto da sorreggere.

Me ne stavo a mollo nella piscina dei bambini delle Grandi Terme insieme a Yumi quando una serie di fastidiosi schiamazzi aveva attirato la mia attenzione. Era pomeriggio ma, da quando il Fuoco era stato spento, le ore di sole erano andate via via diminuendo fino a sparire del tutto dall'arco della giornata. Da anni, quindi, sull'Impero regnavano il gelo e le tenebre. Era una condiziona alla quale, dopo un po', ci si abituava. La Grandi Terme, però, nelle giornate più fredde, erano piene da scoppiare di persone in cerca di calore e socialità.

«Nakamura si vergogna a togliersi la maglietta!» si sentì.

Che assurdità. Perché mai Rei, che era bellissimo e perfetto, avrebbe dovuto vergognarsi di mostrate una qualsiasi parte del suo corpo? La faccenda sembrava talmente assurda che valutai, per un momento, la possibilità di non interessarmene. Però Rei, che era appena arrivato insieme a Takeshi, effettivamente, stava tentennando.

«Stanno dando fastidio a mio fratello» disse Yumi, issandosi sulle braccia per uscire dalla vasca.

«Ma no» risposi, uscendo dall'acqua a mia volta. «Non è possibile».

«Forza, togliti la maglietta» gli urlò ancora lo stesso ragazzo di prima. «Facci vedere che hai da nascondere, là sotto!»

Si erano praticamente girati tutti a guardarlo, adulti e bambini.

«Andiamo via» gli disse Takeshi, ma Rei non si mosse.

Il ragazzo che stava prendendo Rei in giro si avventò su di lui, gli afferrò l'orlo della maglietta e tentò di sfilargliela con la forza. Rei, per fortuna, era un adolescente magro e scattante quindi riuscì a divincolarsi dalla sua presa. Ma quello non aveva intenzione di mollare e, infatti, pochi attimi dopo richiamò in suo aiuto anche i suoi amici.

«Ehi» intervenne un'altra voce, e io e Yumi ci voltammo per capire di chi fosse. «Non hai altro da fare? Lascialo in pace».

A parlare era stato Hans Vanhanen. Si era messo in mezzo per difendere Rei. Hans non mi era per niente simpatico però non si poteva negare che mettesse gli altri in soggezione. L'altro ragazzo, infatti, ribatté qualcosa che provocò l'ilarità dei suoi amici ma poi si voltò e si allontanò. Hans tornò a tuffarsi e tutte le persone che si erano voltate a guardare la scena, poco a poco, se ne disinteressarono.

Rei, però, era in difficoltà. Era rimasto immobile a bordo vasca. Nonostante non fossero riusciti a sfilargli la maglietta, era mortificato.

«Ehi, Rei» dissi, a bassa voce, facendo scivolare, con discrezione, la mia mano nella sua. «Andiamo a farci il bagno alle Piccole Terme? Che dici?»

«Sì, andate» ci incitò Yumi, preoccupata. «Resto io qui con Takeshi».

Aprii gli occhi. Erano passati anni dal giorno in cui avevo fatto il bagno alle Piccole Terme sola con Rei ma ancora ricordavo alla perfezione il modo in cui, in quella stessa piscina in cui ero ammollo, Rei mi era sembrato splendido e privo dell'ombra di qualsiasi difetto, proprio come sempre. Ancora non sapevo.

«Ma dici sul serio?» mi chiese Yumi, sguazzando accanto a me nella vasca dei bambini, il giorno dopo l'aggressione ai danni di Rei. «Cioè, non ti sei accorta di niente?»

«Di cosa avrei dovuto accorgermi?»

«Il suo petto».

Il suo petto l'avevo notato. Era liscio e bellissimo, esattamente come il resto del suo corpo.

SPQTWhere stories live. Discover now