Capitolo 10

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<<Ti sei sistemato bene sai? É bello come appartamento>> dico mentre appoggio la borsetta nell'ingresso. Prendo il telefono per vedere se Demy mi abbia chiamata, ma ancora nulla, però noto che é tardi. <<Oddio, scusami, mi sono presentata ad un orario indecente, mi dispiace così tanto!>>

<<Mia é tutto ok, quando hai bussato ero tornato da cinque minuti>>

<<Oh, okay...>> non voglio sapere cosa stesse facendo, non sono affari miei ormai da anni.

<<Siediti, vado a prendere il caffè e poi parliamo>> dice indicandomi il divano che ha nel salottino arredato in stile moderno con marmo nero e legno ebano. Fin da quando avevamo iniziato ad uscire mi diceva che avrebbe acquistato questa casa in riva all'oceano un giorno o l'altro e che se saremmo stati fortunati ci avremmo vissuto assieme. Poi non é stato così... E per quanto non voglia ammetterlo fa ancora male.

<<Eccomi>> dice porgendomi la tazza di caffè fumante <<allora, cosa succede?>>

Prendo un sorso di caffè e all'improvviso chiedo <<Cos'ho che non va? Prima tu che mi lasci per una spagnola dopo il tuo viaggio nella terra caliente, poi lui e molti altri prima di lui che mi desiderano solo per del sesso... Insomma, cos'ho che non va?>> chiedo con le lacrime ormai agli occhi.

Matt fa un bel respiro <<Non c'è niente che non va in te Mia. Sei una ragazza bellissima, intelligente, che sa quello che vuole, e questo spaventa... E lo so, l'ho provato sulla mia pelle>>

<<Spaventa?>> Sono perplessa.

<<Si insomma, noi ragazzi non siamo propriamente quelli che pensano subito alla famiglia, a programmare la vita nei prossimi cinque anni. Pensiamo più al vivere giorno per giorno e cerchiamo di divertirci per quanto possibile, anche se molti non finiscono mai di essere perenni adolescenti...>>

<<Mi stai dicendo che mi hai lasciata perché eri spaventato?>> chiedo sull'orlo dell'isteria, per la seconda volta durante questa serata, virgolettando l'ultima parola con le dita.

<<Aspetta... Non stavamo parlando di questo...>>

<<Oh invece si che ne parliamo, insomma ma che cazzo di motivo é?>> sospiro mentre cammino avanti e indietro per il salotto <<Ti lascio perché sono spaventato>> esclamo imitando la voce da ragazzo <<Cioè mi spieghi che minchiata é?>>

Matt sorseggia il caffè, seduto sul divano, mi osserva e poi ride.

<<Non ti é ancora passata vero?>>

<<Certo che mi é passata! Cosa credi che sia ancora innamorata di te? Pff, non illuderti caro mio!>> dico mettendo le braccia sui fianchi per darmi più sicurezza.

<<Non ti ho mai chiesto se fossi ancora innamorata di me, hai fatto tutto tu, io ti ho chiesto un'altra cosa>>

<<Oh e così siamo a due persone che pretendono di sapere cosa provo e non provo, chi sono e chi non sono, ma sono stufa>>

<<Cosa vai blaterando?>> Mi chiede, ma lo ignoro, e tiro dritto con il mio treno di parole. <<Volete sapere come mi sento? Bene, c'è che sono stufa di essere continuamente tradita, in tutti i sensi, sono stufa di essere costantemente usata per fini luridi nei quali io casco sempre perché credo dannatamente e pazzamente nell'amore, e credo ancora di poter finalmente avere il mio per sempre felici e contenti anche dopo quel dolore così infinito che ho provato, un dolore così forte che non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico. E più ci spero più i ragazzi che incontro si prendono beffa di me, giocano con i miei sentimenti, ed io questo non lo tollero. Non lo tollero perché non voglio più soffrire>> dico sentendo già quel nodo in gola di amarezza e di lacrime <<Non voglio più soffrire perché fa male! Cielo se fa male!>> dico già con la voce rotta dal pianto mentre scalcio quelle dannatissime scarpe con il tacco... <<fate così male anche voi dannate scarpe!>> dico con il viso ormai rigato di lacrime <<E non merito di soffrire così. Merito la felicità anche io cazzo! Non é facile stare da soli e convincersi che é meglio così quando tutte le notti sogni di poter avere ancora un solo minuto di quel periodo in cui le guance arrossivano per niente, il cuore batteva all'impazzata e le farfalle nello stomaco non ti facevano magiare dall'emozione che provavi, eppure quando apri gli occhi tutto é finito, e il buco che lascia nel petto é talmente lacerato, che anche se fa male non lo senti più perché é diventato abitudine>> concludo continuando a piangere buttandomi sul divano.

ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now