Capitolo 10

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Completamente apatico, Alex decise di chiamare Max.

Aveva bisogno del suo amico, aveva bisogno di raccontargli quel che era successo, pur sapendo che lui gli avrebbe dato addosso. In passato Max non aveva visto di buon occhio il fatto che lui avesse perso la ragione per una donna impegnata e in più Vivian non gli andava molto a genio, ma Alex si fidava solo di lui e in quel momento avrebbe sopportato qualsiasi cosa pur di averlo accanto.

Dopo averlo chiamato e aver ripreso la macchina, ancora parcheggiata davanti alla caffetteria di Gio', si diresse a casa e, quando arrivò, Max era già lì ad aspettarlo.

Al telefono era stato criptico, gli aveva solo chiesto di vedersi ma il suo amico, che lo conosceva bene e che captava anche la minima inflessione nel tono della sua voce, si era precipitato da lui senza fare domande.

Appena Max lo vide gli sorrise e, mettendo le mani avanti come per impedirgli di parlare, disse: «Fammi indovinare... Vivian!»

Alex non rispose, si limitò ad annuire e ad aprire la porta di casa.

Dopo aver preso due birre ed essersi seduti sul divano, Max iniziò l'interrogatorio senza però ricevere alcuna risposta. Alex non sapeva nemmeno da dove iniziare. Si sentiva ridicolo. Non aveva mai dovuto faticare con le donne, gli bastava un sorriso e qualche sguardo ammiccante per farle cadere ai suoi piedi e adesso avrebbe preferito mozzarsi la lingua piuttosto che ammettere di aver fatto un enorme buco nell'acqua.

Quando riuscì a farsi coraggio e, con non poco imbarazzo, a raccontare al suo amico i fatti accaduti in quell'ultima settimana, compreso l'epilogo funesto di quella mattina, lui non fiatò. Lo guardava con gli occhi sbarrati, le labbra semi-aperte contratte in una smorfia stupita e i palmi delle mani rivolti verso l'alto come a chiedere "Perché?"

«Dimmi qualcosa... è un'ora che parlo e tu te ne stai lì a guardarmi senza dire una parola!» sbottò Alex.

«Cosa dovrei dirti? – rispose Max e poi aggiunse retoricamente – Che sei un coglione? No, perché, sai di esserlo, vero?»

Alex non rispose, si sollevò in piedi e sbuffò sonoramente.

«Senti, – proseguì Max – sai che non nutro particolare simpatia per lei, però stavolta non posso darle torto. Non la vedevi da anni e dopo una settimana le dici che è praticamente la donna della tua vita?!»

«Non è quello che le ho detto!» ribatté Alex scocciato.

«Va bene! – insistette Max – Allora rispondi sinceramente: se dopo anni, una tizia, con cui hai, a mala pena, scambiato quattro chiacchiere tra amici, ti si presentasse davanti dicendo che sei l'unico uomo di cui si sia mai innamorata, cosa penseresti? – chiese, per poi aggiungere in tono sarcastico – Beh! Io, che è da ricovero!»

«Cazzo! – disse Alex dopo averlo ascoltato e, passandosi una mano fra i capelli, aggiunse – Ho fatto un casino!»

«E te ne sei accorto solo adesso? – lo rimbeccò Max – Per non parlare del fatto che per lei sei un amico del suo ex!»

«Andrea non è un mio amico!» ribatté Alex con uno sguardo d'odio.

«Lo so – disse Max – ma, che tu lo voglia o meno, l'hai conosciuta solo perché stava con Andrea ed è stato lui a presentartela!»

«Non farmi pensare a quel... – rispose Alex in maniera talmente adirata da non riuscire a terminare la frase – Sai che è stato lui a lasciarla?»

«Cosa??» esclamò Max sgranando gli occhi per lo stupore.

«Assurdo vero? – ribatté Alex – Quando Vivian me l'ha detto non riuscivo a crederci. Per tutti questi anni ho sempre pensato che lei lo avesse beccato con una delle tante con cui la tradiva e che l'avesse mollato e invece...»

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now