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Il ragazzo dell'inaugurazione, di cui ancora non so il nome, era lì, a cingermi in vita con un braccio, mentre con una mano mi teneva la bocca chiusa.

<<Delilah!>> sussurra con voce bassa e roca <<Non è così che si spiano questi bestioni!>> mi ammonisce.

Come sa il mio nome?

Cerco di mordergli la mano ma se ne accorge e stringe ancora di più, togliendomi ogni margine di movimento.

<<Ah ah ah>> continua <<Solo se farai la brava ti prometto che ti lascio parlare>>

I miei occhi lo fulminano. Se avessi potuto lo avrei ridotto ad un mucchio di cenere.

Poi espiro dalle narici, roteo gli occhi, facendogli capire che non avrei fiatato.

Non appena la mano crolla sulla mia coscia parlo subito <<Che diavolo ci fai tu qui? E come sai il mio nome?>> chiedo a raffica.

<<Non è difficile>> dice <<Sei o non sei tu la ragazza che ha ideato l'"acido" con cui dare nuova vita a i cimeli antichi?>>

<<Si>> dico perplessa.

<<Dopotutto, allora, non è tanto segreto, viste anche le interviste che ti sono state fatte>> ammicca.

'Mi aveva ascoltata'

<<D'accordo, ora che sai il mio nome mi sembra come minimo lecito che io sappia il tuo>> lo sfido, tendendo la mia mano come quando la si stringe nei meeting professionali.

Mi sorride, stringendo la mano a sua volta <<Jude Sullivan>> risponde.

<<Allora? Che succede qui?>> chiedo, mentre mi sistemo l'abito, alzandomi da terra, avendo cura di stare lontana dallo spioncino che ho trovato prima.

<<È una storia un po' lunga, e questa non è la sede per perdersi in chiacchiere>> dice mentre si alza a sua volta <<Ma ti prego di seguirmi, e ti spiegherò tutto>>

<<Spiegarmi cosa?>> sono confusa <<Ho appena visto un malvivente con in mano un calice che vale più di tutte quelle vite messe assieme, un calice che tra l'altro fino a poche ore fa era in un museo, protetto all'inverosimile. Eppure ho visto il direttore fare affari con loro. E tu, TU, spunti all'improvviso come se non fossi poi così tanto innocente>> sputo fuori agitata.

<<Non ho mai detto di essere innocente>> ammicca.

<<Se sei un criminale, o qualcosa di simile, non voglio avere nulla a che fare con te, con loro, in generale con tutto questo>> quasi urlo.

Jude fa un passo verso di me <<Vedi...>> sussurra <<Il problema è che non puoi andartene e fare finta di nulla. Ormai sei una testimone, e io non posso permetterlo>> continua a parlare con quel tono di voce basso, quasi un ruggito.

Inizio ad aver paura, faccio un passo indietro mentre lui avanza verso di me, con fare sicuro, come il predatore e la sua preda.

Inciampo su di un ramo e per poco non cado, ma lui prontamente mi afferra per un braccio.

<<Ti prego, solo un caffè, per spiegarti tutto quanto>> mi chiede sorridendo. Seppur con un sorriso che non prometteva nulla di buono.

La parte razionale del mio cervello mi chiedeva di andare via, di muovermi e di scappare il più veloce possibile. Ma quella curiosa sembrava prendere il sopravvento, prendere il controllo del mio cervello, manipolare le leve delle parole e dire <<D'accordo>>

GOLDENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora