Capitolo 24

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«Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo».

Jorge Luis Borges 


Durante la notte che seguì a quella giornata, al contempo turbolenta e stupenda, Alex non riuscì quasi a chiudere occhio. In parte perché era ancora turbato dalla crisi avuta da Vivian, in seguito alla conversazione con Emma, in parte perché vederla seminuda e stringerla a sé nell'acqua cristallina e gelida del lago l'aveva destabilizzato, e in parte perché Vivian, che dormiva da qualche ora accanto a lui, era agitata.

La sentiva respirare sul suo petto in modo affannoso e, di tanto in tanto, stringere le mani a pugno, mentre mugolava qualcosa di incomprensibile.

Iniziò a baciarle delicatamente la fronte e ad accarezzarle i capelli nel tentativo di frenare qualunque supplizio la sua mente le stesse infliggendo.

«Sono qui amore mio... Sei al sicuro» le sussurrò fra un bacio e l'altro e la sentì rilassarsi sotto il suo tocco amorevole.

La mattina seguente lei sembrava tornata quella di qualche giorno prima, come se avesse rimosso completamente l'accaduto.

Era solare e stupenda come sempre.

Era felice di avere finalmente un outfit consono alla montagna ed era desiderosa di fare una lunga passeggiata fra i boschi.

«Avanti Alex, ma quanto sei lento?» lo canzonò mentre lui sorseggiava lentamente il suo caffè.

«Non sono io lento, ma tu troppo energica».

«Ci è rimasta una sola giornata da trascorre in questo meraviglioso posto, non voglio sprecare neppure un minuto!» ribatté lei.

Lui le si avvicinò con fare da seduttore.

«Mi vengono in mente tantissimi modi per trascorrere quest'ultima giornata e ti assicuro che non è necessario varcare quella porta... – affermò circondandole la vita con le braccia e lasciandole un leggero bacio sul collo – E sarebbe tutt'altro che tempo sprecato... Fidati».

«Mi hai promesso un'escursione, ricordi?» replicò lei piccata.

Alex fece vagare le sue dita lungo le forme di lei fasciate da quell'abbigliamento sportivo che lasciava poco all'immaginazione, soprattutto dopo che il pomeriggio precedente l'aveva vista con solo due straccetti di pizzo indosso.

«Ho in mente molte ed estenuanti e soddisfacenti escursioni... – le sussurrò con voce roca – ma, ribadisco, non è necessario uscire da qui dentro...» concluse prendendole fra i denti il lobo dell'orecchio destro.

Un leggero gemito abbandonò le labbra di Vivian.

«Alex... – disse poi posando il palmo della mano aperta sul petto di lui – Non avevamo detto di andarci piano...»

«Hai ragione – affermò lui scostandosi – Scusa, è solo che starti vicino e non poterti baciare, toccare... È più difficile di quanto pensassi» sospirò frustrato.

«Preferisci tornare in città?» chiese Vivian titubante.

«Cosa?! No! Assolutamente no! – replicò prontamente Alex – Dammi due minuti e usciamo» concluse staccandosi dal corpo di lei che però lo fermò.

«Alex, non voglio che ti torturi solo per assecondarmi... Possiamo rimandare a quando rientrerai dalla Grecia».

«Viv, è l'ultimo giorno che posso trascorrere con te, non voglio sprecarlo – ribadì lui, poi, lasciandole un bacio sulla fronte, aggiunse – Andiamo a fare questa escursione...» e le sorrise.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now