Capitolo 46

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«Battere le ali contro la tempesta avendo fede che dietro questo tumulto splenda il sole».

Virginia Woolf

***

Il pomeriggio di quel 7 giugno, tiepido e silenzioso, piacevolmente accarezzato da un venticello lieve, che smuoveva stancamente le fronde degli alberi, attraversate dai raggi di un sole ancora primaverile, li sorprese sullo stesso divanoletto, l'una accanto all'altro, intenti a battibeccare.

«Quindi, è così che mi immaginavi? Tutta curve, stretta in una tutina viola?» lo rimbrottò Vivian, che, con indosso solo una canotta larga di Alex, la graphic novel aperta in mano, un sopracciglio sollevato, gli occhi stretti in una fessura quasi severa e le labbra piegate in una smorfia interrogativa, lo fissava.

«Beh, più o meno, ma – arrancò lui – vedi anche il lato edificante della narrazione».

«È mezz'ora che leggo e ancora non l'ho trovato» fece lei divertita dalla soggezione che stava generando in lui.

Dopo aver scoperto l'identità del volto stilizzato e incompleto che gli marchiava il fianco, Vivian aveva deciso di leggere la sua storia, promettendo di mettere da parte la sua ritrosia e il suo lato iper-critico, ma, di fatto, non riuscendoci.

Non era un'amante dei fumetti, nota dolente per Alex.

Lei preferiva di gran lunga immergersi e inabissarsi in pagine e pagine colme di parole, adorava i romanzi lunghi, con capitoli che superavano le venti pagine, densi di dettagli e descrizioni di qualsivoglia genere.

Era in grado di trascorrere ore, giorni anche, a immedesimarsi e a empatizzare con i personaggi dei romanzi che selezionava accuratamente, a immaginare di vivere le loro vite e a farsi accompagnare da loro nelle sue lunghe e spesso estenuanti giornate.

Di contro, non era particolarmente attratta dal genere fantastico, e, solitamente, la annoiavano a morte le storie di fantomatici Supereroi in grado di salvare il mondo con un dito!

Alex aveva cercato più volte di mostrarle il fascino di quelle narrazioni e delle loro illustrazioni, non riscuotendo il successo voluto, e spesso aveva lasciato cadere il discorso, ma sulla sua opera non voleva cedere di un passo.

Ne andava fiero e desiderava che anche lei la apprezzasse.

«Dai, Viv, la trama è intrigante e ha una morale non da poco. – asserì deciso – Trovo sia scorretto da parte tua ridurre tutto alla fisicità dell'eroina».

«A me sembra che sia stato tu a dare molto più peso alla sua fisicità, che al resto» replicò Vivian proseguendo a sfogliare le pagine e soffermandosi a esaminarne attentamente i disegni.

Ha proprio un gran talento pensò, mentre con le dita percorreva i contorni di quelle raffigurazioni.

Ogni linea era tracciata con fermezza.

La sua tecnica non era perfetta, ma i suoi tratti rudi erano elegantemente smussati dal magistrale gioco di ombreggiature e sfumature. Quelle diverse gradazioni e venature, impresse con passione, riuscivano a far trasparire l'intensità delle sensazioni e delle emozioni che accompagnavano ogni azione.

Avrebbe fatto sicuramente un buon lavoro con il romanzo di Attilio Sestrieri, Vivian non aveva dubbi in merito e un po' si bacchettò per non avergli proposto prima una collaborazione.

Alex sarebbe potuto essere la marcia in più che mancava alla loro casa editrice. Avere un illustratore del suo calibro in squadra avrebbe certamente catturato l'attenzione di autori che per anni li avevano snobbati, preferendo la concorrenza.

Vivian - La forza di ricominciareजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें