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Mi getto addosso al suo corpo. Le mie labbra cercano le sue, avide, desiderose sempre di più.

Con le mani armeggio con l'asciugamano, e glielo sfilo. Poi indietreggio, e sciolgo anche il mio, lasciandolo cadere ai miei piedi.

Jude sembra perso a contemplare un'opera d'arte, con gli occhi che saettano ovunque indeciso su cosa preferisca di più.

In un gesto involontario si lecca le labbra.

Io gli faccio segno di avvicinarsi piegando l'indice verso di me. Mi viene incontro, e finalmente posso sentire la sua pelle a contatto con la mia, il suo calore diffondersi anche sul mio corpo, e un gemito di piacere mi sfugge al controllo.

Jude mi avvolge in un abbraccio, attorno ai miei fianchi, e continua a baciarmi lentamente, questa volta con meno prepotenza, più dolce, la sua lingua cerca la mia, come a volerla accarezzare. E questa lentezza così spietata scatena in me pulsazioni che non pensavo possibili con un solo bacio.

Gemo nella sua bocca.

Si stacca da me, e già sento la mia pelle protestare per questa distanza. Mi prende in braccio e delicatamente mi fa scivolare sul materasso, così morbido che potrei rimanere chiusa qui per sempre con lui.

Sale su di me, tenendosi con gli avambracci, appoggiati ai lati della mia testa.

<<Ti giuro che avrei voluto torturare quei bastardi che ti hanno ridotta così>> sospira affranto <<Non riesco a sopportare l'idea che il tuo corpo così perfetto sia stato sfregiato. Che qualcuno ti abbia fatto del male. E che questo mi impedisca di toccarti come voglio, di lasciare la mia impronta su ogni centimetro della tua pelle>> sibila.

Alzo le braccia che gli accarezzavano la schiena, appena sopra i glutei marmorei, e porto le mani sul suo volto, con la guancia ormai giallognola, segno che l'ematoma sta svanendo.

Lo accarezzo piano <<Jude io sono qui, sono qui ora, e sto aspettando che mi tocchi, che reclami ciò che è tuo, perché ogni centimetro della mia pelle lo è, lo è stato dal primo momento in cui hai posato gli occhi su di me>> ansimo ormai in preda al desiderio più recondito di sentire ogni centimetro di lui, dentro di me.

Geme chiudendo gli occhi. Mi posa un bacio sulle labbra per poi scendere sul collo, dove indugia per succhiare, mordere e torturare ogni fibra di me.

Un lamento sfugge dalle mie labbra.

<<Ti ho fatto male?>> chiede preoccupato cercando i miei occhi.

<<No>> sorrido <<Solo, non ce la faccio più ad aspettare, ho bisogno di sentirti Jude, ho bisogno di te adesso, domani, ogni qual volta lo vorrò. Ho bisogno di te per ore ininterrotte, e ti assicuro che proverò di tutto fuor che dolore>> ansimo.

Si morde il labbro <<Oh Dio>> ringhia a denti stretti <<Dovrò appellarmi ad ogni mia forma di autocontrollo per non farti urlare il mio nome stanotte>>.

Mi mordo il labbro e con le mani sui suoi glutei, affondo le unghie, e lo spingo verso di me.

<<Piano>> ansima sulle mie labbra come un ammonito <<Voglio goderti>>.

Scende giù, sul mio seno. Gioca, succhia e tira con i denti il mio capezzolo già turgido. Un altro lamento sfugge dalle mie labbra. <<Non so se posso resistere ancora per molto>> boccheggio.

Sento le sue labbra incurvarsi in un sorriso, quando continua a scendere sul mio addome, sul basso ventre, lasciando una scia umida dietro di sé, con la sua lingua che mi assaggia bramosa.

GOLDENWhere stories live. Discover now