EPILOGO

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Qualche mese dopo

<<Jude muoviti o faremo tardi!>> urlo dalla scala già pronta. Indosso un abito color cipria e delle décolleté color panna. La collanina con la tartaruga risplende sotto al sole estivo.

Jude mi raggiunge con un completo di cotone bianco, e una camicia nera al di sotto. È così strano vederlo vestito di bianco.

Appena scende l'ultimo gradino, mi cinge la vita e mi posa un bacio sulla tempia.

<<Andiamo, principessa>> ansima per la corsa.

<<Ti ho già detto di non correre>> lo ammonisco.

<<Sì, mamma>> scimmiotta lui.

<<Jude hai subito un trapianto di polmoni, va bene che sono nuovi, ma vorrei che rimanessero tali>> lamento.

<<Stai tranquilla>> sussurra sulle mie labbra, dopo averlo seguito fuori.

<<Prendiamo la mia?>> chiedo.

<<Va bene, ma guido io>> ridacchia.

<<Io guido benissimo>> faccio la finta offesa.

<<Certo, ma guido comunque io>> finge.

Nei mesi successivi, Jude è tornato a casa con una Phantom come la sua, ma blu come i narcisi che mi regala ogni mattina.

Salgo in macchina. Sono agitatissima. Oggi inauguriamo il nostro museo e deve essere tutto perfetto.

<<Stai tranquilla, andrà tutto bene>> mi rassicura, mettendomi una mano sulla coscia.

Il museo non dista molto lontano da qui. Abbiamo scelto di immergerlo nel verde.

L'esterno di pietra grigio con ampie vetrate e l'insegna con le nostre iniziali

'W & S MUSEUM'

All'inaugurazione ci saranno amici, parenti, e chiunque desideri visitare il museo, gratuitamente.

Non sto più nella pelle. Queenie e Reuben sono già là, per finire gli ultimi ritocchi, e so che posso fidarmi.

Non appena parcheggiamo, l'imponente facciata del museo mi lascia senza fiato.

<<È bellissimo>> esclamo, avanzando nel pietrisco.

Ci sono già tantissime macchine parcheggiate. Un buon segno.

Entriamo e già ci attendono tutti. Giornalisti, famiglie, amici, anche Mary con il suo pancione e Lucio.

Queenie mi corre incontro <<Spero siate pronti perché dovete parlare ora>> bisbiglia, trascinandoci verso il palco provvisorio, posto all'ingresso del museo.

Alle mie spalle una distesa di teche con cimeli antichi e preziosi, disposti in uno spazio semplice, su più navate, illuminati da una vastità di finestre.

Di fronte a me i giornalisti e tantissime persone pronte ad ascoltare la nostra storia.

<<Ce la faremo, insieme>> mi guarda negli occhi Jude, prima di salire sul palco provvisorio.

Si levano moltissimi applausi a riempire il silenzio attorno a noi.

<<Buon pomeriggio a tutti e grazie per essere venuti>> inizio con la voce che trema.

<<Sapete avevo preparato dei biglietti per ricordarmi cosa dire, e avere un discorso sensato. Ma penso che parlerò a braccio>> aggiungo.

<<Qualche mese fa, la nostra vita è cambiata. E con nostra non intendo solo la mia e quella del mio compagno Jude Sullivan. Ma quella di moltissimi bambini>> la gola mi si fa secca.

GOLDENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora