Capitolo 32

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Il seminario di botanica si conclude ed io e Nate torniamo a Sanibel insieme con la promessa di provarci. 

Atterrati in aeroporto prendiamo un taxi.

<<Nate devo andare a casa>> dico sbadigliando, stanca per il viaggio. 

<<No aspetta, fermati da me per un po'>> mi dice mentre io, con la testa appoggiata alla sua spalla, spero di arrivare il prima possibile a casa per dormire. 

<<Nate, per quanto mi piacerebbe, devo andare a casa, insomma sono stanchissima, ne ho bisogno>>

Sbuffa <<D'accordo, allora facciamo una cosa. Ti fermi a casa, lasci le valigie, e poi mi raggiungi, puoi dormire da me, e domani passiamo la giornata assieme>>

Ci penso un po' e poi annuisco sommessamente mentre torno a chiudere gli occhi. È già notte qui in Florida, e non so quanto potrò reggere, ma l'idea di passare la notte con Nate, dopo le ultime, così passionali e selvagge, è una bella prospettiva. 

Il taxi mi lascia di fronte casa ed io entro frettolosamente. 

<<Sono tornata!>> urlo chiudendomi la porta alle spalle. Nessuno risponde, così mi dirigo in camera, e lascio le valigie a terra, vicino al letto. Sono molto stanca, e puzzo d'aereo e di viaggio troppo lungo per non avere almeno una goccia di sudore addosso, così svestendomi frettolosamente mi infilo sotto la doccia. Prima di entrare osservo il mio corpo abbronzato, soddisfatta, perché a quanto pare neanche nei centri estetici con i migliori lettini abbronzanti riuscirebbero a farti diventare così caffè latte. Noto poi che sul collo e sui seni mi sono rimasti i segni violacei delle notti e dei giorni meravigliosi passati con Nate. 

L'acqua scorre calda sulla mia pelle, alleviando la stanchezza e la spossatezza, e tutti i dolori cervicali accumulati. La mente però non riesce a non tornare alla settimana appena trascorsa. Ricordo tutto. Il mio cuore che martellava forte nel petto, le farfalle nello stomaco per ogni appuntamento più strano. Sorrido quando ricordo della sera in cui ha prenotato un posticino in spiaggia tutto per noi. Era ora del tramonto e la luce era rossiccia. La passerella era piena di petali di rosa e il tavolo aveva delle candele profumate accese. Quella notte, per la prima volta, ho provato qualcosa di diverso. Quella notte, dopo aver visto il viso di Nate, i suoi occhi nei miei, la sabbia che accarezzava la nostra pelle, le nostre dita intrecciate, i colori del tramonto più accesi e nitidi, e la calma più assoluta, ho sentito il mio cuore contrastare fortemente con l'esterno, martellava forte nel petto, anzi fortissimo, il sangue pompava nelle vene ad un ritmo costante, e ad un certo punto ho sentito il cuore in gola, come quando scoprii di amare Matt...  . Oddio! penso appoggiandomi alla parete rivestita di piastrelle di ceramica fredda della doccia. Io mi sono innamorata di Nate! Il suo modo di fare, il suo essere così saccente e dispotico, ma anche intelligente e dannatamente sexy... Mi sono innamorata, pur non conoscendolo fino in fondo, mi sono innamorata di lui, senza neanche accorgermene. Lui era così inaspettato, così sbagliato, eppure, senza ragione apparente me ne sono innamorata. E forse il bello dell'amore è proprio questo. Lui non ti avvisa quando arriva. Lo fa silenziosamente, mesto, e si nasconde dentro di te, e piano piano inizia a rendere ogni cosa sempre più brillante, più colorata e profumata... Il suo modo per dirti che lui c'è. Sta a te scoprirlo. 

Esco dalla doccia frettolosamente. Metto la prima maxi t-shirt che trovo e un paio di pantaloncini. Le infradito ai piedi e lego in una crocchia i capelli completamente bagnati. Non era di certo così che mi aspettavo mi sarei dichiarata, ma a chi importa quando l'amore ti rende più raggiante e solare di qualunque abito firmato? 

I miei non sono ancora in casa così chiudo la porta con mano tremante e salgo in macchina più veloce di un ninja. 

Arrivo in spiaggia e corro sulla passerella di legno, aprendo con emozione e con gioia la porta di Nate. La spalanco come se fosse casa mia, neanche perdendo dei secondi a bussare. Quello che non mi aspettavo di trovare davanti a me era questo...

Nate ed una perfetta sconosciuta avvinghiata a lui di fronte all'isola del cucinotto. Dolore. Sento solo, di nuovo, dolore. Per un'altra volta pugnalata alle spalle da una persona di cui mi sono innamorata. Ancora una volta quella fitta lancinante e logorante al cuore e alla bocca dello stomaco. Sento che sto per vomitare. Non riesco a reggere le lacrime, ma non gliela darò vinta nel vedermi in questo stato.

<<Mia...>> si gira gridando il mio nome, ma è troppo tardi, sono già fuori, fuori da casa sua, fuori dalla sua vita, fuori da me. 


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