Michele mi saluta con un bacio sulla tempia <<Ci vediamo tra un po'>> mi sorride.

Corro in casa, con la speranza di non essere in ritardo.

Mary è nel salone, circondata da altre quattro ragazze che non conosco, di cui una che si occupa del suo make up.

<<Della!>> esclama <<Sbrigati, non perché sei in ritardo ma perché voglio sapere tutto>> tuba.

<<D'accordo>> la congedo con una mano mentre corro a prepararmi.

Mi infilo sotto la doccia, mi lavo capelli e corpo con una velocità allarmante. Non sono mai stata capace di farmi una doccia in così poco tempo.

Mentre passo la spugna sul corpo, mi ricordo i punti in cui mi ha sfiorata, e la sensazione del ricordo non è per niente piacevole.

Mi sento quasi male, e con le dita che reggono il ciondolo della collana scivolo addosso alla parete della doccia e scoppio a piangere, per la seconda volta in un giorno. Ma che mi è preso? Dovrei essere felice per Mary che si sposa, sprizzare gioia da tutti i pori e mettere da parte le mie sofferenze. Invece continuo a piangere come una bambina, per un uomo che ha saputo farmi amare la mia vita e al contempo odiarla.

Le lacrime scorrono mescolandosi all'acqua della doccia. I singhiozzi scuotono il mio corpo, e ogni fibra di me si lascia andare. Forse per tutta questa settimana ho finto di piangere, speravo di riuscire a buttare fuori tutto, di liberarmi di quel dolore in fretta, di illudermi che sarebbe finita presto, ma in realtà stavo solo buttando la polvere sotto al tappeto.

Eppure il tappeto è un tessuto, un intreccio di fili, non è impermeabile, è suscettibile, e lascia passare la polvere con il tempo, sia esso breve o lungo, e prima o poi la ritrovi di nuovo in superficie.

La polvere va aspirata via, ma non posso aspirare via il mio cuore.

Esco dalla doccia con gli occhi gonfi e rossi.

'Perfetto! Dannazione'

Apro il rubinetto del lavandino, facendo uscire acqua gelida e ci passo la faccia sotto per dieci minuti almeno, sperando che il gonfiore si riduca. Al resto ci penserà il make-up.

Torno a guardarmi allo specchio. Il gonfiore è diminuito e gli occhi sembrano essere meno rossi.

Inizio a truccarmi, facendo qualcosa di naturale, ma optando per un bel rossetto color lilla, intonato perfettamente all'abito che ha scelto per me Mary.

Acconcio i capelli in un semi raccolto morbido e indosso l'abito a stile impero.

Porto con me il telefono, perché voglio qualche foto ricordo di questo giorno, lo metto nella borsetta, avendo cura di non accenderlo ancora, e scendo da lei.

<<È mozzafiato!>> mormoro.

<<Solo l'abito o anche io?>> chiede lei ridacchiando.

<<Tutti e due! Sei un incanto Mary!>> il suo abito è bianco, anche il suo è molto semplice, di raso, con le spalline fini e la gonna morbida che scende lunga fino a i piedi. I suoi capelli sono sciolti e mossi, e indossa una corona di fiori con un velo lunghissimo trasparente. Il bouquet è composto da fiori lilla e bianchi.

<<Sei pronta?>> trillo nella sua direzione, andandole incontro per abbracciarla.

<<Non vedo l'ora di essere la signora Longo>> squittisce.

<<Forza andiamo o si farà tardi>> dice una ragazza alle nostre spalle.

Mary si affretta a presentarla <<Lei è la wedding planner, Rose>>.

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