Capitolo 51

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«Sempre c'è un domani

e la vita ci dà un'altra possibilità per fare le cose bene,

ma se mi sbagliassi

e oggi fosse tutto ciò che ci rimane,

mi piacerebbe dirti quanto ti amo,

che mai ti dimenticherò».

Gabriel Garcia Marquez

***

Giugno era quasi agli sgoccioli, il caldo torrido era arrivato e Vivian stava esaurendo le sue energie.

Nelle settimane precedenti si era dovuta barcamenare fra gli scrutini finali, le prime due prove dell'esame di maturità e la situazione non proprio rosea alla MA.ES-book.

Nonostante lei e Davide fossero riusciti a scovare altri due promettenti scrittori emergenti, dagli ultimi dati forniti dal commercialista, i costi di produzione e di mantenimento superavano le entrate, anche se di poco, e stavano portando Matt a prendere delle decisioni drastiche.

Per di più, seppure Genevieve avesse sgomberato il campo e, in apparenza, "mollato l'osso", la sua presenza, e tutto quel che ne era conseguito, aveva lasciato in Vivian una sensazione di spaesamento e insicurezza duro da scacciare.

Il latente timore di perdere Alex, ormai, non la abbandonava mai.

Dal canto suo, lui, sempre più premuroso, attento e deciso a dimostrarle che le avversità erano ormai solo un brutto ricordo, si era temporaneamente trasferito da lei e, nel suo tempo libero, cucinava, riordinava il loro accogliente nido d'amore e dava una mano d'aiuto a Marlena e Giorgio, felici d'averlo lì, soprattutto Giorgio!

Fra i due si era instaurato, fin da subito, un legame di stima e affetto e Giorgio, entusiasta d'aver finalmente una compagnia maschile, non perdeva occasione per invitare Alex nel suo salotto, lieto di poter conversare di sport, di poter condividere con lui il suo liquore all'anice, del quale andava fiero, e di aver trovato uno sfidante con il quale giocare a scacchi.

La sera del ventiquattro giugno Vivian, dopo un'altra intensa giornata, si apprestava a scendere dal taxi, che si era fermato a pochi metri da casa sua. Sbirciando dal finestrino posteriore, vide il Pick-up di Alex parcheggiato davanti al cancelletto bianco e le luci accese del portico, che illuminavano il vialetto.

A quella vista sorrise e il suo cuore sussultò.

Faceva ancora fatica ad abituarsi all'idea di rientrare e trovarlo dentro casa, e ogni sera provava un'emozione nuova.

Col sorriso ancora sulle labbra, pagò la corsa, salutò il tassista e si avviò decisa a varcare il portone azzurro, unico ostacolo che la separava dall'uomo che amava.

Aveva già salito i tre scalini antistanti il portico quando si sentì osservata e, d'impulso, si voltò, ma non scorse nessuno, solo un'auto scura dall'altro lato della strada, in prossimità del salone di bellezza di Ines. Il punto era poco illuminato e non si riusciva a vedere se all'interno vi fosse qualcuno.

Vivian scosse la testa, dandosi della stupida, e, voltatasi, proseguì.

Una volta dentro casa le note di una canzone e un profumo invitante la accolsero. Si sfilò le scarpe, posò la borsa sul ripiano all'ingresso e, pian piano, si avviò alla cucina.

La tavola, ricoperta da una tovaglia bianca, era già stata apparecchiata, il vino rosso era già stato versato nei calici, una candela era stata accesa e delle margherite, fresche di taglio, erano state disposte in un alto vaso di vetro.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now