Capitolo 39

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Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito delle sue onde.
Charles Baudelaire


Maggio era arrivato presto, con le sue giornate più tiepide e più lunghe, con la brezza che olezzava di margherite, gerbere e glicini, con la voglia di passeggiate e risate.

Ma maggio era anche un mese di scadenze e di partenze per Vivian che, seduta a una scrivania dell'aula professori, compilava il registro elettronico e verificava chi dei suoi ragazzi fosse indietro col programma o dovesse recuperare qualche voto.

Gli alunni della quinta C non la preoccupavano, li aveva seguiti per anni ed erano pronti per affrontare la maturità, ma quelli della terza D la facevano stare in angoscia. Erano scapestrati e immaturi, ancora in preda alla tempesta ormonale che dalla pubertà aveva iniziato a modellare i loro corpi e a governare le loro menti.

Proprio quella mattina si era ritrovata a dover sedare una quasi rissa tra Tania e Gioia, che si erano insultate a vicenda a suon di "zoccola" poiché infatuate dello stesso ragazzo, che, a detta di Serena, oltretutto, se la faceva con un'altra! Insomma, in quella classe era una continua lotta a colpi di estrogeno o di testosterone e il registro sanguinava, ricoperto di 4 e di 5.

Vivian sbuffò e scosse la testa.

«Ehi, che succede?» le chiese Luana seduta alla scrivania accanto.

«La terza D – sospirò Vivian – Non so se riuscirò a portarli al 6. Tolti Rossana e Simone, che hanno la media dell'otto, tutti gli altri arrivano a mala pena al 5, se ci arrivano...»

«Non me ne parlare – fece Luana – Con loro non so più cosa fare, le ho provate tutte. Come si fa a non avere la sufficienza in ginnastica, è assurdo!»

«Sai come vanno con gli atri?» chiese Vivian preoccupata.

«Ho sentito Gecconi, quello di greco, dire che li avrebbe bocciati tutti – spifferò Luana – Stiffi vorrebbe convocare il consiglio per capire se qualcuno si può salvare, dice che, mentre le quinte saranno in gita, si potrebbero organizzare delle ore di recupero».

«Ma io accompagnerò in gita la quinta C insieme a Zaccaria e Guidotti» asserì Vivian strofinandosi il viso con le mani e sprofondando nell'ansia.

Luana si alzò e le si avvicinò poggiandole una mano sulla spalla.

«Viv, non è colpa tua, ce l'hai messa tutta. È una classe di nulla facenti».

«Non sono d'accordo Lu' – replicò Vivian – Abbiamo fallito, questa è la verità, e loro ne pagheranno le conseguenze».

«Sei troppo dura con te stessa... – fece Luana cercando di confortare la collega – Adesso raccogliamo tutto e andiamo via prima che Teresa ci rinchiuda qua dentro» concluse ridacchiando.

L'ultima campanella era suonata ormai da trenta minuti e il cortile della scuola sarebbe dovuto essere vuoto, ma sulle scale esterne, antistanti il portone d'ingresso, le due incontrarono proprio alcune ragazze della fatidica terza D.

Tania, Serena, Gioia e Valentina, insieme a un gruppetto di ragazze di un'altra classe, facevano capannello fumando e chiacchierando fittamente.

«Che ci fate voi ancora qui? – le riprese Vivian – Bene, noto con piacere che vi siete riappacificate» aggiunse rivolta a Tania e Gioia strette l'una all'altra.

«La vita è troppo breve per sprecarla andando dietro a un coglione!»

«Il turpiloquio Gioia – la rimbeccò Vivian – Ma come darti torto...» proseguì sorridendole.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now