Capitolo 25

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<<Certo non mi aspettavo i suoi messaggi da stalker>> confesso a Demy di fronte al nostro solito frozen yogurt di FROYO <<O per lo meno non dopo quello che é successo>>.

Siamo sedute qui fuori da ormai un'ora, la quale ci siamo concesse come riposo dallo shopping così intenso di oggi da far venire il mal di testa.

<<Mia, non mollare ora. Sono sicura che voglia farsi perdonare.>>

<<Non ne sarei così convinta...>>

<<Forse non é abituato a confidare i suoi affari personali, come mi é sembrato da come mi hai descritto la scenata. Hai bisogno di lui per la vendetta! No?!>>

<<Si certo, ma potrei ormai...>>

<<Non dirlo neanche per scherzo. Questo ragazzo ha già tentato di baciarti due volte, senza successo. La terza é sempre la prova del nove>>

<<Sarà>> dico perplessa.

Alla fine, quando Demy deve incontrarsi con le altre damigelle per l'incontro in Atelier, passo in negozio per lasciare le buste dello shopping, e chiuderlo momentaneamente per il pomeriggio prima di tornare ad adempiere ai compiti da damigella d'onore che si rispetti.

Prendo dal bancone un pezzetto di carta e scrivo un messaggio per mamma.

Sono con Demy all'Atelier Augustè per la ricerca dell'abito, non dovrei tardare molto, per sicurezza chiudo momentaneamente finché non arrivi

Baci, Mia

Per sicurezza, non sapendo se lo avrebbe letto o quanto meno trovato, le mando anche un messaggio vocale comunicandole ciò che ho scritto sul biglietto.

Vado sul retro per chiudere le varie finestre, e proprio mentre sto per chiudere l'ultima, sento la porta d'ingresso del negozio tintinnare indicandomi l'arrivo di un cliente.

<<Stiamo per chiudere, potrebbe passare piu tardi?>> chiedo mortificata correndo all'ingresso.

É un uomo girato verso un vaso di rose nere, il mio primo esperimento riuscito.

<<Non ci vorrà molto.>> Non mi ci volle molto per riconoscere la sua voce. Quella voce così profonda e sensuale, che lo rende distinguibile da tutti gli altri. Alla sua vista, il mio corpo reagisce a lui, di nuovo, come se il mio cervello, rispetto a Nate, non avesse voce in capitolo, e rimanesse anestetizzato.

<<Che cosa vuoi?>> chiedo a braccia conserte battendo un piede per terra.

<<É così che si saluta il proprio ragazzo?>>

<<Guarda che la farsa deve stare in piedi solo al matrimonio. E tu stesso hai specificato che non é necessario tutto questo>> dico muovendo un dito tra noi due <<per due baci lascivi di fronte a un idiota.>>

<<Perciò se non ti dispiace avrei altro a cui pensare>>

<<Tipo che cosa?>> domanda altezzoso.

Non fa parte della mia vita, e questo suo atteggiamento così dispotico mi fa imbestialire. Come può anche solo pensare di avere il diritto di chiedermi del mio tempo libero, quando per lui, anche solo avermi detto le cose più basilari riguardanti il suo passato, é come un reato.

ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now