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È passata ormai una settimana da quando Jude mi ha salvata dalle grinfie di quella stronza. Una settimana nella quale siamo stati ricoverati in quella che Jude mi ha spiegato essere una clinica privata proprio per far fronte ad evenienze di questo tipo.

I medici a quanto pare sono pagati profumatamente per non divulgare all'esterno ciò che succede qui, con tanto anche di contratto confidenziale firmato.

Anche se io, una volta viste le persone che stanno di guardia fuori dalla villa, non direi nulla comunque.

Mi guardo allo specchio del bagno, il taglio sulla guancia sta guarendo bene, e il chirurgo ha avuto premura di chiuderlo con dei punti di sutura che avrebbero fatto sì la cicatrice si noti il meno possibile.

Sciolgo i capelli raccolti in una coda, e per la prima volta, dopo una lunga settimana, posso farmi la doccia.

I tagli più profondi sono ancora freschi, così mi sono stati coperti da cerotti impermeabili per consentirmi di lavarmi, dopo aver decisamente fatto diventare sordo il medico, a furia di chiedere una doccia calda.

Apro il getto d'acqua e la sensazione che pervade il mio corpo è di pura gioia, come un gemito di piacere.

Tutto torna a vivere in me, e giurerei di aver visto la mia pelle riprendere colore.

<<Delilah cosa stai facendo?>> Jude mi fa sobbalzare entrando in bagno all'improvviso.

Rido <<Mi sto lavando, non lo vedi?>>

<<Lo vedo benissimo, ma il dottore ha detto espressamente...>>

Lo zittisco <<Il dottore mi ha dato l'okay. Non rovinare questo mio momento tanto agognato>> metto il broncio incrociando le braccia al petto stando attenta a non premere sulle ferite.

<<Almeno avresti potuto chiamarmi, se avessi avuto un mancamento? E se fossi svenuta a terra?>> inizia ad elencare così per almeno tre minuti una sfilza di eventualità nelle quali avrei potuto ferirmi nuovamente. Io lo guardo e le mie labbra si incurvano in un sorriso ebete. È così bellino quando è in preda alle emozioni e ai sentimenti. Quell'angelo con quel fare diabolico altro non è che un cucciolo di labrador quando lascia comandare il cuore.

<<Ahem...>> schiarisco la voce per richiamare la sua attenzione <<Vieni qui>> sussurro, piegando l'indice per fargli segno di avvicinarsi.

Mi guarda perplesso, poi si avvicina, lentamente.

Gli getto le braccia al collo, non curante delle ferite che tirano ad ogni movimento della pelle, e nemmeno del fatto che gli sto bagnando la camicia, che da bianca, diventa trasparente, evidenziando i suoi muscoli dannatamente perfetti.

<<Come ti senti?>> chiedo sfregando la punta del mio naso alla sua.

<<Finché non ti cacci nei guai respiro>> sorride, cingendomi la vita un po' incerto, per paura di colpire qualche punto già ferito.

<<Jude>> sussurro con gli occhi chiusi, e a fior di labbra.

<<Mhh>> risponde, accarezzandomi la schiena con le punta delle dita.

<<Toccami>> lo supplico. Penso di non aver mai desiderato così tanto un uomo in vita mia.

<<Delilah...>> mi rimprovera con il tono della voce <<Non voglio farti male, credimi ti voglio anche io, la prova la puoi vedere>> mi morde la punta del naso.

La sento, i pantaloni ormai zuppi hanno evidenziato ancora di più la sua erezione.

<<E allora faremo piano, mi sfiorerai lentamente, come quando si fa l'amore>> sussurro al suo orecchio, con le labbra poggiate al suo lobo.

GOLDENTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang