Capitolo 43

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Prendo il telefono e lo collego allo stereo che ho trovato qui, metto una canzone per attirare la sua attenzione verso la camera, in modo che si svegli. I just want to make love to you, Etta James inzia a cantare ed io mi appoggio con la schiena, leggermente inarcata, alla parete che separa la zona bar dalla stanza, in questo piccolissimo corridoio laterale in penombra.

Si sveglia di soprassalto e trattengo una risata per poco. Canticchio <<There is nothing for you to do but keep me making love to you...>> appoggiata ancora alla parete alla Jessica Rabbit.

Nate si stropiccia gli occhi come se fosse convinto questa sia un'allucinazione. Schiude le labbra e si alza lentamente, volgendo lo sguardo dietro di sé per essere sicuro che non ci fosse nessuno a vedermi così. Avanza con il suo solito passo felpato e sensuale. Mi si avvicina mentre io gli afferro il colletto della camicia per baciarlo. Le sue mani scorrono sul retro delle mie cosce, dall'incavo dietro al ginocchio, fino alle mie natiche, che stringe forte.
Morbe il mio labbro inferiore e continua a baciarmi con passione. Mi sfugge un gemito.

Mi allontano e mi incammino nella stanza. Lui mi segue come un cagnolino. Si siede sul letto <<Cosa vuoi fare?>> mormora afferrandomi per le cosce.

<<Io?! Nulla. Mi annoiavo e così ho deciso di provare il completino e di fare la sfilata che avevi chiesto>> dico ancheggiando sul posto.

Si morde il labbro e si sdraia incrociando le braccia dietro la testa <<Ho occhi solo per te>> sorrido. Mi incammino verso di lui.

<<Però é una cosa speciale>> sussurro al suo orecchio provocandogli la pelle d'oca sul collo. Afferro il suo polso e lo ammanetto alla testata, ripetendo la cosa anche con l'altro.

<<Stai imparando troppo bene ragazzina>>

Sorrido vittoriosa. So quanto ama toccarmi e farmi sua, perciò oggi mi supplicherà fino a che non otterrà quello che vuole.
Mi siedo su di lui. I nostri sguardi sono intensi, e non perdiamo il contatto nemmeno un secondo. Mi avvicino piano, baciandolo dolcemente. La mia lingua si muove lentamente, dolce, disegnando dei piccoli cerchi. Geme, vittoria! Mentre lo bacio nuovo i miei fianchi sul suo rigonfiamento, che inizia a farsi sentire sempre di più tra le mie gambe.

<<Mia...>> sibila.

<<Basta solo chiederlo>> dico sulle sue labbra mentre mi alzo a sedere su di lui, continuando a dondolarmi piano.

<<Non avrei mai pensato di cedere così...>> mormora.

<<Non ho capito>> trillo.

<<Mia ti prego, slegami>>

<<Perché dovrei farlo?>> chiedo.

<<Perché ti voglio>> dice.

<<Oh, ma sai quindici ore sarebbero un traguardo>> sussurro, continuando a muovermi, mentre le mie mani gli accarezzano il petto.

<<Non voglio resistere più, mia ti voglio, slegami>> mi supplica.

Scendo così da sopra di lui e gattonando verso l'angolo del letto, apro la manetta. Non so come sia possibile ma mi ritrovo a gattoni proprio sotto di lui.
Si china sulla mia schiena, facendo chi se la sua erezione si faccia sentire tra le mie natiche. Annaspo. Raggiunge il mio orecchio e sussurra. <<Mai sottovalutare chi gioca con queste cosine da tanto tempo>> dice facendomi penzolare davanti al naso la manetta da cui si é liberato da solo.

Sorrido maliziosamente <<Cos'hai intenzione di fare playboy?>>

<<Te la farò pagare>> dice, immaginando sul suo volto il suo sorrisetto sexy. Mi scosta il babydoll nero dal sedere e mi abbassa il perizoma. Massaggia la mia natica e mi assesta uno schiaffo. Emetto un grande sospiro di sorpresa per via del gesto inaspettato, che non ha fatto male, ma mi ha eccitata ancora di più.
Lo sento slacciarsi i jeans e abbassarli. Sento la carta del preservativo rompersi. É tutto così amplificato probabilmente anche dal fatto che ho il sangue che ribolle fino alle orecchie. Mi sento surriscaldata come se fossi un pezzo di legno in mezzo alle fiamme.
Con una spinta precisa e veloce si insinua in me. Ansimo e gemo, sentendomi riempita. Le spinte sono regolari e secche. Continuo a gemere.

<<Cazzo Mia>> dice emettendo un verso gutturale, profondo.

<<Ahhh>> gemo di nuovo. Sento le gambe tremare, sono vicina all'orgasmo, lo sento.

<<Si vieni per me>> sibila mentre le spinte si fanno più forti e veloci, riempiendomi fino in fondo.

Mi lascio andare cercando di contenermi il più possibile con i toni, affinché il personale di volo non mi senta.

Nate mi segue poco dopo, venendo gridando il mio nome. Si accascia su di me, mentre aspettiamo che i nostri respiri affannosi si regolarizzino. Sorrido perché la tensione data dalla passione finalmente é alleviata, e non sento più frustrazione, solo beatitudine.

Mi bacia una tempia, emette un suono, come se volesse dire qualcosa, ma non dice nulla. Dopo qualche minuto si ritrae da me, facendomi sentire freddo e vuota.

<<Dovresti iniziare a prendere il contraccettivo>> mi dice togliendosi il preservativo, buttandolo via.

<<Si, ho preso appuntamento per quando torniamo dal ginecologo>>

<<Bene, non vedo l'ora di poterti fare mia in tutti i sensi>> dice avvicinandosi e lasciandomi un bacio casto sulle labbra <<Visto? Ti avevo detto che il tuo nome sarebbe stato un aggettivo perfetto che ti avrei potuto attribuire>>

Roteo gli occhi morendomi la guancia per non sorridere. Si sdraia di nuovo vicino a me, mentre io tolgo gli stivaloni, e ci accocoliamo per tutto il resto del viaggio.

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