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<<Non ti sto spiando, semplicemente ricordo di non averti dato il mio numero di telefono, così ho scelto di tracciare il tuo, ed eccomi qui>> confessa <<Sali!>> ordina.

<<Ed io dovrei salire in macchina con uno che ha tracciato il mio telefono per trovarmi?>> infilo le mani nelle tasche del giubbotto.

<<Vuoi o non vuoi sapere? Le condizioni le sai, il tempo scorre. Tic, tac, tic, tac...>> fa con l'indice il segno di una lancetta.

Io rimango li a fissarlo.

<<Okay, d'accordo tempo scaduto>> chiude il finestrino e ingrana la prima.

<<No, aspetta!>> quasi urlo. Passo davanti al cofano e gli faccio segno di aprire la portiera del passeggero.

<<Sei proprio una bambina sai?>> mi dice scuotendo la testa.

<<Io? Semmai una principessa! Ma non ho visto nessuno aprirmi la portiera!>> commento sarcastica.

<<Non ho tempo per queste frivolezze>> dice con tono freddo <<Arriviamo alla villa, ti spiegherò tutto ciò che devi sapere, per ora, e poi ti farò vedere il tuo nuovo alloggio. Ho già mandato Queenie e Reuben a prendere le tue cose dalla tua dependance>> conclude.

<<Per ora? E chi sono Reuben e Queenie? Come fai a sapere dove abito?>> chiedo quasi impanicata, anche se in realtà sono quasi eccitata dal brivido di tutta questa situazione.

<<Shh>> mi zittisce <<Una volta arrivati>> mi ammonisce, per poi alzare il volume dello stereo e riempire l'abitacolo delle note di Californication dei Red Hot Chili Peppers.

Ha anche dei gusti musicali niente male.

'Ma quest'uomo da dove è uscito? Si può sapere?'

Stare seduta in quell'auto, inebriata dal suo profumo era qualcosa di letale, qualcosa di pericoloso.

Mi fermo ad osservarlo. O meglio forse mi incanto. Il suo sguardo coperto dagli occhiali da sole è come essere privati di una delle più belle viste mozzafiato. Li avevo visti da vicino poche volte, eppure erano come una calamita, dalla quale io ero troppo attratta. Quel color miele così intenso, quasi splendente come l'oro, faceva desiderare di tuffarcisi.

I suoi muscoli guizzano sotto la camicia nera leggermente sbottonata da cui si intravedono altri tatuaggi. Sembrano come delle crepe.

È rilassato contro il sedile. L'avambraccio sinistro appoggiato allo sportello, l'altro teso sul volante, mentre vi tamburella l'indice a ritmo di musica.

Il suo viso è bellissimo, con quelle labbra così carnose.

'Chissà cosa proverei baciandole?' a seguito di questo pensiero mi mordo le mie.

Lui sorride, probabilmente essendosi accorto che lo guardavo.

<<Dimmi, c'è qualcosa che non va?>> chiede.

Mi volto di scatto verso la strada <<Assolutamente no, stavo solo notando il tuo abbigliamento così formale>> mento <<Forse è il caso che vada a cambiarmi>>

<<Mhh...>> annuisce, come a voler dare l'impressione di essersela bevuta.

Mi punisco mentalmente per aver lasciato che la mia lascivia prendesse il sopravvento, e per avermi fatta quasi scoprire. Anche se sono piuttosto sicura che in realtà non ci sia cascato per niente.

Giunti alla villa, ci incamminiamo all'interno.

<<Seguimi>> dice conducendomi al piano superiore. Superiamo la stanza nella quale la sera prima ha cercato di spiegarmi tutto. Sulla sinistra c'è un lungo corridoio ed in fondo una porta bianca.

GOLDENWhere stories live. Discover now