Capitolo 1

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Lui...

Solo Lui...

Sempre Lui...

Era novembre, non faceva freddo, ma una leggera pioggia cadeva posandosi delicatamente su tutto quel che incontrava. Nonostante la giornata uggiosa, Vivian aveva deciso di andare a fare una passeggiata. Sentiva il bisogno di respirare, voleva scacciare il malumore che da giorni la attanagliava e sapeva che l'unica cosa che l'avrebbe fatta stare meglio sarebbe stato il contatto con la natura; quindi prese il suo cappotto grigio, la sua borsa e uscì, senza neppure curarsi del trucco che le si era leggermente sciolto intorno agli occhi.

Doveva uscire.

Camminò svelta fino ad arrivare ad un lungo viale alberato che portava ad un piccolo parco. Ogni volta che si sentiva triste si rifugiava lì, talvolta si sedeva ai piedi di un albero a leggere, altre volte camminava ascoltando il dolce fruscio delle foglie accarezzate dal vento. Nelle giornate grige come quella non c'era quasi mai nessuno e poteva rilassarsi, abbandonarsi ai suoi pensieri, sentirsi libera e, raramente, persino felice!

Quel giorno però era irrequieta, non sapeva cosa la tormentasse. In realtà la sua vita procedeva come sempre, monotona! Quella mattina, però, appena aprì gli occhi, si sedette sul letto pensierosa, borbottando tra sé e sé:

«Che sogno! Ma che ti prende Viv? Dopo tutti questi anni ripensi a lui? Dai smettila! Alzati! Datti una mossa!».

Si dava sempre degli ordini per scuotersi dalle sue fantasie che altrimenti l'avrebbero lasciata intorpidita per tutta la giornata, ma non riuscì comunque a non pensare a quel che aveva sognato.

Neppure la passeggiata sembrava giovarle, decise allora di provare con un'altra strategia: tirò fuori dalla borsa i suoi auricolari, li infilò e iniziò ad ascoltare della musica. Lanciò uno sguardo furtivo intorno a sé, pioveva, non c'era nessuno, chiuse gli occhi e iniziò a volteggiare. La musica e quei movimenti iniziarono a calmarla e a farla sentire viva.

D'un tratto cominciò a ridere e ridere e ridere, finalmente si stava liberando di tutta quella pesantezza che la stava soffocando fino a pochi minuti prima.

Ad un certo punto le parve di sentire il suo nome...

"Ma no Viv, sei sola... continua... sii felice!" pensò, ma, in quello stesso istante, qualcosa sfiorò la sua mano. Il suo cuore sobbalzò, aprì gli occhi immediatamente e lo vide...

Rimase pietrificata.

La musica risuonava ancora alta nelle sue orecchie, ma lei sentiva solo il battito del suo cuore.

Si sentì avvampare.

Com'era possibile? Lo aveva sognato la notte prima, ma, ormai, non pensava più a lui da anni.

Cosa ci faceva lì, di fronte a lei, in una città diversa?

Perché stava succedendo?

Ormai aveva perso la lucidità.

Lui era davvero davanti a lei e sfoggiava uno dei suoi bellissimi sorrisi. D'improvviso si accorse di avere ancora gli auricolari, li tolse e farfugliò qualcosa.

Era sorpresa e imbarazzata.

«Vivian, non ci credo! Ciao! Come stai?» esordì lui, mostrandosi sorpreso almeno quanto lei.

«Ehm... bene, sto... bene. Sì, che sorpresa! Che ci fai qui? Cioè, scusa, intendevo... Come stai? E... come mai sei qui?» Si sentiva terribilmente in imbarazzo.

Dopo tutti quegli anni lo aveva rincontrato proprio durante uno dei suoi momenti di follia.

"Che vergogna!", era quella l'unica cosa alla quale riusciva a pensare.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now