Capitolo 34

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«Perché aspettiamo per qualsiasi cosa?

Perché non afferriamo immediatamente il piacere?

Quante volte la felicità viene distrutta dalla preparazione.

Stupida preparazione!»

Emma, Jane Austen


Alex strinse con forza quelle pagine nel pugno e serrò la mandibola fino a sentire dolore mentre guardava Vivian dirigersi a passo svelto verso quel tizio insignificante. Attese che l'ondata gelida che gli aveva invaso il corpo si dileguasse per poi rientrare nel locale.

«Allora? Com'è andata?» gli chiese Max senza nemmeno dargli il tempo di sedersi.

«Avevi ragione tu» asserì Alex atono.

«Ho sempre ragione io! – replicò l'amico – Ma spiegati meglio».

Alex aprì il pugno e gli mostrò le pagine della rivista ridotta a carta straccia.

Max le prese stendendole sul tavolo col palmo della mano destra.

«Te le ha date lei?» gli chiese e Alex annuì.

«Mi dispiace, amico – fece poi visibilmente desolato – Che pensi di fare adesso?»

«Devo parlarle! Trovare il modo di farmi ascoltare!» affermò Alex.

«Non sarà facile – diede voce ai suoi pensieri Max – Mi spieghi che ti è saltato in mente? Pensavo che ci tenessi a lei».

«Anche tu pensi che io sia stato con un'altra? – sbottò Alex – Bene! Se lo credi tu che mi conosci da una vita, immagino cosa possa pensare lei» aggiunse scuotendo la testa amareggiato.

«Beh, diciamo che è difficile crederti davanti a immagini simili» ribatté Max indicando la foto sulla rivista che lo ritraeva mentre baciava la famosa attrice.

«Mettile vie o perderò le staffe! – ringhiò Alex – È tutto un malinteso, ok? Un cazzo di malinteso!»

La conversazione venne interrotta dall'arrivo di un giovane cameriere che portava i loro piatti e che, dopo averli adagiati con cura sul tavolo e aver augurato loro una buona cena, si dileguò.

Alex guardò il suo piatto, che presentava una succulenta tagliata di manzo argentino, media cottura, contornata da verdure, per poi rivolgere uno sguardo interrogativo a Max.

«Eh, sì! Scusa, ho ordinato anche per te. Quando sono passati a prendere la comanda eri fuori – gli spiegò l'amico – Spero di non aver fatto male...»

«No, anzi, è che mi è passato l'appetito...» sentenziò Alex.

***

Vivian, a qualche tavolo di distanza, cercava di prestare attenzione alla conversazione senza però riuscirci. Era intenta a rivoltare con la forchetta la stessa fogliolina di rucola da circa mezz'ora, quando Marcello le posò il palmo della sua mano, liscio e caldo, sull'avambraccio, riscuotendola dal suo torpore.

«Tutto bene, Vivian?» le chiese avvicinandolesi maggiormente.

«S-sì! – balbettò lei – È che oggi non ho molto appetito».

«Ti vedo stanca, possiamo andare se preferisci» le propose.

«In effetti anche noi dovremmo andare – esordì Tiziana dopo aver visto che il suo orologio da polso segnava le 22:00 – Domani partiamo per le terme e vorremmo metterci in viaggio presto per evitare il traffico» spiegò sollevandosi dalla seduta e lisciandosi l'abito di raso color pesca che le fasciava il ventre pronunciato. Era solo al quarto mese ma la sua gravidanza iniziava già a mostrarsi al mondo.

Vivian - La forza di ricominciareWhere stories live. Discover now