Capitolo 48

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<<Ho già trucidato una volta, mentalmente, un pezzo di merda come lui, posso farlo ancora>> dice Demy sprezzante dopo aver ascoltato la mia storia.

<<Sul serio? Per affari?!>> chiede mi madre incredula.

Io le osservo commentare sul suo comportamento desiderando di poter rimanere sola, solo per un po' per poter pensare e respirare, da sola!

<<Vi prego>> supplico dopo aver assistito abbastanza <<ho bisogno solo di silenzio e solitudine>> dico regalando loro un mezzo sorriso.

<<So che devi occuparti del matrimonio Dee, e tu mamma non so quanto ti sono grata del tuo lavoro al negozio, perciò li c'è bisogno di te, per preparare i fiori per il matrimonio di Dee..>> vengo interrotta

<<Si ma non di domenica>> dicono all'unisono.

Sbuffo per non averci pensato prima ed esco dalla vasca, indossando il mio accappatoio in spugna spesso ed accogliente. Indosso le ciabatte e vado a sdraiarmi a letto.

<<Tesoro...>> mia madre non riesce a reggere il vedermi così sofferente.

<<Lily, non ti preoccupare, ci penso io da qui>> dice Dee a mia mamma poggiandole una mano sulla spalla. Mia mamma con le lacrime agli occhi annuisce ed esce, chiudendosi la porta alle spalle, mentre la mia migliore amica si sdraia vicino a me, abbracciandomi ed accarezzandomi i capelli. Mi culla fino a che non mi addormento, sognando un lieto fine che non fa altro che aumentare il mio dolore nel petto. Con tutto questo trambusto non mi ero fermata un secondo a pensare a questo dolore. Sapevo che c'era, lo davo per scontato, ma non lo ho accolto in me, non lo ho sentito in tutta la sua immensità. É un dolore lancinante, forte. Brucia nella trachea, e ti provoca la nausea. L'unico sollievo lo provi solo quando immagini di strapparti il cuore e lo stomaco dal petto.

Mi sveglio lunedì mattina, dopo aver sognato l'ultima notte con Nate, e le lacrime affiorano nuovamente. Sento il telefono squillare così rispondo <<Pronto?>>

<<Buongiorno signorina Brown, sono la ginecologa Stone>>

<<Oh, buongiorno>> ecco che puntualmente quando ti lasci, ogni cosa che avevi fatto per quella relazione torna indietro, come una pugnalata al petto.

<<La contatto, sperando di non disturbarla, per dirle che l'appuntamento di giovedì dovrà saltare per motivi miei personali. Se fosse urgente posso anticiparle l'appuntamento tra mezz'ora>> Ragiono su cosa rispondere. Era una visita per il contraccettivo. Ma dal momento che non devo proteggere più nulla non he ho bisogno. Anche se una visita ginecologica ogni tanto non fa male, e ho bisogno di uscire, di fare più cose possibili e di distrarmi.

<<D'accordo, grazie, in mezz'ora sarò da lei>>

<<A dopo, signorina Brown>> chiude la chiamata.

Mi vesto svogliatamente, tentando di coprire con il correttore le occhiaie da separazione. Quelle neanche lo stucco le copre, perciò non so da cosa derivi la mia presunzione di poterle coprire.

Salgo in macchina dopo aver attraversato la cucina e aver rivolto un buongiorno onomatopeico più che altro ai miei genitori.

La visita é stata molto veloce, ho dovuto fare un test di gravidanza, che ha confermato il mio futuro da single, neanche come madre single. Solo e solamente single. E francamente ne sono felice dopo l'ultima notte con Nate, che solo dopo i vari quesiti della ginecologa, ho ricordato non fosse protetta.

Per sicurezza mi ha prescritto la pillola del giorno dopo, dal momento che i test non funzionano per leggere le gravidanze appena innestate. Mi ha anche prescritto le pillole contraccettive normali e mi ha salutata.

Non pensavo potesse essere così veloce ed indolore. E ora ho solo bisogno di trovare nuove distrazioni.
Così senza troppi ripensamenti torno in negozio per occuparmi dei fiori di Demy.

La mail per il progetto Londinese é ancora lì, ferma ad aspettarmi. Così decido di rispondere che avrei partecipato volentieri, e per due secondi, avrei giurato di aver sentito il dolore sostituito alla gioia. Ma solo per pochi secondi.

Torno a casa trascinandomi sulle mie stesse gambe come uno zombie del video clip di Thriller. Mia madre mi viene incontro <<Dove sei stata?>>

<<A lavoro>> dico con voce monotona.

<<Oh, bene, ho preparato la cena, vieni a mangiare>>

<<Non ho fame>> sentenzio.

<<Ma devi mangiare>> controbatte lei.

<<Non ci riesco>> mi lamento mente mia madre mi viene incontro sorreggendomi, vedendo le mie lacrime riaffiorare.

<<Ti prego, non di nuovo. Devi mangiare tesoro. Non dargliela vinta facendoti questo>> mi supplica con il nodo in gola facilmente percettibile.

Sospiro. Non voglio che stia male per me. Così mi avvicino al tavolo e afferro una crocchetta di pollo, che addento lentamente, per paura di vomitare. Ne mangio solo una. Non ce la faccio a mangiare le altre. Sento il vomito e lo stomaco sotto sopra. Però le faccio compagnia mentre papà mi osserva e mi accarezza la mano dolcemente mentre una lacrima sfugge al Niagara che cercavo di trattenere. So che per lui non é facile, e non lo é neanche per mamma. Mi hanno già vista così una volta, e speravano di non vedermi mai più in questo stato, ma la vita é imprevedibile...

Dopo aver passato una cena silenziosa con i miei annuncio <<Dopo il matrimonio di Demy partirò per Londra per un progetto di botanica che mi venne proposto in Ecuador. É il periodo giusto, per crescere, avere un appartamento tutto mio, e allontanarmi da tutto ciò che mi ricorda Nate. Potrò rialzarmi di nuovo da sola. É una grande opportunità>>

<<Se é ciò di cui hai bisogno, fallo!>> mi incitano i miei guardandomi con un espressione orgogliosa mista alla preoccupazione del periodo.
So che passerà. Mi sono rialzata una volta, da sola, posso farlo di nuovo.

ROCK ME BABYWhere stories live. Discover now