Capitolo 5

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«C'è un momento in cui devi decidere:

o sei la principessa che aspetta di essere salvata,

o sei la guerriera che si salva da sé».

Marilyn Monroe

***


Alex diede un'occhiata all'orologio della macchina, erano le 2:30, poi si voltò nuovamente verso Vivian, non voleva svegliarla. Guidò fino a casa sua e, una volta arrivato, la prese in braccio e la portò nella sua camera. Le sfilò con delicatezza il cappotto e i sandali e poi, con una coperta, la coprì.

Restò qualche istante a guardarla.

Lei era lì, addormentata sul suo letto, quello stesso letto nel quale tante volte aveva pensato a lei, quello stesso letto nel quale l'aveva sognata.

Aprì delicatamente il suo armadio e prese dei pantaloni e una maglia, poi uscì dalla camera in assoluto silenzio e, dopo essersi cambiato, si buttò a peso morto sul divano.

Non dormiva da più di ventiquattro ore eppure non riusciva a prender sonno.

Dopo un'ora trascorsa a girarsi e rigirarsi si alzò per bere dell'acqua. In cucina, il piano della penisola era ancora in disordine. Dopo l'impresa culinaria lui e Vivian si erano scordati di pulire.

A quella vista sorrise.

I momenti di quella giornata gli scorsero velocemente davanti agli occhi, ma, nonostante si sforzasse, non riusciva a non pensare a quando, durante il ballo, Vivian lo aveva attirato a sé avvicinando le labbra alle sue.

Quel momento si ripeté in continuazione nella sua mente finché dei lamenti non lo riportarono alla realtà.

«No, ti prego! Basta!»

Era Vivian.

Alex si precipitò nella camera.

Lei dormiva ancora ma urlava, aveva il viso rigato dalle lacrime.

Alex le si avvicinò e cerco di svegliarla.

«Viv, svegliati, Viv, va tutto bene. È solo un incubo. Sei al sicuro!» le sussurrò dolcemente, mentre con le mani le accarezzò il viso asciugandole le lacrime.

Lei aprì gli occhi e lui le diede un bicchier d'acqua.

«Bevi... hai avuto un incubo, ma va tutto bene. Sei al sicuro».

Lei prese il bicchiere e lo ringraziò.

«Dove sono?» chiese disorientata guardandosi intorno.

«Nella mia camera. Ti sei addormentata in macchina e ti ho portata qui».

«Mi dispiace! – disse lei e, poco dopo, toccando con la mano sinistra il fiocco e facendo una smorfia di dolore, aggiunse – Questo vestito mi sta torturando il collo...»

«Aspetta, ti dò qualcosa di mio, così starai più comoda» propose Alex aprendo l'armadio, poi le porse una sua maglia.

«Grazie!»

«Figurati! Se hai bisogno, io sono di là...» e uscì dalla stanza.

Lei rimase seduta sul letto a ripensare al suo incubo.

Alex si sdraiò nuovamente sul divano, ma poco dopo sentì la porta della sua camera aprirsi.

Accese la luce del salotto e vide Vivian entrare.

«Tutto bene?» chiese vedendola ancora col suo abito indosso.

«Sì, cioè, No! Non riesco a slacciare il nodo che ho fatto. Mi potresti aiutare?»

Vivian - La forza di ricominciareDonde viven las historias. Descúbrelo ahora