<<Scusami Mary, ma devo tornare, non posso aspettare un secondo di più>> mi affretto a dire, con il trucco colato, i capelli scompigliati e gli occhi rossi e gonfi, con i capillari al limite.

Getto i vestiti in valigia, i trucchi, qualunque cosa io abbia sparpagliato, girando per la stanza in preda all'isteria.

<<Tranquilla, capisco>> mi sorride <<Siediti>> mi dice poi, battendo la mano sul letto a fianco a lei.

Guardo la sua mano, poi guardo lei e scuoto la testa <<Mh-mh>> dico <<Se mi siedo mi fermo, se mi fermo penso, e se penso fa male. Io ho bisogno solo di tornare da lui e pregare che si svegli, che senta che sono lì e che apra gli occhi per me>> le lacrime tornano ad affiorare.

<<Non pensavo fosse così importante>> confessa lei.

<<Lui è tutto Mary, lui è in ogni gesto, in ogni volto, in ogni passo che compio, lui è tutto e in tutto>> dico, crollando sul letto.

<<Allora va, e fallo svegliare, ricordagli che hai bisogno di lui, chi eravate. Ma sarai capace di superare ciò che ti ha fatto?>> chiede, sdraiandosi con la testa appoggiata alla mia.

<<Quando Reuben mi ha chiamata, ho subito capito che c'era qualcosa che non andava. Più ritardava ciò che voleva dire, più un pezzetto del mio cuore si lacerava. Sapevo che era per Jude. Altrimenti perché novantuno chiamate? E quando mi ha raccontato cosa gli è successo l'ho sentito. Ho sentito il dolore lacerarmi il petto, attraversare ogni millimetro del mio corpo, trafiggermi il cuore e mandarlo in frantumi. Vuol dire che lui non mi ha rotta, che qualunque cosa possa farmi non sarà mai come l'idea di perderlo, di accettare la consapevolezza che lui non esista. Ho bisogno di lui Mary. Ho bisogno di lui come lui di me. A quanto ho capito sono io la causa per cui si è cacciato nei guai, e sono io che andrò a svegliarlo>> dico tutto d'un fiato.

Mary si alza. Mi posa un bacio sulla guancia <<Digli ogni cosa hai detto a me, conta più del bacio del principe azzurro alla bella addormentata. Se sentirà il fuoco che hai dentro, tornerà da te, e non ti lascerà più, ne sono sicura>> mi sorride.

Si alza, mi tende la mano per aiutare anche me ad alzarmi.

<<Andiamo, Lucio ci aspetta con la macchina>> mi dice con voce dolce.

Mi accompagna con suo marito all'aeroporto. Mi scaricano al kiss & fly sotto mia diretta richiesta, perché non era così che doveva andare il loro matrimonio. Avevo detto espressamente che avrei chiamato un taxi, ma Lucio non ci ha voluto sentire.

Gli italiani sono persone ospitali, una volta loro ospite, fanno di tutto per te.

Saluto Mary, stritolandole il collo, ricordandole di chiamarmi una volta tornata a Londra per la piccola o il piccolo.

Saluto anche Lucio ringraziandolo infinitamente per tutto.

Mentre entro in aeroporto mando un messaggio a mamma in cui la informo che sto tornando e fugacemente spiegando il perché.

Attraverso la security, e ogni minuto ferma a pensare, mi sento morire dentro, continuando a chiedermi perché la fila non scorra più velocemente.

Arrivo al gate, stanno chiamando gli ultimi passeggeri. Il mio nome è tra quelli.

<<Scusi>> urlo <<Sono qui>> ansimo boccheggiando per un po' d'aria mentre mi riprendo dalla corsa appena fatta <<La prego mi faccia salire, il mio fidanzato è in fin di vita, devo tornare a casa>> spiego, palesemente sconvolta in volto.

<<Prego>> dice acida, la signorina che nel mentre sta masticando una gomma, rumorosamente, assomigliando piuttosto a una mucca ruminante.

'Che fastidio!'

GOLDENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora