Capitolo 11

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<<Perché mi hai raggiunta?>> chiedo esasperata girandomi.

<<Perché ti sono cadute queste>> dice facendomi penzolare le chiavi della mia auto davanti al naso. Le prendo frettolosamente per fuggire il prima possibile.

<<Grazie>>. Apro la portiera e mi siedo sul sedile pronta per partire ma non posso chiudere lo sportello perché Matt sta lì, appeso alla portiera.

<<Senti M, sei molto stressata stasera, che ne dici se ci vediamo domani per una passeggiata e mi racconti meglio che ti succede?>>

<<Non lo so... >> non ho tempo di finire che mi interrompe, eccolo il solito Matt <<No. Non hai niente da fare se non piangerti addosso nella vasca, ascoltando All I Could Do Was Cry di Etta James, con una maschera sul viso, mentre divori una vaschetta di Ben e Jerry's variegato alla vaniglia. E con gli smarties sopra ovviamente.>>

Sorrido perché si ricorda. Ma questo non va bene! Mayday, mayday, prevedo uno schianto al suolo di un cuore già troppe volte rattoppato!

<<No seriamente Matt non posso>>

<<Neanche se ti compro il Mocha Cookie Crumble Frappuccino da Starbucks? Se non sbaglio era il tuo preferito>>

Dio se lo odio, mi conosce ancora come le sue tasche, e poi quando si tratta di caffè sono come Lorelai Gilmore, al caffè non si dice di no! Dannato Matt Watson! Devo cambiare i miei gusti preferiti e tutto ciò che mi piace, ho ventiquattro anni, non sono più una teenager, dovrebbero essere cambiati i miei gusti... E invece no, apparentemente, sempre e solo la solita e monotna Mia.

<<D'accordo, va bene. Facciamo alle cinque di pomeriggio, ci troviamo da Starbucks>> sbuffo.

<<Allora a domani, Mia>> dice con un sorriso compiaciuto mentre chiude lo sportello, si infila le mani in tasca e torna verso casa sua.

Rimango ferma per un po' a pensare a quello che é appena successo e decido che chiamerò Demy domani mattina visto che ora sono le quattro di notte e non voglio disturbarla. Ma ho bisogno di parlare di quello che ho appena fatto. Non sarei mai dovuta correre da lui, ma che mi dice il cervello?
Accendo l'auto, e sulle note di Cry To Me, dalla soundtrack di Dirty Dancing, torno a casa cercando nel frattempo un modo per dire alla mia migliore amica, e prima ancora a mia madre, che sono tornata, correndo, tra le braccia del mio ex.

La mattina mi sento come ripresa da una sbronza colossale. Mi fa male la testa e poi mi torna improvvisamente in mente, come un fulmine a ciel sereno, quello che ho fatto ieri sera, o stamattina prestissimo. É domenica e mia madre corre in camera mia con il vassoio della colazione a letto perché, conoscendola, vuole tutti i dettagli.

<<Allora?>> ammicca, mentre mi porge il vassoio sulle gambe con un vasetto con delle gerbere di tutti i colori, il mio solito piatto con uova strapazzate, avocado, e bacon, il bicchiere di spremuta con a fianco anche la tazza di caffè per carburare e un'insolita busta scritta a mano. Chissà chi me l'ha mandata?! Penso sarcasticamente, già sapendo che é da parte di Dave. Non voglio leggerla così la metto nel comodino.

<<Come mai non la leggi?>>

<<Mamma senti, ieri é successa una cosa inaspettata che mi ha lasciata molto delusa, e un'altra della quale non vado proprio fiera ma nel momento mi sembrava ciò di cui avevo bisogno>>

<<Oh oh... Non mi sembrano cose positive, ecco perché ieri sera sei tornata a casa a dormire... Su racconta!>>

<<Ora io inizio a raccontare, ma tu promettimi che non interromperai fino alla fine, e che mi sarai di supporto, perché mi sento da schifo già da sola>>

<<D'accordo, bocca cucita finché non finisci di parlare>> dice imitando la chiusura con una cerniera sulla sua bocca.

Sorrido, poi faccio un respiro profondo, e sedendomi meglio sul letto inizio a raccontarle cosa é successo con Dave <<Ti rendi conto? L'ha baciato, senza neanche pensare che magari fosse con un'altra ragazza, ma non solo non é colpa della ragazza, é anche colpa di quel verme che non si é spostato, anzi é rimasto lì a godere, ed io come una cretina, in mezzo alla pista, così ho preso e me ne sono andata, e il minimo che ha fatto é stato seguirmi dopo che era già a posto fino alla porta, ma non si é sforzato nel dissuadermi dall andare via, ha semplicemente mollato alla prima avversità. Almeno Matt mi ha seguita...>> poi mi accorgo della cazzata e mia mamma si strappa la zip immaginaria.

<<Scusa chi? Ripeti il nome?>>

<<Mamma avevi detto che saresti stata zitta fino alla fine, e poi ce ne sono tanti di Matt al mondo>>

<<Si ma nessun Matt ti fa diventare gli occhi luminosi come quando pensi a lui. Che diavolo succede tesoro? >>

<<Potrebbe essere che in un momento di furia e di sconforto, vuoi perché non mi é mai andata giù come siano finite le cose tra di noi, vuoi perché il mio subconscio non ha mai superato l'amore per lui, mi sono ritrovata fuori dall'appartamento che dicevamo avremmo voluto comprare per noi, e che guardacaso é casa sua ora>>

Mamma é preoccupata e sospira. So che si ricorda ancora quanto ho sofferto e le notti che ho passato a riempire il cuscino di lacrime, o la volta che ho rischiato di non respirare più da quanto ero scossa dai singhiozzi.

ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now