Capitolo 40

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Quando l'amore non è follia,

non è amore.

Pedro Calderon De La Barca


Quando, alle 18:35, il telefono prese a squillare insistentemente, facendo scoppiare la loro bolla, fatta di risate, di baci, di carezze sulla sabbia, degli stridii dei gabbiani e del suono armonioso della risacca, Vivian tornò bruscamente alla realtà sentendosi tremendamente in colpa.

Rispose a Matt, scusandosi per il ritardo e assicurandogli che sarebbero arrivati nel minor tempo possibile, mentre Alex, afferrata la sua mano, la aiutava a correre sulla spiaggia.

«Quando sono con te il tempo fugge via...» disse lei trafelata una volta in auto mentre cercava, invano, di domare i suoi capelli, diventati ormai una matassa inestricabile a causa dell'umidità e dell'aria salmastra.

«Lo prendo come un complimento» replicò lui sorridendole e facendo manovra per immettersi nella carreggiata.

Quando arrivarono nel luogo indicato, Alex e Vivian si ritrovarono di fronte a un'imponente cancellata bianca, davanti alla quale era sistemato un pannello in legno che recava, intagliato, il nome dell'associazione culturale alla quale l'area apparteneva. Accanto a questo, un cartello vietava l'ingresso al pubblico. Da quel che si poteva desumere, il giardino era di uso esclusivo dei soci, tanto che, oltre la cancellata, stazionava una guardia, dall'aspetto torvo, che aveva il compito di verificare l'identità degli ospiti.

«Vivian!»

La voce di Matt che arrivava dall'interno attirò la loro attenzione.

La guardia, nella sua uniforme verde militare, gli fece cenno con la mano di entrare.

Matt era da solo e Vivian iniziava a sentirsi tesa.

«Finalmente siete arrivati, non ci speravo più – fece lui – Non appena Attilio sarà disponibile ci faranno entrare. A quanto mi è stato detto, è la sua ora di meditazione quotidiana».

«Bene, allora procediamo con le presentazioni ufficiali – replicò Vivian decisa a smorzare la tensione che avvertiva – Matteo Esposito, proprietario e direttore della MA.ES-book – disse indicando Matt – Alexandre Girard» concluse indicando Alex.

I due si strinsero cordialmente la mano.

«Ma, sbaglio o ci siamo già conosciuti?» chiese Matt mentre lo guardava incuriosito.

«In effetti sì – replicò Alex sicuro – Qualche mese fa, nel bar sotto la casa editrice – asserì mentre Vivian li guardava un po' stranita – Il giorno del tuo compleanno, Viv...» le disse risvegliando in lei quel piacevole ricordo.

«Ma certo! – fece Matt entusiasta – Sono felice di rivederti e spero che questo incontro porti buoni frutti».

«Io sono ottimista – replicò Alex – Purtroppo non ho con me il portfolio cartaceo, ma solo una SD-card con alcuni dei miei precedenti lavori...»

«Va bene – ribatté Matt – Non appena Attilio ci farà entrare, potrai usare il mio PC per una breve presentazione».

Poco dopo, la guardia li avvicinò invitandoli a seguirla e facendo loro strada.

Si inoltrarono per un sentiero di pietre chiare e ruvide, disposte in modo meticoloso e alternate a porzioni di sabbia grossa e scura, attorniato da una vegetazione bassa e da rocce lisce e tondeggianti di svariate tonalità. Il sentiero li condusse fino a un bungalow interamente di legno immerso fra gli alberi. Vivian riuscì a riconoscere un salice piangente, maestoso e imponente, alcuni cipressi e un olmo. Al lato destro del bungalow si apriva un'ampia distesa d'acqua, nella quale nuotavano delle carpe rosse e galleggiavano dei fiori di loto, sovrastata da una piccola e suggestiva cascata artificiale, creata con rocce di varie forme e dimensioni. L'area tutt'attorno erano suddivisa in piccole zone ricoperte da sabbia di diversi colori e ornate con statue sacre e panche di legno.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now