Capitolo 18

2.2K 55 9
                                    

<<Me ne sto andando>> esclamo in preda all'ansia afferrando il telefono e le mie cose tentando di coprirmi il più possibile.

<<No non te ne andare, rimani con noi>> dice un altro ragazzo del gruppo.

Sono sempre più vicini, puzzano di alcol ed erba, se sono fortunata e inizio a correre non mi raggiungeranno mai.

Affretto il passo verso il parcheggio ma sembra non vogliano lasciarmi in pace <<É tutto vostro questo posto ragazzi, davvero, me ne vado. Passate una buona serata>>

Troppo tardi. Mi hanno già accerchiata. <<Bello quel completino, sai?>> sbiascica uno, mentre con un dito mi sfiora la pelle sopra l'elastico delle mutandine a brasiliana. Dannata Victoria's Secret. Inizio ad urlare <<Non toccarmi porco!>>. Gli do una ginocchiata dritta nei gioielli di famiglia e lo stendo. Ora però ne ho altri tre da gestire.

<<Ragazzina non lo sai che non si fa il bagno di notte da sole, non così sexy per lo meno>> esclama una voce familiare. É Nate. Spunta da dietro al gruppo e si fa avanti.

<<Signori non vorrei farvi del male, perciò ve lo chiedo con le buone, lasciate stare la ragazza, e non chiamerò la polizia, oppure ve la vedrete prima con me, e poi con le forze dell'ordine, a voi la scelta>>

<<Ma chi ti credi di essere bello?>> racchia un altro ancora. A quel punto Nate, che prima mi aveva raggiunto, con un semplice gesto del braccio, riesce a stringere forte sulla gola dello strafottente che lo ha provocato. Lo sento annaspare, per cercare un briciolo d'aria che gli consenta di respirare.

<<Non so se ci siamo capiti. Lo ripeto un'altra volta, repetita iuvant,>> wow sa il latino, penso compiaciuta <<o lasciate questa spiaggia ora, e non vi fate più rivedere oppure chiamerò la polizia, e molto probabilmente anche il 911 per ognuno di voi. Intesi?>>

I quattro scappano a gambe levate verso la strada. Ed io, che senza rendermene conto, avevo trattenuto il fiato per quasi tutto il tempo in cui si é svolta la scena, torno a respirare. Sono ancora sotto shock al pensiero di ciò che poteva succedermi se non fosse arrivato Nate.

<<Grazie>> sussurro.

<<Hey, stai tremando, vieni, ti porto ad asciugarti>> mi dice mentre mi avvolge con un braccio per scaldarmi e mi asciuga una lacrima <<non piangere, ci sono io, sei al sicuro ora>>.

Non riesco a parlare, ma vorrei sapere come faceva ad essere qui a quest'ora?

Arriviamo fuori da casa sua. É bellissima. Di legno bianco con un portico a picco sul mare. Ecco perché ama gli scogli, ha una casa proprio su di essi. É piccola e minimal chic, adatta ad un ragazzo single. E c'è un piccolo molo con attraccata una barca a vela.
Appena entrati c'è una zona di ingresso con uno specchio che ricopre tutta la parete. <<Vieni, seguimi, il bagno é da questa parte>> esclama. Lo seguo.
Subito di fronte all'ingresso il salone con il divano e uno schermo piatto incastonato nel muro di legno. I muri sono porte scorrevoli in vetro che mostrano il mare in tutti i suoi colori e ad ogni ora. A destra la cucina open space, con un'isoletta e degli sgabelli. Infine nel salotto c'è la scala per un soppalco in legno bianco con una scala completamente in vetro. Sul soppalco c'è la sua camera da letto, e una bellissima jacuzzi. Il bagno é oltre il salone, diviso da esso da un'enorme porta scorrevole in vetro opaco. Qui c'è una doccia e una sauna. Ha anche la doccia sensoriale. É fantastico.

<<Wow, hai una casa bellissima>> esclamo.

<<Grazie. E aspetta di vedere il tetto panoramico sul soppalco.>>

ROCK ME BABYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora