Capitolo 36

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L'acqua della doccia è fredda in confronto alla mia pelle ancora bollente. Sussulto, poi inizia a cadere calda, e mi rilasso. Prendo i l suo bagnoschiuma al muschio bianco e lavo via i residui di un'altra notte di fuoco con Nate. 

<<Faccio io>> mi dice afferrando la spugna e passandola sulla mia schiena. Quando ha finito mi sposto sotto il getto d'acqua per sciacquare il sapone, voltandomi verso di lui per baciarlo. Mi guarda negli occhi, mai stati di un azzurro così intenso, tenendomi stretta per la vita, sfiorandomi con le sue mani, il profilo della schiena. Le mie mani sono sul suo petto e i nostri respiri sembrano uno solo.

Guardandolo mi rendo conto ancora di più di quanto io sia immensamente innamorata di lui. Pur non sapendo molto sul suo conto io lo amo. Lo ho sempre amato. Dal primo momento in cui ci siamo scontrati ho sentito un'elettricità particolare che ci univa. 

<<Sai, nell'unica relazione che io abbia mai avuto, dirsi ti amo era diventata quasi un'abitudine. Non era più qualcosa di sentito. Una frase che ogni volta che viene detta ti fa battere il cuore. Era diventato qualcosa di scontato. Con te non voglio che sia così. Voglio che sia speciale, e non banale>> ammetto, e forse più a me stessa che a lui.

<<Ti prometto che non sarà così Mia>> mi dice sollevandomi il mento con le dita, per far si che io lo guardi negli occhi <<La nostra è una relazione speciale se pensi a come è nata no?>> sorride.

<<Tutto sommato hai ragione... Insomma non si vedono nascere tutti i giorni delle coppie per vendetta contro un definibile... "ex"'!>> chiedo confusa sul come definire Dave. Ridiamo insieme, ancora abbracciati. 

Sospiro <<Nate, ti amo>> dico guardandolo negli occhi, con la voce carica di emozioni. Dirlo ad alta voce, così forte, così sentito mi fa accelerare il battito. Il sangue scorre bollente nelle mie vene e ansimo in attesa di una sua risposta.

Mi bacia. Magari non è abituato a dirlo così spesso. Magari gli ci vuole tempo per abituarsi, ma ha già ammesso di essersi innamorato di me, ed io non pretendo che mi risponda. 

Dopo esserci fatti la doccia, mi infilo una maglietta di Nate, mentre lui infila solo i boxer. Tolgo le lenzuola macchiate, sorridendo maliziosamente al ricordo di cosa è successo poco fa. 

<<Perché sorridi?>> mi chiede portandomi delle lenzuola nuove.

<<Perché non pensavo si potesse diventare così creativi con del cibo>>

<<Quante cose nuove che ti sto mostrando vero?>> sorride mordendosi il labbro. 

Mi da una mano a sistemare le lenzuola e finalmente, dopo quello che è sembrato un ritorno a casa interminabile, eccoci qui, a letto, io accoccolata sul suo petto, mentre lui mi accarezza dolcemente la schiena, fino alla coscia, e ripete il gesto infinitamente. Un gesto che mi rilassa e che mi porta ad addormentarmi. Prima che possa cadere in un sonno profondo però gli sento mormorare <<Sei bellissima>> per poi darmi un bacio tra i capelli.

Mi sveglio al mattino con la luce che irrompe dalle ampie vetrate della camera. Tasto il materasso vicino a me per rendermi conto che Nate non c'è. Sento però la sua voce al piano di sotto, così mi affaccio al parapetto del soppalco per vedere con chi sia. Non c'è nessuno, è al telefono, e pensando siano affari di lavoro per il tono serio che sta usando, decido di andare fuori sul terrazzino della camera per prendere un po' d'aria. Qui è bellissimo, e la luce di prima mattina è così luminosa che potrebbe abbagliare. Inalo l'aria pulita nei miei polmoni e chiudo gli occhi per assaporare la tranquillità e la gioia di questa giornata. 

Sento Nate raggiungermi, così mi giro verso di lui, mentre si sistema di fianco a me con due tazze di caffè fumante in mano e mi da un bacio sulla spalla. 

<<Buongiorno>> dico io con voce dolce.

<<Buongiorno>> risponde lui <<Stamattina devo passare da mio padre, a casa sua in ufficio. A quanto pare ci sono questioni che dobbiamo risolvere. Non ci metterò molto, tu però puoi rimanere>> 

<<Oh okay>> pensavo avremmo passato la giornata insieme, ma capisco che oggi è giovedì e anche io dovrei lavorare, anche se ho chiesto a mia madre di sostituirmi per il jet lag solo per oggi.

<<Quando torno andiamo a mangiare fuori, e poi ti porto in un posto>> mi dice sorridente.

Mi rallegro subito per la proposta meravigliosa di un pomeriggio insieme, evidentemente in un posto a sorpresa. <<Credo che rimarrò ancora un po', giusto per sistemarmi, e poi vado a casa per prepararmi alla nostra giornata assieme>> 

<<D'accordo>> mi dice. Mi lascia un bacio a stampo furtivo, afferra una camicia di cotone dall'armadio e se ne va. 

Con la mia tazza di caffè in mano, inizio a girovagare per la casa, sperando di trovare qualcosa che mi faccia conoscere meglio questo ragazzo. Vado prima in bagno per spazzolare e legarmi i capelli. Specchiandomi, vedo nel riflesso la doccia, e subito mi torna in mente il momento in qui gli ho detto ti amo, e la sua non risposta. Non voglio pensarci troppo perché se mi ci soffermo inizia a dare fastidio, e non voglio, perché quello che abbiamo è perfetto così com'è e lui avrà il suo tempo per dirmelo. Così distolgo i pensieri e mi dirigo in salone. Ci sono poche foto. Le uniche sono con la sua famiglia, e una con una ragazza, molto bella. Sono tutti e due sorridenti, sembrano felici. Non noto nessuna somiglianza, perciò mi chiedo chi sia. Poco dopo bussano alla porta, così cercando di sistemarmi al meglio la maglietta con cui ho dormito, vado ad aprire.

<<Ciao, tu devi essere la ragazza dell'altra sera>> mi dice entrando senza neanche chiedere il permesso.

<<Donna>> dico con disprezzo nella voce.

<<Oh così ti ha detto il mio nome, bel passo avanti, alle altre neanche mi nominava>>

<<Sai, le segretarie non sono proprio le prime persone che presenti alla tua ragazza>>

<<Segretaria?>> chiede come se non stesse capendo <<Si, segretaria. Lavoro per suo padre, perché i miei genitori erano in bancarotta, e lui mi ha offerto un lavoro stabile. Credo principalmente perché siamo cresciuti insieme>> ecco a chi assomiglia la ragazza della foto! A lei perché è lei! Con qualche chilo di trucco in meno e le labbra un po' meno rifatte.

<<Che cosa vuoi?>> le chiedo, incrociando le braccia al petto.

<<Ero venuta per parlare con Nate, ma a quanto pare ha già pensato suo padre a richiamarlo alla base...  In ogni caso, è stato bello conoscerti, emh...?>>>

<<Mia>> dico con aria da sbruffona. 

<<D'accordo, Mia.>> sorride e poi conclude <<Addio>> quasi come se avesse un'aria vittoriosa.

Non sto capendo molto ma qui c'è qualcosa che non quadra e non mi sta bene.



ROCK ME BABYOù les histoires vivent. Découvrez maintenant