Capitolo 19

2.3K 54 6
                                    

Sento caldo, e ho male a tutte le ossa. Apro gli occhi lentamente, ed una luce candida, abbagliante, pervade la stanza. Ma dove sono? Sgrano gli occhi quando realizzo che mi sono addormentata sulle gambe di Nate. E anche lui sembra dormire sereno. Prendo il telefono, é scarico. Guardo l'orologio a muro della sua stanza, sono solo le sette. Mi alzo dal puff, mi stiracchio e scendo le scale.

<<Dove vai?>>

<<Oh, volevo preparare la colazione>> squittisco. Non volevo andarmene, volevo solo sgattaiolare fuori. Penso sarcasticamente <<Grazie per avermi fatta dormire qui stanotte ma non c'era bisogno>>

<<Hey, guarda che ti sei addormentata per prima sulla mia spalla, e non volendoti svegliare alla fine mi sono addormentato anche io>>

<<Si certo, bella scusa. Faresti di tutto per dormire con una ragazza>>

<<Questo é vero, ma almeno cercherei di dormirci nel letto, e di certo non sarebbe vestita e dopo...>>

<<Okay, okay, sei sempre chiaro in ciò che intendi. É come se gli ingranaggi del tuo cervello diventassero visibili all'esterno, e credimi quando dico che i tuoi pensieri sono così sporchi da spaventarmi a volte>>

<<Addirittura? >> chiede sarcasticamente corrucciato mentre si dirige in cucina per preparare la colazione.

Io sorrido al pensiero che questi scenari li ho vissuti solo guardandoli nei film, e mai di prima persona. Eppure sembra così bello, pensare anche solo per un momento, che tutto questo potrebbe essere una normalità di coppia, senza casi umani, senza persone che tentano solo di portarmi a letto o di ferirmi, ma poi mi ricordo che sto facendo quest'analogia con Nate, così resetto i miei pensieri rivolti a tutto questo con Nate coinvolto.

Mi guarda poi dice <<A questo punto direi che possiamo discutere del piano di ieri sera a pranzo, non credo?>>

Sorrido. <<E va bene, ma scelgo io dove>>

<<Basta che non sia sofisticato e con fronzoli>>

<<Ma per chi mi hai presa? Il Mc Donald's ha un non so che di elegante se sai cosa fare>> ammicco.

<<Sei misteriosa anche tu, Mia, mi piace>> dice mentre mi porge una tazza di caffè.

La prendo e mi scaldo le mani con la ceramica della tazza.
Mi siedo allo sgabello del bancone della cucina e sorseggio la mia bevanda preferita.

<<Allora... Che lavoro fai?>>

<<Sul serio? Non hai nessuna domanda più interessante di questa?>>

<<Ma no, stupido, te lo chiedo perché se verrai con me alle Fiji avrai bisogno di ferie>>

<<Non preoccuparti, non é un problema, lavoro nell'azienda di famiglia, perciò non ho limiti di ferie, purché siano sensate>>

<<Perfetto. Allora come gestiamo questa cosa?>>

<<Ah. Ah. . No signorina, ne discuteremo a pranzo>>

<<Hai paura che possa sfuggirti la possibilità di un pranzo con me?>>

<<Oh no, anche perché se dobbiamo essere credibili come coppia, dobbiamo passare più tempo possibile insieme non credi?>>

<<Touché>> dico alzando la tazza di caffè come per un brindisi e scolo le ultime gocce <<Ok, allora io vado a casa, mi preparo e ti aspetto per mezzogiorno. Ti mando l'indirizzo per messaggio>>

<<Frena ragazzina, puoi anche usare le tue gambette per arrivare fino qui in spiaggia>> dice fermandomi a metà strada tra la porta e l'ingresso.

<<Che galanteria. Grazie davvero, a questo punto allora facciamo che ti mando tutto per messaggio, una lista di cosa dobbiamo fare, come e perché, e ci vediamo direttamente tra tre settimane, anzi ne cerco un'altro direttamente...>>

<<Woo, tranquilla, stavo scherzando. Inviami l'indirizzo appena puoi, ci vediamo a mezzogiorno>> dice sorridendomi e facendo l'occhiolino. Poi si avvicina con una penna, mi prende il braccio e scrive lì il suo numero. Telefono scarico: estremi rimedi, sentenzia il mio cervello.

Io roteo gli occhi e mi mordo la lingua per non rispondergli.
Esco chiudendo la porta alle mie spalle e faccio un lungo sospiro.
Non so cosa mi sta succedendo ma é come se la mia pelle, il mio corpo, stiano reagendo all'idea che passerò del tempo con Nate. É come se la me interiore stesse ballando una bachata con il fantoccio di Nate, mentre io qui fuori sono confusa, perché non so cosa mi sta succedendo. Avrei bisogno di Dee, ma lei ha bisogno di tempo per organizzare il suo matrimonio, ha bisogno di tempo anche per sé, non può occuparsi solo della mia vendetta. Cercherò di gestirla da sola.

<<Mia?>>

<<Oh Dio>> faccio un salto per la paura.

<<Che ci fai ancora qui attaccata alla porta d'ingresso?>>

<<Oh, niente, ci vediamo dopo>> squittisco rossa in volto allontanandomi, mentre sento il suo sguardo bruciarmi sulla pelle. Mi giro un'ultima volta per vedere se mi sta guardando ed é vero, é lì seduto sul davanzale della finestra, a petto nudo, mentre si mangia una mela rossa. É un sex simbol, mamma mia se é bello! Ok, sarà meglio tornare a guardare la strada prima che inciampi e faccia una figura di merda. Così ancora rossa in volto, torno a camminare sulla passerella di legno sospesa in aria che collega lo scoglio, in cui si trova la casa di Nate, alla spiaggia.

Arrivata a casa mia madre mi corre incontro. <<Dove sei sparita sta notte?>>

<<Mamma, stai tranquilla ho dormito fuori>>

<<Potevi avvisare, mi sono spaventata!>>

<<Mamma davvero, sto bene>> rispondo ridendo.

<<D'accordo, piccola sgattaiolatrice>>

<<"Sgattaiolatrice"?! Ma esiste almeno come parola?>> domando confusa <<Senti mamma, io vado a farmi una doccia, devo uscire a pranzo, mi vedo con Dee>>

<<Con Dee e Ben? Non reggeresti la candela?>>

<<Eh?>> chiedo perplessa a metà scala.

<<L'ho incontrata stamattina da FROYO e mi ha detto che andrà a pranzo con Ben per decidere alcune cose per il matrimonio!!! Tu lo sapevi che si sposa? Insomma, avrebbe potuto dirmelo prima... In fondo l'ho vista crescere>>

<<Oh si, lo so che c'è anche Ben, siccome sono la damigella d'onore hanno bisogno anche di me per alcune decisioni quindi... ci sarò anche io. E sicuramente non ti ha detto nulla prima perché magari un annuncio tramite telefono non sarebbe stato carino>>

<<Va bene, hai ragione>> ride liquidando la questione <<allora divertitevi>>

Le sorrido e corro in camera. Prima metto in carica il telefono, e appena si accende scrivo a Nate, prendendo il numero dal braccio dove me lo ha scritto.






ROCK ME BABYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora