Capitolo 52

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«Passare attraverso la vita senza amore

è come andare in battaglia senza musica,

come viaggiare senza un libro,

come andare per mare senza una stella che ci guida».

Stendhal

***

La giornata di Alex era stata tediosa.

Per ore era stato seduto pigramente su una seggiola di plastica e tela a buttar giù una brodaglia imbevibile, che una delle due assistenti al set continuava a propinargli definendolo caffè, ma che, in realtà, sembrava acqua torbida, e a farsi torturare le orecchie dall'incessante piagnisteo dell'attrice protagonista, che quella mattina doveva esser scesa giù dal letto col piede sbagliato.

L'unica consolazione era data dal piacevole refrigerio dei diciotto gradi che il condizionatore gli sparava addosso, contrastando il caldo torrido che teneva sotto assedio la città.

Durante una delle innumerevoli pause, aveva risposto alla chiamata di sua madre Susanne, che, oltre a fargli gli auguri, gli aveva ricordato, come ogni anno, che lui era il dono più prezioso che la vita le avesse fatto.

Alex aveva ringraziato e annuito silenziosamente a quella affermazione.

Sapeva che le parole di sua madre erano sincere, ma quel latente senso di colpa non lo abbandonava mai e, in quella giornata, la mancanza di quel padre, che gli era stato ingiustamente strappato via, si faceva sentire ancor più del solito, affollando la sua mente e appesantendo il suo cuore.

Si era chiesto spesso come sarebbe stata la loro vita se Alessandro ne avesse fatto parte.

Se la loro sarebbe stata una famiglia da gite fuori porta la domenica, da vacanze al mare, al lago o in montagna.

Se i suoi genitori sarebbero stati talmente innamorati e complici da capirsi con uno sguardo.

Si chiedeva che rapporto avrebbe avuto con suo padre.

Se lui avrebbe avuto la pazienza di insegnargli ad andare in bicicletta, o a giocare a calcio.

Se sarebbero andati insieme allo stadio.

Tutte domande che non avrebbero mai avuto risposta e che tutti gli anni, in quel giorno, si ripresentavano puntuali.

Si sentì un minimo sollevato solo quando, nel pomeriggio, dopo l'ennesima crisi di nervi dell'attrice, Paul decise di interrompere le riprese e rinviarle alla settimana successiva.

Con l'agilità di un felino schivò tutti quanti e sgattaiolò fuori dalla villa arroccata sul mare nella quale era stato allestito il set, poi, sfidando il sole cocente, si diresse a passo spedito verso la sua auto.

Una volta all'interno, dopo aver azionato il condizionatore, scorse velocemente i messaggi che Vivian gli aveva inviato, constatando che era in compagnia di Matt e prendendo atto del fatto che vedersi prima dell'orario stabilito non era un'opzione.

Ignorò il messaggio d'auguri di Genevieve, come anche le innumerevoli chiamate di Max.

Per quanto Vivian avesse cercato di convincerlo della sua buona fede, il fatto che il suo migliore amico non avesse tenuto la bocca chiusa lo irritava a dismisura.

Pertanto, messo da parte il telefono, accese lo stereo e subito la voce inconfondibile di Venditti, che cantava Ogni volta, riempì l'abitacolo facendogli tremare lo stomaco.

Quella era una delle poche cose che conosceva di suo padre: andava matto per Venditti.

Sua madre gli aveva raccontato che, quando era incinta, Alessandro le faceva ascoltare le sue canzoni, con la speranza che l'inconfondibile e vibrante voce del suo cantate preferito suscitasse nel suo piccolino le stesse emozioni che suscitava in lui e che, fin da subito, il suo cuore si tingesse di giallorosso.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now