Capitolo 33

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La sabbia è stranamente fredda. C'è una brezza calda che sfiora la mia pelle e asciuga le lacrime che stanno rigando il mio viso. Non posso guidare in queste condizioni, non sarebbe saggio. Così mi fermo due secondi per pensare ad una soluzione, ma anche due secondi sono sufficienti affinché Nate mi raggiunga. Mi afferra per un braccio per far sì che io mi volti verso di lui. 

<<Non. Mi. Toccare!>> ringhio. <<Cosa sono per te Nate? Uh? Cosa sono?>> urlo <<Io non sono una di quelle che prendi e usi a tuo piacimento per la garanzia che, a differenza delle puttane, con noi non rischi malattie veneree!>> sono fuori di me.

<<Mia lascia che ti spieghi>> dice sconfortato.

<<Nate non c'è nulla da spiegare. Una mora, con due chilometri di gambe ed un fisico da modella, era attorcigliata sul tuo corpo. Cosa c'è da spiegare in questo?>>

<<Mia non è come sembra!>>

<<Un po' classica come frase non credi?>> dico disgustata.

<<Mia ascoltami cazzo!>>

<<Utilizzare la parola "cazzo" non ti aiuterà a rendere più imperativa la frase>>

Sbuffa. << Lei non è nessuno, è la segretaria di mio padre, ha sempre provato qualcosa per me e stasera ci ha provato, ma le stavo dicendo di no nell'esatto momento in cui sei arrivata... Almeno se avessi bussato avremmo evitato questa situazione di fraintendimento...>>

<<Primo. La storia del "in coincidenza al tuo arrivo" è un altro cliché che puoi anche risparmiarti. Secondo, scusami se non ho bussato presa dall'emozione di annunciarti che ho capito di amarti! E sì, lo ammetto perché mi sono stancata di scappare dai miei sentimenti, si nasconderli come se fosse un reato. Perciò ora fa quel che vuoi. Ridi! Sentiti fiero di avermi fatta innamorare e poi fatta soffrire come penso fosse tuo progetto!>> faccio una pausa per prendere fiato <<E poi perché avresti detto di no ad una così, per una come me, sentiamo?>> chiedo curiosa, perché seriamente questa storia ha del ridicolo, sarebbe come rifiutare un angelo di VS per una comune mortale come me.

Mi guarda, intensamente. Schiude leggermente le labbra, come per dire qualcosa, ma poi le richiude espirando. Scossa la testa e punta lo sguardo in basso.

<<Come pensavo. Sei come tutti gli altri. Un codardo, ed un bugiardo! Fammi un favore, lasciami andare a casa mia, e non cercarmi mai più!>> sentenzio urlando.

Marcio verso il parcheggio con le lacrime agli occhi, ed un dolore nel petto sempre più lancinante e doloroso che mi sta portando via il respiro. 

<<Ci sono due cose che un uomo non può nascondere: quando è ubriaco e quando è innamorato>> urla alle mie spalle.

Cosa?! Mi giro. Non era un'allucinazione. Nate sta marciando verso di me, con passo svelto, fermandosi proprio ad un metro da me, ansimante.

<<Antifonte... è Antifonte>> dice.

<<No, questo lo so, ho studiato anche io sai?!>> annuncio <<Ma perché proprio questa citazione? Vuoi dirmi che non riesci a nascondermi che sei ubriaco?>> il cuore batte forte perché non sa cosa credere.

Scossa la testa con il suo sorrisetto e mi si avvicina prendendo le mie mani nelle sue. I suoi occhi brillano ed io sono ferma davanti a lui, come in un fermo immagine e la bocca schiusa... No...

<<Mi sono innamorato Mia>>

<<Della segretaria? Se vuoi dirglielo è meglio che le corri dietro perché credo se ne sia andata>>

<<Tu non la smetti mai di dire cazzate vero?>> chiede ridendo. Fa qualche passo ancora più vicino a me e mi prende per i fianchi <<Mi sono innamorato di te, ragazzina>>. Sospiro e chiudo gli occhi per assimilare la notizia. Il dolore è sparito, sostituito da battiti veloci, costanti, ad un ritmo tutto loro. 

Apro gli occhi e Nate è ancora qui. Non era un sogno né un'allucinazione, è tutto vero! Sorrido e lui mi bacia, suggellando la sua dichiarazione d'amore. Il bacio più bello di tutti. Sento le farfalle, i fuochi d'artificio, la brezza sulla pelle... Sento tutto. Le sue labbra morbide e calde, e il solito sapore familiare. Le sue mani che mi accarezzano la pelle sulla schiena, dolcemente. Le mie mani che gli sfiorano il viso, il collo. Le nostre lingue che si cercano, si desiderano ed io che finalmente mi sento di nuovo viva. 

Quando ci stacchiamo, ansimanti, sorridiamo, facendo combaciare la sua fronte con la mia. 

<<La prossima volta, se hai in programma di dichiararti, magari metti qualcosa di più carino>> fa con tono scherzoso.

<<Sul serio?>> domando <<E tu allora la prossima volta che vuoi dichiararti non farti trovare con una donna avvinghiata al tuo corpo!>> sentenzio dandogli uno schiaffetto sul bicipite. 

Ridiamo insieme, e la sua risata è il suono più bello che io abbia mai sentito. Mi prende per mano, ed insieme torniamo a casa.


ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now