Capitolo 11

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In amore vince chi ride, chi piange, chi aspetta, chi trema, chi va, chi torna, chi resta.

In amore vincono tutti. Perde solo chi fugge.

Alberto Sorge




Alex trascorse il fine settimana a rimuginare su quel che aveva fatto e sulla reazione di Vivian.

Più volte era stato sul punto di chiamarla, ma, fortunatamente, Max gli aveva tolto il telefono dalle mani convincendolo ad aspettare.

Ricordandosi che tra lunedì e martedì lei sarebbe rientrata dal breve viaggio di lavoro, decise di attendere al mercoledì mattina prima di chiamarla e così fece.

Con le mani che tremavano e il cuore a mille fece partire la chiamata. Mentre squillava si schiarì la voce e fece dei respiri profondi, ma dopo un minuto circa cadde la linea.

"Sarà occupata" pensò e attese qualche minuto prima di riprovarci, ripetendo nuovamente lo stesso schema.

Anche la seconda chiamata andò a vuoto, come la terza, la quarta e tutte le altre che seguirono. Decise allora di scriverle:

Ciao Viv, vorrei solo scusarmi con te... Possiamo vederci?

Un'ora più tardi lei non aveva né visualizzato né risposto e quando provò a richiamarla il telefono risultava spento. Non sapendo cosa fare chiamò Max che, dopo aver sentito tutto, gli disse:

«Scusa se te lo faccio notare, ma ti stai comportando da stalker!»

«Voglio solo parlarle, chiederle scusa e provare a rimediare...» disse Alex frustrato.

«Ma se lei non vuole né parlarti né vederti devi accettarlo!» lo rimproverò Max.

«Cazzo, Max! Ti ho chiamato per avere un consiglio non per farmi fare una paternale!» sbottò Alex.

«Se pensi che ti dirò di andarla a cercare, beh, ti sbagli di grosso!» ribatté Max.

«Hai proprio ragione – disse Alex in tono riflessivo e aggiunse – andrò alla casa editrice!»

«Cosa?! No! Che cazzo dici?? Sembri uno squilibr...» cercò di fermarlo Max, ma Alex chiuse la chiamata, salì sul suo Pick-up e si diresse verso il centro città.

In quindici minuti arrivò al palazzo, si avvicinò al portiere dicendogli di avere un appuntamento. L'uomo, gentile e premuroso, gli indicò gli ascensori e gli disse di salire al terzo piano.

«Sto facendo un'altra cazzata!» si disse un attimo prima che le porte dell'ascensore si aprissero proprio davanti alla porta a vetri della casa editrice dove una giovane donna, fasciata in un tailleur color pesca, gli andò incontro e lo accolse con un sorriso smagliante.

«Buon giorno, si accomodi! Io sono Linda, come posso aiutarla?»

«Buon giorno, sono Alex e... uhm... avrei bisogno di vedere Vivian» rispose lui.

«Oh! – rispose la ragazza sorpresa – Avevate un appuntamento? Non mi ha lasciato detto nulla!»

«In realtà no, è un problema?» chiese incerto Alex.

«Vivian oggi non c'è, non so ancora quando tornerà – le spiegò Linda che, vedendo la delusione farsi strada sul volto di quell'affascinante uomo, aggiunse – Ma posso farla parlare con il nostro capo, lui saprà aiutarla certamente».

Imbarazzato, Alex rispose: «Non è necessario, grazie!» e sgattaiolò via velocemente.

Si disse che se non era lì probabilmente sarebbe stata a scuola; erano solo le 11:45, aveva ancora una piccola speranza di trovarla lì, quindi corse verso la sua nuova meta.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now