Capitolo 3

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Quando riesco a sedermi, mi brucia la gola, mi fa male la testa, e sento che sto sudando freddo. Ho paura di vedere come sia ridotto il mio aspetto in questo momento.

<<Aspettami qui>> mi dice il ragazzo di cui non so ancora il nome. Nel frattempo prendo il telefono dalla mia borsetta e mando un messaggio a Dee sperando che mi risponda in breve tempo.

Purtroppo non succede, così provo a contattare Lucas e Benjamin, ma anche loro non rispondono. Nel frattempo torna quel bellissimo ragazzo che mi sta assistendo senza alcun apparente motivo.

<<Tieni>> dice porgendomi un bicchiere <<È acqua per sciacquarti la bocca e toglierti quel sapore disgustoso in bocca>>

Ne bevo un sorso. <<Grazie, ma non devi essere così gentile con me>>

<<Figurati. Lo faccio con piacere, e poi non mi stavo divertendo, di sicuro i miei amici potranno fare a meno di me>>

<<I miei amici hanno già deciso di fare a meno di me, mi hanno palesemente abbandonata qui, da sola, e non rispondono ai miei messaggi. Ed oggi è il mio compleanno>> dico sconfortata.

<<Mi dispiace>> dice lui. Rimaniamo in silenzio su quella fioriera dove ho rimesso l'anima, in disparte da tutto e da tutti.

Dopo quella che sembra un'eternità parla di nuovo. <<Sai che c'è? Tu sei stata abbandonata dai tuoi amici, e da quel che percepisco non ti stai nemmeno divertendo molto. Io ho abbandonato i miei amici perché mi annoio, e preferisco stare con chiunque in questo momento piuttosto che con loro>> lo interrompo <<Beh grazie>>

<<Figurati>> riprende lui <<Perciò dammi la mano, e andiamo via di qua. Andiamo in spiaggia>>

<<Scusami?>> lo guardo confusa <<Mi hai appena chiesto di lasciare un posto pieno di persone, tra le quali ci sono i miei amici, per andare in un posto appartato, dove molto probabilmente, anzi quasi sicuramente non ci sarà nessuno, senza tenere in conto che nemmeno ti conosco>> mi guarda perplesso,

<<E se fossi un serial killer?>>

<<Oh, sei quel tipo di ragazza>>

<<Scusa come?>>

<<Intendo, sei quel tipo di ragazza. Quella che non si butta mai, che non si lascia mai andare, che non ama il brivido del pericolo, e che sicuramente aspetta il matrimonio prima di fare sesso giusto?>>

<<Ma cos..?>>

<<Ho colpito nel segno>>

<<Ascoltami, non so chi tu sia>>

<<Sono Smith, Dave Smith>>

<<Ecco appunto. Già da come ti sei presentato so benissimo chi sei. Il classico figo della situazione, il me la tiro e ne vado fiero prototipo di ragazzo, quello che ha tutte le ragazze che gli ronzano attorno, di ogni genere, eppure, nonostante siano tutte bellissime, come per Kuzko quando deve scegliere la sposa, le scarta tutte pretendendo di sapere ogni cosa sul loro conto, come hai fatto con me due secondi fa.>>

<<Primo, non so chi sia questo Kuzko>> dice virgolettando con le dita il nome del protagonista delle follie dell'imperatore... Oh sarai anche bello ma se non conosci le follie dell'imperatore per me perdi punti in classifica penso <<e punto secondo... è così, non è vero?>> alzo gli occhi al cielo.

Lui si alza <<È stato un piacere conoscerti bellezza>> e mentre lo vedo dirigersi verso la folla, realizzo che sarebbe sparito per sempre la in mezzo, e probabilmente non lo avrei mai più rivisto. L'unica persona che non mi ha lasciata sola, pur non conoscendomi, e che in fondo stava solo cercando di parlarmi per fare conoscenza. Accidenti al mio ex e a tutti i problemi che mi ha causato, non posso continuare ad escludere chiunque, che non siano il mio trio di amici, dalla mia vita solo perché sono convinta che posso stare bene da sola. Così, all'improvviso... <<Mia>> dico << il mio nome è Mia, Mia Brown, e no, non aspetto il matrimonio prima di fare sesso, non sono vergine!>> Dave mi sorride.

<<Allora lo vuoi quel posto vicino a me sulla mia Ferrari o no?>>

<<Si, basta che mi porti ovunque, e che sia lontano da qui>> dico alzandomi e dirigendomi verso di lui.

Dave mi prende la mano e sfrecciamo verso l'uscita. Non so cosa sto facendo, ma so che ho ventiquattro anni e posso cavarmela da sola.

All'uscita, un uomo che assomiglia a John, ma che non è lui, e che conosce Dave, ci stacca i braccialetti.

Dave mi indica la sua Ferrari, proprio di fronte all'ingresso, rossa fiammante, appena portata lì da un valletto che gli lascia le chiavi e gli fa i complimenti per l'auto di stasera.

Ora ho seriamente paura di essere finita con qualche gangster che fa soldi sporchi, ma so che tutto ciò che penso o che faccio è dettato in maggior parte dall'alcool, dalla noia e dalla stanchezza, che messi assieme sono un cocktail al quanto pericoloso, soprattutto quando si tratta di me.
<<Direzione?>> chiedo io, dopo che con assoluta ed inaspettata galanteria mi apre la portiera del passeggero e la richiude.

<<Voglio vedere il riflesso delle onde in quei tuoi bellissimi occhi>> dice ammiccando.

Alzo gli occhi al cielo, pensando a quante deve aver detto la stessa frase, ma francamente non mi interessa, è il mio compleanno, e voglio una serata speciale, e forse... forse ho bisogno di qualcuno che mi faccia uscire dagli schemi, un partner in crime, qualcuno che tiri fuori da me tutti i miei lati migliori.

Perciò, alla soglia dei miei ventiquattro anni, finalmente, sto imparando a godermi la vita momento per momento, con qualunque cosa che ne verrà fuori. E mentre penso a tutto questo, chiudo gli occhi e mi rilasso, mentre la Ferrari sfreccia sulla statale verso la spiaggia e Dave canticchia una canzone che sta passando alla radio, With or without you, degli U2.

ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now