Capitolo 8

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<<Wow, mi ero dimenticato di quei tuoi occhioni gattina>> dice sfiorandomi i fianchi con le sue grandi mani, mentre mi stringe a se.

<<Ed eccolo di nuovo il playboy>> dico avvicinandomi alle sue labbra, ad una distanza di un millimetro.

<<Chi lo avrebbe detto che con te sarebbe stato così facile esserlo>>

<<Oh posso tirare fuori molti lati nascosti delle persone>> gli dico sussurrandogli nell'orecchio. <<Allora qual'é la destinazione di stasera? >> chiedo distanziandomi dal suo volto, e lasciandolo con la sua erezione che sento pulsare contro la patta dei suoi pantaloni.

<<No>> si lamenta <<Non puoi fare così!! Insomma ero a così tanto dal baciarti e magari...>>

<<Piano playboy! Se pensi davvero che otterrai da me quello che vuoi con uno schiocco di dita sappi che sei solo all'inizio della salita, ed é...>> sussurro riavvicinandomi al suo orecchio <<molto ripida>> concludo sfiorando con la mano sotto la sua cintura e la pelle del suo braccio.

Mi allontano di poco verso il sentiero che porta al parcheggio. <<Non vieni?>>

<<Parli facile... >> esclama sofferente.
Io sorrido e roteo gli occhi all'indietro, poi ci dirigiamo al parcheggio.
Non noto la sua macchina così mi giro a guardarlo perplessa.

<<Dov'é la tua mitica e fiammeggiante Ferrari?>>

<<Per stasera useremo le nostre gambe per spostarci, dista solo due minuti. E comunque per il ritorno, stasera ho la Porche nera opaca>> dice premendo un pulsante sulla chiave che ha in mano.
La Porche risponde subito al segnale facendosi notare con i fanali che si accendono. Con il buio della notte non l'avevo neanche vista.

<<Fammi capire una cosa. Ogni volta che usciremo insieme tu sfoggerai un auto diversa dal tuo arsenale?>>

<<No, o almeno, dovrai aspettare un po' per salire sulla mia Cadillac>> lo interrompo <<Nulla di nuovo, il mio migliore amico Lucas ha una Cadillac rossa degli anni '50, e ci sono già salita sopra. Il fascino della Cadillac, per quanto persista nel tempo, mi ha già colpita>> dico facendo schioccare le lingua <<perciò dovrai pensare a qualcos'altro... >>

Dave sorride. Mi prende per mano e ci incamminiamo verso il luogo che solo lui conosce. Odio tutto questo mistero, anche se mi tiene sulle spine, ed é una sensazione fantastica.

Arrivati di fronte alla via in cui si trova l'edificio di mattoni rossi e legno bianco, con una scalinata di marmo, dopo esattamente due minuti di camminata e l'oceano ancora maestoso a farci da sfondo Dave esclama <<Se hai visto ritorno al futuro di sicuro vorrai salire sulla DeLorean di Doc>>. Rimango a bocca aperta, é sempre stato il mio sogno <<Ma non posso prometterti che ci sarà Einstein con noi>> conclude sarcasticamente.

<<Finché non sarà a tutti gli effetti una macchina del tempo non so quanto mi sorprenderai playboy>>esclamo con aria di sfida.

<<Vedrò cosa posso fare. Nel frattempo vogliamo entrare?>> mi chiede porgendomi il braccio come un vero gentiluomo.

Superata la scalinata entriamo in quello che sembra un normalissimo Pub. Ci sono alcune persone anziane sedute ai tavoli di legno rigorosamente bianco e un uomo molto alto e grosso, il quale mi ricorda nel suo aspetto e nella sua voce, Louis Armstrong e la jazzy New Orleans degli anni trenta.

<<Hey Dave, qual buon vento ti porta qui?>>

<<Le note del vero Jazz e Blues degli anni ruggenti>>

<<All right man, allora sei nel posto giusto>> gli risponde l'omone da dietro il bancone del bar, mentre sta asciugando un bicchiere, facendogli l'occhiolino.

Ancora non capisco ma Dave sa cosa fare. Le persone che sono qui in questo pub sono concentrate a giocare a biliardo o a carte e il fumo dei loro sigari ha creato una nube di vapore che non permette di vedere bene ben oltre dieci centimetri dal proprio naso.

<<Che il Jazz ed il Blues siano con voi ragazzi>>

<<Sempre Bones>> dice Dave stringendogli la mano. Io gli sorrido.

Dopo di che Dave mi trascina verso delle scale che portano ai piani superiori.













ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now