Capitolo 47

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«Devo liberarmi del tempo e vivere il presente, giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante».

Alda Merini

***

«Arrivati» fece Alex spegnendo l'auto.

Il sole non era ancora tramontato del tutto e gli ultimi bagliori aranciati si riflettevano sulla facciata specchiata della palazzina di recente costruzione, illuminando di rimando il piccolo parchetto antistante l'ingresso.

«È questo?» chiese Vivian sporgendosi in avanti per osservarla meglio.

«Sì».

«Ed è tutto di Max?» domandò ancora incredula, mentre faceva scorrere il suo sguardo sul fabbricato dalla particolare forma cubica.

«Esatto. Ha acquistato tutto l'edificio quand'era in costruzione. – rispose lui – Il piano terra e il primo piano sono adibiti a palestra. – spiegò indicandoli con l'indice destro – Al terzo c'è il centro benessere e nell'attico ci vive lui. Giusto duecento metri quadri di appartamento. Un buco proprio» concluse ridendo.

«C'è il centro benessere anche? – fece lei entusiasta – E me lo dici solo adesso?» continuò immaginando già di trascorrervi del tempo insieme a Patty, Emma e Giovanna.

«Beh, non pensavo ti interessasse. – fece lui languido avvicinandolesi – Finora non ti sei mai lamentata dei miei massaggi» asserì sfiorandole la spalla coperta dalla stoffa sottile della camicetta color sabbia.

«Sì, ma, vuoi mettere farsi massaggiare per ore tutto il corpo da mani esperte?»

«Non so se sentirmi più oltraggiato o più geloso?»

Vivian rise e gli lasciò un bacio delicato sul naso.

«Dai andiamo, siamo già in ritardo» disse poi scendendo dall'auto e recuperando una busta di carta rigida contenente una bottiglia di vino e il dolce.

«Okay, ma sappi che, dopo questo affronto, non ti difenderò da Max quando ti azzannerà per aver violato la sua regola sacra».

«Scommetto che Emma saprà ammansirlo. È un cucciolo con lei, ricordi?» replicò lei divertita.

Alex scosse la testa e rise a sua volta.

«Ah, voi donne – sospirò – Cosa riuscite a farci fare».

«Si sta lamentando, Monsieur Girard?» gli chiese lei in tono lascivo non appena lui le fu accanto.

«No, amore. Assolutamente no» sussurrò cingendole la schiena con un braccio e avvicinando le labbra a quelle di lei, ricoperte soltanto da un leggero strato di burro al gusto di panna e fragola, per assaporarle lentamente.

Poco dopo si avviarono al portone d'ingresso, anche quello specchiato come il resto dell'edificio.

Vivian si sporse verso il citofono notando che la placca dorata, dalla forma rettangolare, sormontata da una microcamera, presentava tre pulsanti rotondi, con al lato le targhette. Una relativa alla palestra, una per il centro benessere e, al di sopra di tutte, capeggiava quella che, in un corsivo elegante, recava la scritta "Massimiliano De Rossi".

Alex premette il bottone e pochi secondi dopo il portone si aprì con un suono sordo; afferrata la maniglia, lo spalancò dando la precedenza a Vivian, che si ritrovò all'interno di un ampio atrio, dall'alto soffitto e dalle pareti ricoperte di marmo bianco fino a mezza altezza. Sulla destra vi era l'ascensore, mentre sul davanti troneggiava la porta vetrata della palestra, sovrastata dall'insegna Fitness Center, con tanto di logo.

Vivian - La forza di ricominciareHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin