Capitolo 23

107 27 230
                                    



L'indomani mattina fu Vivian la prima a svegliarsi.

Ancora intorpidita dal sonno, schiuse leggermente gli occhi e sorrise.

La sua schiena aderiva perfettamente al petto di Alex e le braccia di lui la avvolgevano possessivamente. Le loro gambe erano intrecciate e lui respirava sereno sui suoi capelli.

Non avrebbe mai immaginato che, dopo anni di angoscia, di paura, di dolore e di frustrazione, potesse sentirsi così in pace con se stessa e col mondo circostante.

Decisa a godersi ancora per qualche minuto quella sensazione di beatitudine, si strinse maggiormente ad Alex, accoccolandosi di più al suo corpo, e fu in quel momento che si accorse che qualcun altro oltre a lei si era già svegliato ed era sull'attenti!

Spalancò gli occhi e diventò immediatamente paonazza, iniziò ad avvampare e la sensazione di beata serenità provata fino a qualche secondo prima fu sostituita da una buona dose di imbarazzo corredata da una forte eccitazione.

Cercò di calmare i suoi ormoni regolando il respiro e provando ad allontanarsi da quel corpo per il quale aveva iniziato a bruciare, ma Alex strinse la presa intorno alla sua vita per poi immergere il viso fra i suoi capelli e mugugnare qualcosa di incomprensibile.

Dormiva ancora.

Vivian cercò nuovamente di sgusciare fuori da quell'invitante morsa, ma si strusciò involontariamente proprio dove non avrebbe voluto innescando così una pericolosa reazione a catena.

Alex mugugnò di nuovo sillabe insensate e si mosse verso di lei senza alcun pudore, mentre le teneva un braccio ancora avvolto alla vita, si insinuò con l'altro al di sotto della felpa, ormai sollevata fino al ventre, risalendo con la mano ad accarezzare la sua pelle calda e intirizzita allo stesso tempo.

Vivian strizzò gli occhi e trattenne il respiro nel momento stesso in cui Alex le afferrò il seno destro e contemporaneamente le sfregò la sua erezione contro sussurrando un «Viv» appena percepibile.

«Alex...» disse lei con un soffio di voce ma lui, che in realtà ancora dormiva, continuò indisturbato. Allora Vivian posò la sua mano su quella di lui per riuscire a spostarla senza svegliarlo, fallendo miseramente.

A quel contatto Alex aprì gli occhi e impiegò pochi secondi a capire cosa stesse accadendo.

Si staccò immediatamente da lei e saltò giù dal letto con un balzo.

«Cazzo! Scusa! Scusa! Scusa! Non volevo Viv! Cazzo!»

Lei si voltò a guardarlo.

Il suo petto, nudo, si sollevava e si abbassava freneticamente, i muscoli erano in tensione, i suoi capelli, scompigliati dal sonno, gli ricadevano in ciocche scomposte sulla fronte, le sue labbra erano rosse, invitanti e piegate in una smorfia quasi dolorosa, mentre i suoi occhi, neri e profondi, erano spaventati.

«Ehi... – sussurrò lei dolcemente – Non è successo nulla, torna qui...»

«No, cazzo! Sono un coglione! Un idiota! Ero addormentato, giuro che non so cosa cazzo mi sia preso!»

«Alex non importa, ok? È stato un riflesso involontario dovuto a... beh, a quello credo...» rispose Vivian imbarazzata scendendo con lo sguardo a indicare l'evidente erezione che Alex prontamente coprì con una vecchia rivista abbandonata su una seggiola lì vicino.

«Non ho scusanti! Non sarebbe dovuto succedere! Io non avrei dovuto fare... Ecco, qualunque cosa io abbia fatto... Cazzo! – si passò nervosamente una mano sul viso – Non so nemmeno cos'ho fatto!»

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now