NEW | Epilogo

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***tre mesi dopo***

Stamattina mi sono svegliata con i calci dell'inquilino che vive nella mia pancia. Oggi andrò alla visita con mia madre per sapere il sesso, in modo da riuscire a fare il gender reveal party, io non lo saprò fino al giorno del party, compresa Dee. Mia madre sarà colei che conoscerà il sesso di entrambe i nostri bambini, l'addetta ai fumogeni, a seconda del sesso blu o rosa, delle torte e di qualunque altro elemento della festa.

Prima della visita mi reco verso lo Starbucks  lungo la spiaggia per godermi un po' di sole e di mare. Dopo aver parcheggiato, scendo dalla macchina e mi sistemo la maglia che si era un po' arricciata sul pancione. Afferro il portafoglio ed il telefono, chiudo lo sportello e mi avvio verso l'ingresso. 

Mi squilla il telefono, così mi fermo per rispondere, ed in quell'esatto momento mi scontro con una persona. 

<<Stai attenta a dove vai!>> mi dice.

<<Dee, aspetta un secondo>> le dico al telefono, per poi occuparmi di quel maleducato <<Come scusi?>>

E nell'esatto momento in cui si volta, scopro che è Nate, la persona che non è altro che il padre di mia figlia, o figlio, e che ho evitato come la peste per gli ultimi mesi. Non sapevo come dirglielo. 

<<Mia...>>

<<Nate>>

<<Cosa ci fai... emh... quando sei tornata?>> Mi scannerizza con il suo solito sguardo e nel momento in cui realizza il mio stato, sgrana gli occhi, poi fa rimbalzare lo sguardo tra i miei occhi e la mia pancia.

<<Sei... incinta?!>>

<<Direi che è evidente>>

<<Quindi...>>

<<Quindi nulla, non sto con nessuno se questo è il tuo problema>> non so perché sono così aggressiva, ma ogni volta che lo vedo le ferite si riaprono, e non so perché. Anche se mi è mancato, e rivederlo così d'improvviso mi ha gonfiato il cuore.

<<Allora? Insomma come?...>> 

Evidentemente confuso, continua a cercare risposte, mi ripeto che questa è la mia unica chance per dirglielo senza farmi mangiare dalle mie numerose ansie e paure, non è certo il miglior modo per dirglielo ma è sempre meglio che mai.

Prendo un grande respiro e dico <<Sono incinta di tua figlia>>

Mi guarda negli occhi per un tempo che sembra infinito, non distolgo lo sguardo e noto che i suoi occhi si inumidiscono sempre di più.

<<Ne sei sicura?>> chiede con un fil di voce.

<<Nate, dopo di te non c'è stato nessun'altro>>

E dopo questa frase scoppia a piangere. Io rimango momentaneamente incredula, poi lo afferro per un braccio e ci spostiamo sulla spiaggia, lontano da occhi indiscreti. 

<<Me lo dici solo ora?>>

<<Lo so, non ho scusanti. Ma ero ferita dal tuo comportamento, ci eravamo lasciati e non volevo che pensassi fosse uno scherzo di pessimo gusto, per giunta ero a Londra, ero convinta che ce l'avrei fatta da sola...>> sospiro <<Non sapevo cosa fare!>> ammetto frustrata.

ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now