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Rimango seduta sul bordo del letto, quando Jude si inginocchia di fronte a me.

Lo guardo imbambolata, senza capire quale sarà la sua prossima mossa.

Mi accarezza con le punte delle dita i polpacci, poi li afferra, con un gesto sicuro e se li porta sulle spalle. Sono così esposta a lui, mi sento così vulnerabile, che tutta la sicurezza che ho mostrato la prima notte insieme, svanisce in un lampo, e così mi ritrovo a non avere nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi.

Sposta le mani sulle mie natiche e mi avvicina ancora di più, poi mi chiama <<Delilah>> e il mio nome scivola sulla sua lingua come se fosse destinato a stare lì per sempre.

Incontro nuovamente il suo sguardo, al quale tento di sfuggire quasi subito, ma Jude prontamente porta l'indice sotto al mio mento, cercando di impedirmelo.

<<No>> sussurra <<Non farlo mai>> continua <<Quando siamo insieme voglio che mi guardi, voglio che guardi cosa riesco a farti, e cosa siamo insieme. Non privarmi mai dei tuoi occhi>>

È la mia pelle a reagire per prima a quelle parole, o forse più le terminazioni nervose, come fosse una carezza che procura brividi ovunque.

La mia bocca è schiusa in un'espressione che spero non mi faccia risultare un'ebete, e rovinare così il momento.

<<Sei così bella Delilah, forse non te ne rendi nemmeno conto>> sussurra sulla pelle della mia coscia, ed io non posso che chiudere gli occhi così forte per sopprimere un gemito.

Lascia baci caldi e umidi su tutto il percorso immaginario che decide di tracciare.

Parte dall'interno della caviglia, sale su, fino all'incavo del ginocchio, e poi continua verso l'interno coscia, dove aggiunge un leggero morso che mi provoca tutt'altro che dolore.

In tutto questo io sono in apnea, completamente incantata dai movimenti di Jude, che sembrano sapere esattamente dove siano le mie zone erogene più sensibili.

Giurerei di essere morta, se non per il mio cuore, che batte così forte da sembrare di voler avere vita propria, procedendo ad un ritmo totalmente opposto da quello del mio respiro, completamente assente.

Indugia sul centro del mio piacere, alzando lo sguardo verso di me. Attraverso le sue ciglia nere intravedo le sue pozze color miele intenso, e finalmente torno a respirare, l'aria torna a gonfiare i miei polmoni, ed il ritmo con cui entra ed esce diventa sempre più veloce.

Nei miei occhi legge la conferma che cercava. Con i denti scosta i pantaloncini di lato, e nel farlo la sua barba appena incolta, solletica la mia intimità.

Io sussulto, e lascio sfuggire un gemito, accompagnato da scosse elettriche che dal basso ventre si diramano per tutto il corpo.

Jude mi osserva e con sorriso compiaciuto lascia un primo bacio delicato. Io mi reggo con le mani ai lati dei miei fianchi, per non cadere all'indietro, per non perdermi tutto questo.

Sembra cogliere ogni minimo movimento del mio corpo, e dopo qualche altro bacio dolce, attorno alla mia intimità, non resisto più, gli afferro i capelli e lo supplico <<Ti prego Jude, non ce la faccio più>> pigolo.

<<Non ce la fai più>> ripete con un sussurro <<a fare cosa?>> solleva un sopracciglio.

<<Ad aspettarti. Mi sei mancato>> lascio sfuggire questa confessione dal mio cervello e me ne pento subito.

Jude non risponde a parole, ma si getta su di me, e mi divora letteralmente. La sua lingua continua a leccare, accarezzare, inumidire, spingere, tormentare ogni millimetro dei tessuti più sensibili nel mio corpo. Le sue mani che si aggrappano alle mie cosce, stringendole così forte da dover sentire dolore, eppure sono sensazioni che, mescolate insieme, portano solo all'estasi.

GOLDENWhere stories live. Discover now