NEW | Capitolo 57

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Dopo aver passato tutta la mattinata a concludere la preparazione delle valigie, Lindsay suona il clacson della sua Fiat 500 rosa, per dirmi di scendere.

Cerchiamo in tutti i modi di incastrarle nella macchina, fino a quando non decidiamo di legarne due sul tettuccio. Per fortuna la strada fino all'aeroporto non sarà lunghissima. 

E proprio mentre stiamo per partire, ecco che si accosta sotto al palazzo, la macchina dalla quale esce Erik. Vorrei dire a Lindsay di sfrecciare via, ma non faccio in tempo che me lo ritrovo subito attaccato allo sportello. 

<<Ciao>> dico scendendo dall'auto.

<<Dove vai di bello?>>

Lo guardo, non parlo, cercando le parole giuste con le quali dirgli che sarei tornata a casa, oltreoceano. 

<<Non dirmi che...>> 

<<C'è stato un problema con il boss, il negozio purtroppo è stato chiuso, e così vengo rispedita a casa>> 

<<Non puoi andartene così... Mia davvero, ho bisogno di altro tempo per stare con te, voglio davvero provarci. Sono pronto a sistemarmi, a fare il padre se necessario, e so che lo voglio con te, ma ti prego non andare>>

Sono piuttosto confusa <<Scusami e tutto questo lo avresti capito quando?>>

<<In che senso?>>

<<Siamo usciti due sere soltanto, e tutte e due le sere, per un motivo o per un altro abbiamo avuto la chiara dimostrazione che tra di noi non può esserci nulla. Un segno del destino, chiamalo come vuoi...>> sbuffo esausta da tutta la situazione che ho creato, il caldo che non sentivo fino a pochi minuti fa, e la nausea che accompagna i primi mesi di gravidanza.

<<Ma Mia...>> mi posa una mano sul fianco.

<<Stanotte ho avuto tempo di ragionare, mentre con tanta dimestichezza inciampavo tra le varie valigie da preparare... Nate merita di sapere, è comunque lui il padre. E poi devo tornare a casa. Tu vivi a Londra. Come possiamo anche lontanamente funzionare?>>

<<Possiamo provarci>> si avvicina a me.

<<Erik>> sospiro, accarezzandogli il volto <<Merito tranquillità. Ho passato la vita a rincorrere qualcosa di impossibile, a dare chance a persone che non lo meritavano sempre attaccata a quel filo di speranza che mi prometteva la vita che ho sempre sognato. Forse ora sono solo stufa di investire su qualcosa di incerto>>

Rimasto senza parole, di fronte a me, le sue braccia crollano lungo i suoi fianchi. Poso un bacio sulla sua guancia e lo saluto <<Addio, Erik>> 

Salgo in macchina, e con Lindsay che non proferisce parola, ingrana le marce, e sfrecciamo verso l'aeroporto. Ho finalmente buttato fuori quello che tenevo dentro da tanto tempo. Dirlo ad alta voce ha tutto un altro effetto, anche se sono consapevole che posso essere risultata troppo dura con lui. 

Giunte in aeroporto Lindsay mi aiuta ad imbarcare tutte le valigie, e rimane con me nella successiva ora e mezzo che mi separa dal volo che mi avrebbe riportata a casa. 

<<Mi mancherai>> dice singhiozzando.

<<Lindsay...>> sospiro abbracciandola <<Mi mancherai anche tu! Ma lo sai che esistono i voli, proprio come quello che sto per prendere adesso>>

<<Lo so, ma pensare che tra di noi ci sia un oceano di distanza mi rattristisce, e poi non ho mai avuto tanta confidenza con gli aeroplani, e qualunque cosa che non tocchi terra>>

ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now