Capitolo 17

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«Ciao Gio', tutto bene?» esclamò Vivian rispondendo al telefono.

«Viv, sono in crisi per la disposizione dei tavoli - disse, in tono disperato, Giovanna - Puoi venire in caffetteria? Ho bisogno del tuo aiuto...»

«Gio' in questo momento sono un tantino incasinata...» rispose Vivian dando un rapido sguardo alla sua scrivania. Quel pomeriggio aveva deciso di stilare un questionario su alcune delle opere che i suoi alunni avevano letto durante le vacanze natalizie e in quel momento il suo studio era una baraonda: c'erano romanzi sparsi ovunque e post-it colorati appiccicati in ogni dove.

Come tutte le volte in cui dava inizio ad un nuovo progetto, anche quel pomeriggio aveva dato libero sfogo al caos che albergava dentro di lei!

«Ti prego, Viv! - la implorò l'amica - Ho bisogno di te! Sei la mia testimone e la mia scialuppa di salvataggio... Se continuerò così impazzirò e finirò con l'annullare questo dannato matrimonio!»

«Ehi, ehi! Calmati tesoro! - cercò di rassicurarla Vivian - Mi cambio e arrivo!»

Vivian chiuse la chiamata e, guardandosi attorno, emise un lamento disperato, poi decise che avrebbe ripreso il suo progetto durante il fine settimana, così si infilò dei jeans, una felpa, le sue amate sneackers, il giubbino e, prendendo il telefono e le chiavi, uscì per andare in soccorso alla sua amica, nonché futura sposa.

In dieci minuti arrivò alla caffetteria, appena entrò la vide: era seduta ad uno dei tavolini e armeggiava con la lista degli invitati.

«Eccomi qui!» esclamò Vivian poggiandole le mani fredde sul collo e facendola sussultare per lo spavento.

«Viv, che paura! Non ti ho nemmeno sentita entrare!» disse l'amica.

«Sei super concentrata, vedo...» ribatté Vivian iniziando a dare un'occhiata allo schema che aveva già buttato giù Giovanna, ma quest'ultima si sollevò, la abbracciò e, in un tono supplichevole, sussurrò «Ricorda che ti voglio bene, l'ho fatto solo per questo...»

Vivian non capì, si sciolse dall'abbraccio, guardò l'amica e chiese «Di che parli?»

Giovanna la fece voltare e Vivian lo vide.

Alex era in piedi, con le spalle appoggiate al muro, di fianco ad una delle finestre, le mani infilate nelle tasche dei jeans, aveva uno sguardo colpevole e sorrideva nervosamente.

Dopo il loro ultimo incontro, lui non era riuscito a darsi pace, per l'intera settimana non aveva fatto altro che rimuginare su quell' "Ormai è troppo tardi!" con il quale lei lo aveva liquidato.

Non poteva accettare il fatto che quella sarebbe stata la loro ultima conversazione, non poteva accettare che quelle parole sarebbero state il loro addio e non poteva rassegnarsi all'idea di non vederla più, perciò aveva chiesto a Giovanna di dargli una mano e, contro ogni previsione da lui fatta, lei aveva accettato, così Vivian era entrata nel locale e lui, con il cuore in gola, attendeva solamente una sua reazione.

Vivian aveva volutamente omesso alle sue amiche che, in balia di chissà quale ormone impazzito, la sua parte non senziente l'aveva condotta a casa di Alex, dove si era imbattuta in una donna dalla rara bellezza, aveva, infatti, preferito tenere per sé l'ennesima umiliazione subita, ma aveva anche deciso che Alex non avrebbe più fatto parte della sua vita. Per questo appena lo vide si voltò adirata verso Giovanna e poi fece per uscire dalla caffetteria.

In due falcate Alex le fu dietro e la prese per mano così da impedirle la fuga.

«Viv, aspetta!» le disse.

Vivian - La forza di ricominciareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora