Capitolo 14

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«Beati i cuori che sanno piegarsi, poiché non saranno mai spezzati».

Albert Camus 

***


«No, dico! Ti sembra giusto che io debba venire a sapere che frequenti qualcuno da Emma! La conosci da due giorni e sa più cose lei di me!» sbraitò Patty, visibilmente alterata.


«Non frequento nessuno! E poi scusa tanto se non mi andava di parlartene per telefono! Non ne ho parlato con nessuno! Emma era qui, era appena successo tutto, ho bevuto e gliel'ho raccontato! Non ero in me!» replicò Vivian.

«Ah! Grazie tante! Questo sì che mi fa sentire importante!» affermò ironicamente Emma.

«Oh! Cristo! Siete insopportabili! Non basta che mi senta in colpa per lui, adesso devo star male anche per voi! Non ne posso più! Mi vado a fare un giro!» urlò Vivian stufa della situazione.

Uscì dallo chalet sbattendo la pesante porta in legno e si diresse verso il sentiero che portava al laghetto ghiacciato. La neve aveva ricoperto di bianco ogni cosa dando al paesaggio un'atmosfera magica, fiabesca, che stonava col suo umore nero. Quel luogo avrebbe dovuto farle ritrovare la serenità che nell'ultimo periodo aveva perso, ma, tra Alex che non rispondeva ai suoi messaggi e alle sue chiamate e Patty che se l'era presa a morte perché aveva omesso un dettaglio importante della sua vita, non solo non aveva ritrovato la serenità perduta, stava addirittura perdendo quel poco di sanità mentale che le era rimasta.

Come tutti i pomeriggi, arrivò al laghetto e rimase lì ad ammirare quello spettacolo naturale. Regnava la pace più assoluta. Non c'era traffico, smog, urla, schiamazzi, caos, solo qualche uccellino che svolazzava da una cima all'altra degli alberi e il dolce scricchiolio della neve calpestata. In quel piccolo angolo di mondo non ci sarebbe dovuto essere spazio per dolore, delusione, rabbia, ma l'essere umano non riesce a godere della bellezza senza deturparla.

Vivian avrebbe soltanto voluto contemplare quel luogo senza che i pensieri negativi potessero turbarlo, ma le parole di Alex continuavano a tormentarla, la delusione che aveva percepito e la rabbia con la quale lui le aveva parlato non le davano tregua. Così, come ogni pomeriggio da circa una settimana, provò a chiamarlo sperando che almeno quella volta lui rispondesse, ma, dopo due tentativi a vuoto, si arrese.

Alex l'aveva cancellata, dimenticata, relegata nello sgabuzzino della sua memoria e soltanto per uno stupido errore.

Quella sera, dopo tantissimo tempo, si era finalmente sentita libera. Aveva scherzato con gli amici di Emma e si era lasciata corteggiare da Edoardo che, con la sua spensieratezza, le aveva regalato dei momenti di leggerezza. Poi però Emma le aveva scattato quella foto e lei, presa dal divertimento e annebbiata dall'alcol, aveva pensato di inviarla a Giovanna, giusto per riderci un po' su, ma da quel momento non aveva riso più.

Emma aveva provato a sdrammatizzare sull'accaduto dicendole che ad Alex sarebbe passata presto e che se così non fosse stato allora "è soltanto un idiota!", ma lei non riusciva a scrollarsi di dosso il senso di colpa. Era andata via per non ferirlo ulteriormente e invece, con quel gesto insensato e adolescenziale, non solo l'aveva ferito, ma lo aveva anche perso e, per quanto le costasse ammetterlo, era questo che più la faceva star male.

Quando rientrò allo chalet Emma e Patty le andarono incontro porgendole una tazza di cioccolata calda e dicendo all'unisono «Pace?»

Vivian prese la tazza e, divertita, rispose «Sembrate due bambine».

Loro la strinsero in un abbraccio facendola sedere sul divano davanti alla stufa e Patty le disse:

«Scusa, ho reagito in modo avventato e infantile. Però adesso voglio sapere tutto di questo tizio. E, visto che ti sta facendo soffrire, Emma ed io abbiamo deciso di cercarlo e di fargli la pelle!»

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now